Giorgio De Maria

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Giorgio De Maria (1924 – 2009), scrittore, commediografo e pianista italiano.

Le venti giornate di Torino[modifica]

Incipit[modifica]

Il nome, di per sé, dirà poco o nulla a chi oggi è intento a faccende ben diverse da quelle di cui ci occupiamo, ma lo citeremo egualmente: Giovanni Bergesio. Molti Bergesio si trovano in città, però non credo dipenda da questo se quel nome è stato dimenticato. È la sorte toccata a tutti i nomi che ebbero ad aprire lunghe liste di decessi dovuti a disgrazie naturali, alluvioni, epidemie di colera, pestilenze...

Citazioni[modifica]

  • «Dovrei dunque smettere di domandarmi, di cercare...» «Cercare! Domandarsi!... Chi di noi potrebbe considerarsi un figlio di Dio se non si rivolgesse delle domande, se non cercasse... Purché le domande siano rivolte alla nostra vita interiore, all'anima che Lui ci ha dato! Ma perché preoccuparci dei nostri poveri defunti, chiederci quali malattie, quali mani feroci ce li hanno strappati? Se davvero la loro sorte ci importa, la Santa Madre Chiesa ci ha donato i mezzi necessari per soccorrerli: le messe in suffragio, le offerte per le anime del Purgatorio, le preghiere!... Non le basta tutto questo?» (Cap. VI, Intermezzo)

Explicit[modifica]

L'altro si girò verso di noi. Vidi il suo volto senile da profeta, i suoi capelli, la sua lunga barba corrosi da una diffusa lebbra. Guardava con occhi privi di pupille come se scrutasse negli abissi del passato... Portai d'istinto il flauto alle labbra e mi misi a suonarlo, per quel poco che sapevo. Dal fondo della più nera disperazione forse sarei riuscito a cavare un suono capace di placare quelle forze: era il mio estremo appiglio...

Il profeta si stava avvicinando. Il duello, fra poco, sarebbe incominciato...

Bibliografia[modifica]

  • Giorgio De Maria, Le venti giornate di Torino,, Frassinelli, Milano, 2017, nuova edizione. ISBN 9788893420259

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