Herman Bang

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Herman Bang

Herman Joachim Bang (1857 – 1912), scrittore danese.

Citazioni di Herman Bang[modifica]

  • La sofferenza è multiforme e immortale. Quando un giorno qualche pianeta ridurrà in polvere la Terra, e l'umanità sarà morta nel suo ultimo grido – nell'enorme firmamento si mostrerà solo un altro pianeta, pronto a ospitare l'immortale sofferenza.
    I martiri avranno cambiato dimora. Questo sarebbe tutto.[1]
  • Gli uomini si comportano tutti come la buona madre del principe Amleto: vanno al matrimonio con le scarpe che portavano al funerale.[2]

Incipit di alcune opere[modifica]

La casa bianca[modifica]

Giorni dell'infanzia, siete voi che voglio richiamare. Tempi senza livore, tempi amici, è di voi che voglio rammentarmi. Di nuovo si udranno per le chiare stanze i passi leggeri di mia madre, e le gioiose risate di persone, oggi affaticate e grige, che allora non sapevano quale fosse il loro destino.
[citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993]

Sulla strada ferrata[modifica]

Il treno sarebbe arrivato tra poco e il capostazione, che s'era quasi appisolato sul libro dei conti, si alzò per cambiarsi la giacca.
«Dio,» disse, «come passa il tempo!»
[citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993]

Note[modifica]

  1. Da Il biglietto di ritorno, in Herman Bang e Klaus Mann, L'ultimo viaggio di un poeta, postfazione di Bruno Berni, traduzione per Herman Bang di Bruno Berni, Iperborea, Milano, 2012, p. 71. ISBN 978-88-7091-504-4
  2. Da Il biglietto di ritorno, p. 72.

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