Gennaro Ciaburri
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Gennaro Ciaburri (1881 – 1970), medico e biologo italiano.
La vivisezione
[modifica]- Parecchi scrittori, occupandosi della vivisezione, hanno affermato che la vivisezione è una introduzione scientifica di data piuttosto recente; laddove noi riteniamo che la vivisezione si confonda con gli albori della medicina.
Non si può dimostrare che in tempi remoti sia stata praticata con quella larghezza con la quale fu praticata successivamente e come è praticata oggi, che: si permette perfino all'industriale, per lanciare, come suol dirsi in gergo commerciale, un prodotto, che ha subito, si dice, la prova sperimentale sull'animale. Non si può d'altronde negare che lo spirito di osservazione che ha dominato sempre fra gli scienziati, non abbia indotto costoro a cercare nell'esperimento la conferma delle proprie induzioni.
La vivisezione, alla pari della medicina, fu praticata con metodi ben diversi da quelli odierni, ma fu praticata con larghezza. (parte prima, cap. II, pp. 3-4)
- [Claude Bernard] In numerosi scritti questo insigne fisiologo, contro il quale si sono scagliati con inaudita violenza anzitutto i suoi connazionali antivivisezionisti, reclamando perfino la distruzione del suo busto a Parigi, raccolse importanti acquisizioni da lui fatte per la scienza; ma non vi è pagina delle sue opere nella quale non vi sia la descrizione di un esperimento di vivisezione.
La sua patologia sperimentale, la sua fisiologia sperimentale, le sue lezioni sul calore animale, sulla glicogenesi, ed anzitutto il suo volume sulla fisiologia operatoria, possono classificarsi come la più imponente raccolta di esperimenti vivisezionisti. (parte prima, cap. II, pp. 11-12)
- C. Bernard sottoponeva gli animali[1] a tutti i dolori, a tutte le sofferenze, a tutti gli strazi, a tutte le torture immaginabili ed inimmaginabili per appagare la sua, dobbiamo purtroppo dire, manìa sperimentalistica.
Si racconta che sua moglie ne soffriva atrocemente ed alla morte di lui, essendo ella sopravvissuta, volle costruire un asilo per i cani abbandonati per rimediare. in parte almeno, alle sofferenze che suo marito aveva inflitte a questi animali nelle sue molteplici esperienze. (parte prima, cap. II, p. 12)
- Fra tutte le scienze e le branche di esse quella che più si è servita della vivisezione è la fisiologia, ma quella che ne ha tratto minore vantaggio è proprio questa. Questa scienza che si prefigge lo scopo di studiare la funzione degli organi, non poteva che richiedere all'organismo vivente il suo contributo.
La vivisezione è stata ed è perciò la base di ogni conclusione fisiologica, se conclusioni in fisiologia ve ne sono; ed è stata ed è la base di qualsiasi insegnamento di tale materia. (parte prima, cap. IV, pp. 72-73)
- Magendie eseguiva un giorno un'esperienza davanti all'uditorio abituale del «Collège de France». Il soggetto di esperienze era un povero cane abbandonato sul quale egli praticava l'operazione della messa a nudo dei nervi spinali. Il cane mutilato, coverto di ferite, grondante sangue tentò due volte di scappare, ed una volta posò perfino le zampe anteriori sulle spalle del suo carnefice volendo forse con tale gesto supplicarlo ad aver pietà di lui.
Pietà? Ah, sì! Un uomo della tempra di Magendie che aveva torturati 4000 cani per lo stesso scopo non conosceva che cosa volesse dire questa parola e giunse fino alla fine della sua esperienza mentre, come ci dicono le cronache del tempo, un fremito di orrore si diffuse in tutto il consesso. (parte seconda, cap. I, p. 228-229)
Note
[modifica]- ↑ Nel testo "gli animale".
Bibliografia
[modifica]- Gennaro Ciaburri, La vivisezione, Fratelli Bocca editori, Torino, 1930.
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