Henry Hallam
Henry Hallam (1777 – 1859), storico inglese.
Storia costituzionale di Inghilterra
[modifica]Il reggimento d’Inghilterra, in tutti i tempi rammentati dalla storia, è stato una di quelle monarchie miste, o temperate, che le tribù de' Celti e de' Goti pare abbiano universalmente stabilite a preferenza del vile dispotismo delle nazioni orientali, o della tirannia più artifiziosa di Roma e di Costantinopoli, o de' varii modelli di reggimento repubblicano, i quali sono stati messi a pruova appo le coste del Mediterraneo. Esso presentava quelle medesime generali fattezze, che proprie de' reggimenti di quasi tutti gli Stati d'Europa, hanno formato di tutti come una medesima famiglia; il meno che somigliava era forse a quello di Francia. Ma nel corso di molti secoli, i limiti che determinavano le prerogative del sovrano, e la libertà o i dritti del popolo di rado sendo stati con molta accuratezza definiti dalla legge, o almeno da quella che fosse riputata fondamentale ed immutabile, le forme ed i principii del politico reggimento presso quelle diverse nazioni diventarono più divergenti, secondo le peculiari disposizioni di loro, le rivoluzioni onde travagliaronsi, o gl'influssi de' caratteri di taluni individui. L'Inghilterra più fortunata che l'altre nazioni aveva acquistata nel secolo decimo quinto una giusta riputazione per la bontà delle sue leggi, e la sicurtà che ne veniva a' cittadini contro l’oppressione. [1]
Citazioni
[modifica]- L'arcivescovo Morton è famoso per il dilemma che propose a' mercatanti ed agli altri sudditi, da cui sollecitava la contribuzione. Egli diceva a coloro che vivevano lautamente, che la loro opulenza era manifesta per la loro maniera di spendere; ed a coloro poi che vìvevano meno sontuosamente, che dovevano essere ricchi per la loro economia. L'una e l'altra classe d'uomini potevano bene prestare il loro soccorso al sovrano. Questo pezzo di logica irrefragabile nella bocca d'un consigliere privato acquistò il nome di forca di Morton. (vol. I, cap. I, p. 97)
- [Thomas Wolsey] Fuor di modo orgoglioso, negligente de' doveri e del decoro del suo stato, tanto prodigo quanto rapace, odioso a que' dell'ordine suo, come a' laici, la sua caduta era stata da lungo secretamente desiderata dalla nazione, e da' suoi avversarii macchinata. La sua generosità e magnificenza sembrano avere piuttosto abbagliato i secoli susseguenti che il suo. (vol. I, cap. I, p. 103)
Note
[modifica]- ↑ Da Storia costituzionale di Inghilterra dal cominciamento del regno di Enrico VII alla morte di Giorgio II, tradotta da Vito d'Ondes Reggio, vol. I, Cugini Pomba e comp. editori, Torino, 1854.
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