Giorgio Bolza

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Giorgio Bolza (1880 – 1945), commediografo, poeta e paroliere italiano.

Incipit di alcune opere[modifica]

Favole[modifica]

In d'on pattée on dì s'hinn trovaa insemma,
ligaa in d'on mazz e dent in d'ona sporta,
'na vintènna de fòrbes d'ogni sorta.

Il do di petto e il do di grazia[modifica]

Tilde – Signor Cavagna?... C'è nessuno in bottega?
Pierino – Pronti!... Ci sono io!

Il dovere di resistere[modifica]

Come lo scienziato valoroso si logora sulle sue carte in interminabili meditazioni, e mai si stanca, e mai s'avvede del suo logorìo, ma sempre paziente e con rinnovata lena, ricomincia ogni giorno la quotidiana fatica che è pure la sua gioia poichè è il suo ideale, così il prode soldato sta saldo e senza lagni al suo posto di combattimento, senza smarrirsi, senza titubanze mai, con l'ansia solo di portare con sè, sempre e sempre più avanti, la sua sacra bandiera, il più bel fiore della sua terra, per la quale è fiero di combattere, è lieto di soffrire, e di morire se occorra.

Lo sguattero e l'azalea[modifica]

(Si odono concitate parole e mormorii che giungono dall'esterno).
Ranzoni – Basta... basta... Telefono subito al Commissariato. Voi intanto, Oscar, andate di sopra a chetarla. Che non mi metta a soqquadro l'albergo. Non sono ancora le dieci, e non tutti si sono alzati.

Maggio[modifica]

Mario – Finalmente!...
Maria – Ti ho fatto aspettar troppo, eh?...
Mario – Mi pare di sì.

Teatro milanese[modifica]

Gli articoli sul Teatro Milanese non si contano ormai più. Non c’è quotidiano, settimanale, o rivista di Milano che non abbia dedicato dozzine di colonne alla «rinascita» di quel teatro.

Una marsina che va a pennello[modifica]

Lamberto – Vien giù la signorina?
Argia – Sì; stavo in cucina e la signorina Medardi dal balcone m'ha chiamata: «Venite ad aprirmi, Argia, che vengo giù!» Ora sono venuta ad avvisarvi che vado ad aprire. Che?... Scrollate il capo?... Forse vi dispiace?...

Bibliografia[modifica]

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