Giuseppe Terragni

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Giuseppe Terragni (1904 – 1943), architetto italiano.

Citazioni di Giuseppe Terragni[modifica]

  • [...] uno dei postulati della tendenza razionale è appunto che le nuove forme architettoniche, nei loro rapporti di vuoto e di pieno, di masse pesanti (cemento, mattoni, pietre) e di strutture leggere (ferro, vetro) abbiano a donar all'osservatore un'emozione artistica[1]
  • Un giovane laureato da una Scuola Superiore d'Architettura, o da un Regio Politecnico, in Architettura, ha senza dubbio tutti gli elementi necessari su cui basare la sua attività professionale [...]. Si può sicuramente affermare che al giovane che esce da un tale scuola basta avere occi propri per vedere le cose che gli stanno innanzi, el'animo aperto a tutte le grandi idee di rinnovamento che si agitano nel clima architettonico europeo, perché la propria sensibilità di Artista si formi una fisionomia nettamente moderna. Anche se l'insegnamento impartitogli si compiacque talvolta di riposare eccessivamente sulle celebrate forme classiche, tale sensibilità si affinerà e si completerà poi con l'osservazione e col ragionamento formando così la regola di vitavita di tutta la sua attività artistica.[2]
  • tradizione è nello spirito, non nella forma[3]
  • l'architettura non è costruzione e neppure soddisfazione di bisogni d'ordine materiale; è qualche cosa di più: è la forza che disciplina questi doti costruttive e utilitarie a un fine di valore estetico ben più alto [...] quell'armonia di proporzioni che induca l'animo dell'osservatore a sostare in una contemplazione, o in una commozione[4]
  • la sistemazione di una città italiana equivale all'opera sapiente di un bravo chirurgo [...]. Bisogna sentire l'orgoglio di una eredità gloriosa senza rinunciare a vivere di una vita propria. In arte bisogna creare (secondo l'insegnamento del Duce) "un patrimonio nuovo accanto all'antico" non sopra le rovine dell'antico.[5]
  • L'architettura, indice di civiltà, sorge limpida, elementare, perfetta quando è espressione di un popolo che seleziona, osserva e apprezza i risultati che, faticosamente rielaborati, rivelano i valori spirituali di tutte le genti.[6]

Citazioni su Giuseppe Terragni[modifica]

  • Il metodo compositivo di Terragni si svolgeva secondo le regole del più stretto razionalismo. Da elementi funzionali sistemati con rigore all'interno, si costituivano volumi che riflettevano questi elementi all'esterno, creando il linguaggio assoluto delle forme. (Alberto Sartoris)
  • Lavorava in una piccola stanza piena di disegni e di libri col gatto che gli passeggiava fra le mani. Lavorava spesso di notte per non essere disturbato; al mattino restava a letto fino a tardi, sempre col suo fedele gattone [pare, "Battista"] steso ai piedi. (Alberto Sartoris)

Note[modifica]

  1. Da Lettera sull'architettura, in L'Ambrosiano, 26 febbraio 1931.
  2. Da Bozza di lettera al direttore di "La Tribuna", 23 marzo 1931 cit. s. Elisabetta Terragni: I viaggi di architettura di Giuseppe Terragni. Appunti e immagini dai taccuini. In: Giorgio Ciucci (a cura): Giuseppe Terragni. Opera completa. Milano 1996, p. 79.
  3. Da Per un'architettura italiana moderna, in La Tribuna, 23 marzo 1931.
  4. Da Per un'architettura italiana moderna, in La Tribuna, 23 marzo 1931.
  5. Da Discorso ai comaschi, in L'Ambrosiano, 1 marzo 1940.
  6. Da un manoscritto del 1941; citato in Bruno Zevi, Giuseppe Terragni, Bologna, 1980, p. 118.

Voci correlate[modifica]

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