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Giuseppe Alongi (scrittore)

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Giuseppe Alongi (1858 – 1939), scrittore e poliziotto italiano.

La Maffia nei suoi fattori e nelle sue manifestazioni

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  • Il popolano di Palermo, venditore ambulante o lustrascarpe, non chiama altrimenti che villani tutti gli altri isolani, fossero anche nati a Messina o Catania, abitassero a Palermo anche da venti e più anni. Villano, regnicolo, sono i nomi comunissimi che i palermitani con aria di disprezzo e di superiorità incontestata[1] danno a chi è nato cento metri in là dalla cinta daziaria. (p. 15)
  • In grazia dei nuovi principii di libertà fu tra noi introdotta la leva militare, a cui la Sicilia, per una delle solite arti della tirannide, non era mai stata abituata. Or mentre il ricco col cambio poteva sfuggire alla coscrizione, il povero vedeva strapparsi dalla casa il figlio a 20 anni, in quell'età in cui, oltre un essere caro, diveniva un capitale, e portarselo fuori regno[2]. Ciò era orribile, mostruoso agli occhi del contadino, che, istigato dalla maffia, finiva per preferire il vederlo alla campagna, bandito, piuttosto che soldato, lontano: Tanto – dicevano – il Governo, dopo averci levato i pochi soldi, ci strappa i figli; è meglio che si facciano briganti, che così li vedremo ogni tanto. E pur troppo, molti giovani andarono ad ingrossare le fila del malandrinaggio! (pp. 42-43)
  • Oggi è di moda adulare, lisciare operai e contadini, parlare di uguaglianza e di quistione sociale senza occuparsi seriamente dei rimedi cercandoli nell'allargamento del voto e nell'accrescimento delle autonomie, quando non si vada addirittura al suffragio universale. Io sento invece che il campo delle riforme sia molto più modesto e vicino a noi, che sia tempo di far sosta con le grandi frasi fatte, e di raccoglierci invece per avvicinare il nostro popolo, studiarne le miserie materiali e morali e guarirle coi mezzi reali e pratici; e questi non sono difficili né lontani, si riassumono in una parola: Amministrazione. (pp. 46-47)

Note

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  1. Intendo qui alludere alla grande massa del popolo, non alle classi intelligenti che sorridono a questi vieti pettegolezzi e che in fatto di cortesia e delicatezza nulla lasciano a desiderare. [N.d.A.]
  2. Il popolino chiamava cosi il continente, di cui solo ora comincia ad avere una vaga idea. [N.d.A.]

Bibliografia

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Altri progetti

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