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Giulia Steigerwalt

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.

Giulia Louise Steigerwalt (1982 – vivente), attrice, regista e sceneggiatrice italiana con cittadinanza statunitense.

Citazioni di Giulia Steigerwalt

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  • [...] i personaggi mi piace dipingerli a tutto tondo e, quindi, anche tramite quegli elementi scenografici, di costume e fisici che sono strettamente emblematici della realtà. Sono mille le sfaccettature che nella vita di tutti i giorni ci caratterizzano. Per questo in un film, delle piccole abitudini quotidiane possono diventare degli input drammaturgici che ci fanno empatizzare ancora di più con la storia. Per coinvolgere lo spettatore e farlo calare nella narrazione ci sono diversi modi, per esempio, mi diverto molto anche a stimolarlo in ogni scena con le contraddizioni, le intenzioni e il sottotesto dei dialoghi che restituiscono a pieno la natura dei comportamenti dei personaggi. E, avere la possibilità di scrivere e poi dirigere un film, ti permette di concretizzare e completare questo discorso anche sul set.[1]
  • Il cinema rappresenta la vita, in un certo senso, e quando vedi film che possono parlare di te può avvenire una catarsi. E grazie ai personaggi puoi trovare il coraggio di affrontare le cose, affrontare una riflessione...[2]
  • Il mestiere dello sceneggiatore è un lavoro. Non ci si può improvvisare, e spesso si fraintende il fatto di sapere scrivere bene, con il fatto di poter scrivere una sceneggiatura. La tecnica non va snobbata, perché spesso ci sono buone idee e buoni spunti, ma poi non vengono sviluppati come temi e contenuti fino alla fine del film. Questa è una cosa che si impara studiando, con l'umiltà. L'emozione e i sentimenti poi vanno messi dopo. Perché le regole servono poi a saperle anche rompere. [...] ma con consapevolezza. Perché i fili vanno sempre tenuti, per poi saper riunirli.[3]
  • [...] in generale, le donne vengono raccontate dagli uomini. Tendenzialmente, solo l'8% delle regie sono affidate alle donne e non sempre hanno spazio nei lunghi di finzione. Il punto di vista sulle donne resta spesso quello maschile. Si crea, allora, uno squilibrio nel racconto, perché ad essere veicolato resta solo il punto di vista maschile. In una cultura raccontata solo dal punto di vista maschile, penso che un immaginario diverso salti all'occhio.[4]
  • L'esperienza di Come te nessuno mai è un qualcosa che ricordo con molto affetto. Per me, come per tutti gli attori esordienti che sono stati scelti per quel progetto, c'era la completa inconsapevolezza di star girando un vero e proprio film, unita ad una freschezza di fondo che caratterizza l'età dei 16 anni e che penso sia uno degli elementi essenziali della forza di quel film. Gabriele Muccino aveva visto degli attori professionisti ma poi si era deciso a trovare i suoi interpreti nelle scuole, proprio perché anche a lui stava a cuore una certa spontaneità. Il risultato è stato un film estremamente vero, autentico e fresco, privo di stereotipi sull'adolescenza e che penso lo abbia reso unico nel suo genere.[5]
  • Ogni volta che scrivo una sceneggiatura per me ci deve essere un messaggio importante da trasmettere allo spettatore. Per questo cerco sempre di individuare un tema forte che arrivi al pubblico con emozione e che garantisca, ovviamente, l'esperienza catartica. Con un film non bisogna per forza riflettere sulla propria vita ma se si riesce a far provare agli spettatori quello che sentono i personaggi, vuol dire che è stato toccato un tema universale. E, come dimostrano anche le tragedie greche, questo è l'obiettivo ultimo da raggiungere con qualsiasi tipo di narrazione che sia un libro, una commedia o una dramedy.[1]
  • Sono nata negli USA, e poi mi sono trasferita in Italia. Ho sempre fatto avanti e indietro. Volevo scrivere e per tre anni e mezzo sono tornata lì a studiare. Amo gli States, eppure non sono più acculturati di noi, e non noto grandi differenze. Però ragazzi, la narrativa epica che hanno e la loro capacità di scrittura... sono insuperabili. Mi piacerebbe un giorno poter lavorare anche con loro. Non lo vedo come un mito, ma come un paese molto figo.[3]
  • Una cosa che mi piace del ruolo di attrice e che ho ritrovato anche in quello di scrittrice, è l'immedesimazione nei personaggi, che entrambi i lavori richiedono. Nell'interpretare un ruolo scritto da altri, cerco di capire cosa l'autore volesse esprimere con quel personaggio e quindi mi preoccupo soprattutto di comprendere i pensieri dell'altro, le emozioni che lo spingevano a scrivere, e a riportare quei sentimenti nella mia interpretazione. È un lavoro in cui mi lascio dirigere e sento di essere uno strumento espressivo al servizio del regista o sceneggiatore che dir si voglia. Scrivendo un libro, invece, se da un lato la storia e i personaggi sono creati interamente da te, dall'altra si può dire che questi vivano anche di vita propria. Qui l'immedesimazione assume un altro ruolo, ovvero quello di seguire i propri personaggi, di capire, una volta stabilitone il carattere, cosa faranno e come si sentiranno se posti in determinate situazioni.[6]

Note

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  1. a b Dall'intervista di Alice De Luca (a cura di), Se una notte d'inverno una sceneggiatrice, odgmagazine.com, 11 maggio 2022.
  2. Da SETTEMBRE | Intervista a Giulia Louise Steigerwalt, Margherita Rebeggiani, Luca Nozzoli | HOT CORN, youtube.com, 29 aprile 2022; citato in Giulia Steigerwalt: «Settembre, il mio film che aiuta a trovare un filo da seguire», hotcorn.com, 6 maggio 2022.
  3. a b Dall'intervista di Damiano Panattoni, Il Campione | Giulia Steigerwalt: tra storia e parole della Greta Gerwig italiana, hotcorn.com, 20 aprile 2019.
  4. Da Joana Fresu De Azevedo (a cura di), Intervista a Giulia Louise Steigerwalt, porrettacinema.com, 21 novembre 2022.
  5. Da Silvia Casini, Intervista a Giulia Steigerwalt: quando la classe non è acqua..., chedonna.it, 5 marzo 2012.
  6. Da David Frati, Intervista a Giulia Steigerwalt, mangialibri.com.

Filmografia

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Altri progetti

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