Giovanni Siotto Pintor

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Giovanni Siotto Pintor

Giovanni Siotto Pintor (1805 – 1882), politico, avvocato e magistrato italiano.

La politica italiana del 1870[modifica]

  • La Francia proclama le libertà. la Prussia le possiede. In Prussia la libertà di coscienza interissima, in Francia la religione di stato. Corrono liberamente in Prussia le teorie più strane, del Kant e del Ficht e dell'Hegel; la libertà del pensiero in Francia è la esclusione del Renan dal novero degli insegnanti. Qui sciolta da ogni ligame la stampa giornaliera, là gli avvertimenti e il fiscale e protettore bollo. In un luogo il diritto d'associazione quasi sconfinato, nell'altro il visto del compiacente governo che si degna di lasciarmi andare e stare dove più mi piace. Quinci la libertà individuale rispettata in tutte le sue manifestazioni, quindi Lambessa e Caienna. Per ultimo la libertà municipale in Germania, la pessima maniera di accentramento in Francia che ora tardi si pente e più si pentirà. (p. 14)
  • le non sono profeta né figlio di profeta, né sono l'infallibile. Ma già mi par di vedere non lontanissima la guerra della Italia con Francia, ogni volta che il nostro stato non si fortifichi con opportune alleanze. Ond'io grido a' ministri italiani con piena sicurezza: non temete chicchessia, TEMETE LA FRANCIA, la primogenita della stirpe latina (!), il braccio armato della chiesa, il soldato di Dio. Imperocché due cose sono impossibili, la distruzione dì Dio e la cessazione del protettorato franzese in Roma. Agguerrite i popoli, fortificate Roma! (p. 17)
  • Un torto marcio abbiamo noi italiani, ed è lo apporre tutto ai governi, quando sappiamo pure che ogni popolo ha il governo che si merita. (p. 19)
  • A forza di chiamarsi la Grande Nazione, la Francia ha finito per crederlo e far persuase le altre che le son piccole. (p. 19)
  • Non ci schernissero [i francesi] almeno. Ma mendicanti ci chiamano e lazzaroni e spie e pifferatori e cani e vermi schifosi. A onesto conserto di affettuosi complimenti qualche nostro giornale nota rimessamente che gl'italiani hanno ogni simpatia per la nazione franzese! (p. 22)
  • Negano che Roma sia abbastanza grande per contenere un papa e un re. Non è seria osservazione, mi sembra. Ben io penso che finché non sia attuato l'evangelio colla gridata e non mai eseguita separazione, in niun modo non si potrà il fallibile accordare coll'infallibile, il Coliseo e Santo Pietro, il Parlamento e il Concistoro. Difficilissimo il modus vivendi, il modus convivendi, impossibile. (p. 38)

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