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Guerino Gottardi

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Guerino Gottardi (1970 – vivente), allenatore di calcio ed ex calciatore svizzero.

Intervista di Andrea Sorrentino, roma.corriere.it, 21 febbraio 2021.

  • Figlio di emigranti italiani a Berna, io nasco lì, entrambi i miei genitori sono veneti di Conegliano. Le lezioni a scuola sono in tedesco e la lingua straniera è il francese, quindi confesso che l'italiano è la mia terza lingua.
  • Prima attaccante, poi centrocampista, infine terzino a tutta fascia. Mi facevo i chilometri. Diciamolo: a volte, una vera rottura di scatole.
  • [Sull'esperienza alla Lazio con Zdeněk Zeman] Rigido negli schemi, ma faceva anche tante battute, persino troppe, al punto che a volte mi giravano le scatole. Il primo anno io ero un po' spaesato e trovo due insegnanti fantastici per conoscere Roma: Aron Winter e Roberto Di Matteo. Che serate, ragazzi. Solo che al mattino Zeman ci sottoponeva al rito del peso, e per me erano guai. Winter e Di Matteo salivano prima sulla bilancia, raccontavano al mister le nostre avventure della sera prima e insomma, per così dire, mi sputtanavano... così arrivavo io, la lancetta segnava qualche etto di troppo e Zeman, subito: "Che ti sei mangiato insieme a tuoi amici, pietre?". Io ribattevo che non poteva sgridare solo me, ma anche loro, e lui: "Loro possono, perché giocano nazionale... tu non giochi nazionale e non puoi mangiare così".
  • All'inizio i Signori, i Casiraghi e i Fuser erano delle rarità nella Lazio, poi lo spogliatoio si è riempito di campioni. [...] Per scegliere quelli da mandare in campo potevi anche bendarti e far decidere al caso, erano tutti fortissimi. [...] Mi sono sempre adattato, appena si faceva male qualcuno non stavo certo a sottilizzare sul ruolo e mi buttavo. Non era facile essere Gottardi in quella Lazio, forse non avrei resistito così a lungo se non ci fossero stati i compagni e pure l'allenatore che mi facevano sentire importante, o mi consolavano quando rimanevo fuori. Poi il lunedì si andava tutti a cena insieme, qualsiasi cosa fosse accaduta nei giorni precedenti [...]. E c'erano personalità di rilievo, eh? Tipo Boksic [...]: Alen, come tutti i cavalli di razza o come gli artisti, era di umore mutevole, ora serio e incazzato, ora allegrissimo, un giorno eri il suo migliore amico e il giorno dopo il suo peggiore nemico, quindi poteva accaderti di tutto... Anche gente come Couto e Simeone era assai particolare [...]. Ma il lunedì si mettevano da parte polemiche, litigi ed eventuali odi, stavamo a tavola e si riprendeva a marciare. Tutto semplificato dal fatto che la squadra arrivava spesso in fondo alle competizioni, quindi quelle 25 partite a stagione le giocavano tutti.
  • [...] non sono d'accordo sul fatto che ora non ci siano più i campioni di una volta: ci sono sempre, ma sono distribuiti male, cioè in poche squadre, mentre una volta erano più spalmati sulle altre, infatti la serie A era più equilibrata. È cambiato il livello dei difensori, quello sì. Ora marcano peggio, perché non gli insegnano più a ringhiare sull'uomo fin da piccoli, ma a impostare l'azione. Eppure anche ai miei tempi i difensori non avviavano male la manovra: uno come Sinisa Mihajlovic con un lancio ti metteva davanti alla porta.

Citazioni su Guerino Gottardi

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  • Mi diverto solo se, solo se gioca Guerino. Gioca bene o gioca male, lo vogliamo in Nazionale![1] (coro da stadio)

Note

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  1. Coro della tifoseria della Lazio.

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