Vai al contenuto

Luigi Archinti

Al 2024 le opere di un autore italiano morto prima del 1954 sono di pubblico dominio in Italia. PD
Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
(Reindirizzamento da Il cavallo requisito)

Luigi Archinti (1825 – 1902), novelliere, pittore e critico d'arte italiano. Utilizzò gli pseudonimi di Luigi Chirtani e Luigi Tarchini.

Incipit di Per pigliar sonno: racconti

[modifica]

Un distaccamento in Calabria

[modifica]

Ecco una vera e genuina istoria di briganti della Calabria.
Avverto il lettore che dal 1859 in poi gli accessorii del vestiario e l'armamento delle bande non è più quello d'una volta; anco i costumi sono in parte cangiati: gli agnus dei, gli altarini, le madonne, le reliquie non figurano quasi più tra i briganti.

Gli effetti di un singhiozzo

[modifica]

Il giorno nel quale successe in Milano l'avvenimento memorabile che forma il soggetto del nostro racconto, era giorno di festa in casa del signor Giuseppe Fortinelli, capo-convoglio nelle Ferrovie dell'Alta Italia. Quest'ottimo impiegato aveva sposata da un anno, giorno per giorno, la signorina Ernestina Gemignani, figlia di un Delegato di Pubblica Sicurezza, e celebrava l'anniversario delle faustissime nozze.

Tu che a Dio spiegasti l'ali

[modifica]

Narro un fatto raccontatomi da uno di Schio, che assistette, come crociato, nel 1848 alla famosa battaglia combattuta il 9 giugno sotto Vicenza, e lascio a lui la parola.

Il Feldmaresciallo conte Radetski, sconfitto da Piemontesi a Goito, si era ritirato nel più perfetto disordine, diretto verso la bassa del Veneto, per prender stanza a Montagnana.
Nel suo esercito in fuga c'era la confusione delle lingue; non si vedevano più brigate, reggimenti, battaglioni, squadroni, batterie; ma torme di Croati, d'Ungheresi, di Tedeschi, di Rumeni, e, pur troppo, d'Italiani: artiglieri e cacciatori, cavalieri e fanti tutti frammisti dal caso, imbrancati dalla conforme disposizione al correre od all'andare a rilento, trascinandosi a fatica, con o senza fucile, con o senza zaino, con o senza un pezzo di pagnotta da rosicchiare.

Il lascito del comunardo

[modifica]

Vinta la Comune, aperto Parigi, non potei resistere al desiderio di recarmi a vedere lo strazio che la guerra civile avea fatto di quella superba città, nella quale aveva passati otto anni d'emigrazione, e dove avevo molte conoscenze, vecchi amici e care relazioni.
Una delle prime visite fu pel mio carissimo Herseu, pittore de' migliori nella scuola francese. Giunto al suo studio, via Breda, un bel ragazzo dodicenne venne ad aprirmi, e pochi momenti dopo ero fra le braccia dell'amico, che non avea visto da undici anni.

Un duello per un fantasma

[modifica]

Era prima del 1866: il mio battaglione si dirigeva su Napoli, per recarsi in Abruzzo. Giunti a Sorrento dopo cinque giorni di marcia, chiesi il permesso di andare in avanti, per vedere Pompei; l'ebbi e mi misi in viaggio dopo aver fatto una buona colazione. Ero molto stanco e disposto a dormire in carrozza, ma la bellezza del golfo, le stupende scene di quell'anfiteatro meraviglioso che si estende da Capo Miseno al Vesuvio, mi tenevano desto: eppure io voleva dormire, per non vedere poi, stanco ed assonnato, le rovine e le belle cose di Pompei. Mi provai più volte inutilmente; chiudeva gli occhi, ma la mente pareva farsi più sveglia ed animata colla oscurità della vista.

Il tesoro di Peschio Rossi

[modifica]

Il mio amico il Luogotenente** era agli arresti per affare di duello; l'andai a trovare; c'eran seco da sette ad otto ufficiali d'ogni arma. Fatti i primi saluti, m'ebbi una sedia, un bicchiere colmo, versatomi da un bel bersagliere confidente del mio amico, e l'invito d'imitare gli altri della brigata, che ad ogni tratto si pigliavano un pizzico di castagne arrosto da un paniere che n'era ripieno.

Il cavallo requisito

[modifica]

«Caro amico,

«Eccoti la storiella che ti ho riferito, e colla quale il capitano S… difese la memoria di Ugo Foscolo. Noi si combatteva con buone ragioni in pro dell'onestà di quel poeta, contro l'azzimato e profumato professorello in guanti gialli che si mostrava accanito nel mordere la memoria dell'autore dell'Inno alle Grazie, e ricordava l'upupa che il poeta dice:

Svolazzar su per le croci
Sparse per la funerea campagna
E l'immonda accusar col luttuoso
Singulto i rai di che son più le stelle
All'obbliate sepolture.

Bibliografia

[modifica]

Altri progetti

[modifica]