Gustave Glotz

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Gustave Glotz (1933)

Gustave Glotz (1862 – 1935), storico francese.

La città greca[modifica]

  • La principale caratteristica della Grecia antica, la ragione profonda di tutte le sue grandezze e le sue debolezze, fu che essa visse divisa in una miriade di città costituenti altrettanti stati. Tutte le concezioni derivanti da tale divisione erano così profondamente radicate nella coscienza greca che, nel quarto secolo, gli spiriti più illuminati consideravano l'esistenza della πόλις come un fatto naturale. Essi erano incapaci d'immaginare un'altra forma d'organizzazione sociale adatta a uomini veramente degni di tal nome. (Le teorie, p. 133)
  • Le condizioni geografiche della Grecia contribuirono assai a darle la sua fisionomia storica. Frastagliata dal continuo incontrarsi del mare e della montagna, essa presenta dappertutto anguste depressioni incorniciate da monti e presentanti sbocchi facili solo dalla parte della costa. E costituiscono così innumerevoli cantoni, ciascuno dei quali è la sede naturale d'una piccola società. Il frastagliamento fisico determina o, per lo meno, facilita quello politico. (Le teorie, p. 133)
  • Non si può che ammirare la grandiosa costruzione del Fustel de Coulanges. Alla vastità del pensiero corrispondono la precisione dei particolari e la purezza della forma. Tuttavia, oggi è impossibile accettarne tutte le conclusioni. Noi non gli rimprovereremo qui la timidezza nell'uso del metodo comparativo, non solo perché non abbiamo da ricorrere a esso, ma perché, quando apparve la Cité antique, nessuno, dopo il Montesquieu, lo aveva adoperato con tale maestria. Su altri punti è necessario stare in guardia contro la seduzione che esercita il capolavoro. Via via che passa dalla famiglia alla fràtria, alla tribù e alla Città, lo storico, sebbene lo neghi, non fa che trasportare in gruppi sempre più vasti le credenze e i costumi osservati nel gruppo primitivo; esse restano le stesse in un ambito più esteso. Con logica inflessibile, egli va dal medesimo al medesimo, collocando la famiglia al centro di una serie di circoli concentrici. Ma le società umane non si sviluppano in tale maniera: non sono figure geometriche, ma esseri viventi, che perdurano e conservano la loro identità solo in quanto si modificano profondamente. (Le teorie, pp. 135-136)
  • Pure, l'autonomia [delle città della Grecia antica] fu feconda di beneficî. Ciascuna polis aveva la propria fisionomia, la propria personalità, la propria vita. Con le sue istituzioni e il suo reddito, i suoi culti religiosi e le sue feste, i suoi monumenti e i suoi eroi, con tutte le sue maniere di concepire e di applicare i princípi politici ed economici, intellettuali e morali d'una civiltà comune, ogni città contribuiva a dare a questa civiltà una varietà infinita di espressioni. Un'emulazione feconda moltiplicava le esperienze, incoraggiava l'originalità pur nell'imitazione e, per attuare tutte le virtualità latenti di così piccole comunità, faceva appello a tutte le energie individuali. (Elementi e caratteri delle città, p. 158)

Bibliografia[modifica]

  • Gustave Glotz, La città greca, in Città e analisi sociologica, a cura di Guido Martinotti, Marsilio editori, Padova, 1968, pp. 133-160.

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