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Racconti dell'incubo (H.P. Lovecraft)

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Voce principale: Howard Phillips Lovecraft.

Incipit di alcune opere

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La tomba

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Nel tracciare un resoconto degli eventi che hanno determinato la mia reclusione in questo asilo per alienati, ho piena coscienza del fatto che il mio stato attuale susciterà dubbi più che naturali sulla veridicità della mia narrazione.

La transizione di Juan Romero

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Non ho alcun desiderio di rievocare gli eventi che si verificarono il 18 e il 19 ottobre del 1894 presso la miniera di Norton. Ma il senso del dovere che provo nei confronti della scienza mi costringe a registrare, negli ultimi anni della mia vita, visioni e avvenimenti carichi di un terrore doppiamente intenso perché indefinibile. E, prima della mia morte, sento di dover esternare ciò che so in merito a quella che preferisco definire la transizione di Juan Romero.

Il Vecchio Terribile

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L'idea di Angelo Ricci, Joe Czanek e Manuel Silva era di far visita al Vecchio Terribile. Questi abita tutto solo in un'antichissima dimora di Water Street, poco lontano dal mare, e di lui si dice sia eccezionalmente ricco, e indifeso; circostanze che determinavano una situazione di grande interesse per uomini che svolgevano la professione dei signori Ricci, Czanek e Silva: i quali praticano né più né meno che il nobile mestiere di ladri.

L'albero

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Su un verde declivio del monte Menalo, in Arcadia, un oliveto cresce attorno ai ruderi di una villa. D'appresso sorge una tomba, un tempo adorna delle più sublimi sculture, ma ora in rovina come la casa.

Il tempio

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Il giorno 20 agosto 1917, io, Karl Heinrich, conte di Altberg-Ehrenstein, comandante in seconda della Marina Imperiale Germanica e responsabile del sottomarino U-29, affido questa bottiglia e il documento in essa contenuto all'oceano Atlantico, in un punto del quale ignoro l'esatta posizione ma che presumo sia di 20 gradi di latitudine Nord e 35 gradi di longitudine Ovest. Qui la mia unità giace in avaria sul fondo dell'oceano.

Le vicende riguardanti lo scomparso Arthur Jermyn e la sua famiglia

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La vita è una cosa odiosa e, dallo sfondo che si cela dietro ciò che scorgiamo di essa, sappiamo che si affacciano sinistri barlumi di verità che la rendono mille volte più odiosa. La scienza, che già ci opprime con le sue sconvolgenti rivelazioni, firmerà forse la fine della specie umana — ammesso pure che siamo una specie autonoma — quando fornirà alla nostra conoscenza la chiave di orrori insostenibili che prima o poi si diffonderanno nel mondo.

Da altrove

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Orribile, al di là di ogni immaginazione, era il mutamento verificatosi nel mio migliore amico, Crawford Tillinghast.
Non lo avevo più rivisto dal giorno in cui, due mesi e mezzo or sono, mi aveva rivelato a che cosa mirassero le sue ricerche fisiche e metafisiche e, in risposta alle mie timide e quasi spaventate rimostranze, mi aveva scacciato dal suo laboratorio e dalla sua abitazione in preda ad una esplosione d'ira incontenibile.

L'immagine nella casa

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Chi ama l'orrido frequenta sovente luoghi strani e remoti, come le catacombe di Tolemaide e i mausolei notturni dei paesi dell'incubo. Nelle notti di luna, costoro ascendono le torri dei castelli diroccati del Reno, o con passo incerto scendono giù per i neri gradini ammantati di ragnatele sotto i ruderi sparsi di perdute città dell'Asia. I boschi infestati dagli spettri e i monti più desolati sono i loro templi, e sovente si attardano nei pressi di sinistri monoliti su isole disabitate.

La palude della luna

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In quale remota e terrificante dimensione Denys Barry sia finito, non so dire. Ero con lui l'ultima notte che visse tra gli uomini, e l'ho sentito urlare orrendamente quando la cosa gli accadde, ma né i contadini né la polizia della contea di Meath sono riusciti a trovarlo. Nessuno c'è riuscito, malgrado tutte le ricerche. Ora rabbrividisco, quando sento le rane gracidare nelle paludi, o vedo la luna in luoghi solitari.

L'estraneo

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Infelice chi dell'infanzia ha soltanto memorie di paura e tristezza. Sventurato chi, volgendosi indietro, non vede che ore solitarie trascorse in sale vaste e malinconiche, tappezzate di lugubri tendaggi e file esasperanti di libri antichi, o in desolate veglie in boschi crepuscolari fitti di immensi alberi grotteschi coperti da erbe, che agitano silenziosi in alto i rami contorti.

La musica di Erich Zann

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Ho consultato con la massima attenzione le mappe della città, ma non ho mai più ritrovato la Rue d'Auseil. Non mi sono limitato a esaminare le carte moderne: so bene che i nomi cambiano; ho riesumato anche i documenti più antichi, ed ho esplorato di persona tutte le strade che, indipendentemente dal nome, potevano corrispondere alla Rue d'Auseil. Malgrado tutti i miei sforzi, mi son dovuto confrontare con la mortificante conclusione che ero incapace di trovare la casa, la strada e neppure il quartiere dove, negli ultimi mesi della mia squallida esistenza alla Facoltà di Metafisica, avevo udito la musica di Erich Zann.

Herbert West, rianimatore

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Di Herbert West, che in altri tempi fu mio amico e compagno di studi all'università, posso parlare soltanto con immenso terrore. Un terrore che non nasce soltanto dalle sinistre circostanze della sua recente scomparsa, ma deriva dalla natura stessa dell'attività cui egli ha dedicato tutta la vita.

La paura in agguato

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L'aria era gonfia di tuoni la sera in cui mi recai alla rocca abbandonata in cima al monte delle Tempeste, in cerca della paura in agguato. Non ero solo, perché in quei tempi la mia folle temerarietà non si mesceva ancora a quell'ansia per il grottesco e il terribile che ha trasformato la mia esistenza in una continua ricerca degli orrori più inconsueti, nella fantasia come nella realtà.

L'orrore di Martin's Beach

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Nessuno mi ha mai riferito una spiegazione sia pur lontanamente accettabile dell'orrore di Martin's Beach. Malgrado il gran numero di testimoni, non ho udito due soli racconti che concordino tra loro, e le testimonianze raccolte dalle autorità sono difformi in modo sconcertante.

I ratti nei muri

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Gianni Pilo e Sebastiano Fusco

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Era il 16 luglio del 1923 quando, dopo che l'ultimo operaio ebbe terminato i suoi lavori, mi trasferii ad Exham Priory. Il restauro del complesso era stato un'impresa non indifferente giacché ben poco era rimasto dell'edificio, da tempo abbandonato, e ridotto ad una sorta di vuoto guscio cadente. Ma era l'antica dimora dei miei avi, e dunque non badai alle spese ingenti che dovetti affrontare.
[Howard Phillips Lovecraft, I ratti nei muri, in "Tutti i romanzi e i racconti. L'incubo. Tutte le storie dell'orrore puro", a cura di Gianni Pilo e Sebastiano Fusco, Newton, 1993. ISBN 8879832220]

Elisabetta Svaluto

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Il 16 luglio 1923, dopo che anche l'ultimo operaio ebbe terminato il proprio lavoro, mi trasferii nella Prioria di Exham. L'opera di restauro era stata un'impresa prodigiosa; ben poco era rimasto di quel grandioso edificio abbandonato, solo un rudere simile ad un vecchio guscio. Ma, trattandosi della dimora dei miei antenati, non mi ero lasciato dissuadere dall'ammontare delle spese.
[H.P. Lovecraft, I ratti nei muri, traduzione di Elisabetta Svaluto, in "Il colore del male. I capolavori dei maestri dell'horror", a cura di David G. Hartwell, Armenia Editore, 1989. ISBN 8834404068]

Alle quattro del mattino

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Erano quasi le due del mattino quando mi resi conto che stava per accadere. Me lo dicevano i grandi silenzi neri della notte; e un grillo mostruoso, che friniva con un'insistenza troppo orrenda per non avere un suo significato, me ne dava conferma.

Il divoratore di spettri

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Un colpo di luna? Un accesso di febbre? Vorrei crederlo! Ma quando, al calar della notte, mi ritrovo solo nei luoghi deserti ove mi conducono i miei vagabondaggi, e ascolto attraverso il volto infinito gli echi demoniaci di quelle urla e di quei ringhi bestiali, e il rumore orrendo delle ossa spezzate, rabbrividisco ancora al ricordo di quella notte dannata.

I cari estinti

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È mezzanotte. Prima dell'alba mi troveranno e mi condurranno in un'oscura cella, dove languirò per un tempo senza fine mentre brame insaziabili mi azzanneranno le viscere e mi faranno inaridire il cuore. Allora, diventerò finalmente una cosa sola con i morti che amo.

Lingue ardenti di fiamma invisibile imprimono il marchio dell'inferno sulla mia anima esausta. (da I cari estinti, 1924)

Cieco, sordo e muto

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Era da poco passato mezzogiorno, quel 28 giugno del 1924, quando il dottor Morehouse arrestò la macchina davanti all'abitazione dei Tanner, depositando quattro uomini. La casa, un edificio in pietra, era perfettamente mantenuta, e dava sulla strada: se non fosse stato per la palude che aveva a ridosso, non avrebbe avuto nulla di lugubre.

Sotto le piramidi

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Il mistero chiama il mistero. Sin da quando ho raggiunto la celebrità come «mago», dato che ero in grado di effettuare delle cose al di là del normale, mi è stato dato di incontrare strane vicende e strani casi che hanno indotto la gente a considerare collegati ai miei interessi ed alle mie azioni in funzione della mia attività.

La casa evitata

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Gianni Pilo e Sebastiano Fusco

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A volte l'ironia è presente persino nei più terribili orrori. Può inserirsi direttamente negli avvenimenti, oppure essere dovuta al caso che ha collegato questi alle persone ed ai posti. Questo secondo genere di ironia trova uno stupendo esempio in un fatto accaduto nell'antica cittadina di Providence.
[Howard Phillips Lovecraft, La casa evitata, in "Tutti i romanzi e i racconti. L'incubo. Tutte le storie dell'orrore puro", a cura di Gianni Pilo e Sebastiano Fusco, Newton, 1993. ISBN 8879832220]

Gianni Pilo

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Perfino negli orrori più spaventosi di rado manca l'ironia. Talvolta essa entra direttamente nell'insieme degli avvenimenti, mentre altre volte è legata soltanto alla posizione fortuita di questi tra le persone ed i luoghi.
Il secondo tipo di ironia è meravigliosamente esemplificato da un caso verificatosi nell'antica cittadina di Providence.
[Howard Phillips Lovecraft, La casa stregata, traduzione di Gianni Pilo, in "Storie di streghe", a cura di Gianni Pilo, Newton & Compton, 1996. ISBN 8881834480]

L'orrore a Red Hook

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Alcune settimane fa, ad un crocevia nel villaggio di Pascoag, nel Rhode Island, un uomo alto e possente, visibilmente in ottima salute, diede mostra di un comportamento strano ed incomprensibile.

La notte in cui lo incontrai non riuscivo a prendere sonno, e camminavo come un pazzo per risollevare il mio spirito.
Venire a New York era stato uno sbaglio perché, ovunque cercassi bellezza ed ispirazione artistica — in labirinti di antiche viuzze che giravano senza fine intorno a cortili e piazze deserte, o che partivano dal molo per diramarsi verso altri cortili ed altre piazze sempre deserte, e nelle guglie e nei titanici palazzi moderni che svettavano, sinistramente babilonesi, verso lune esangui — avvertivo, invece, un vago orrore ed una sensazione di soffocamento che mi opprimevano quasi al punto di prostrarmi ed annichilirmi.

Nella cripta

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Secondo me, non c'è nulla di più sciocco della convinzione che quello che è familiare sia necessariamente rassicurante, e si tratta addirittura di una convinzione tipica della psicologia di massa.

Aria fredda

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Volete spiegazioni sul perché mi fa paura una corrente d'aria fredda; sul perché rabbrividisco più del normale quando entro in una stanza non riscaldata; e sulla nausea e sul ribrezzo che provo quando il fresco della sera si infiltra nella mitezza di una giornata di tiepido autunno.

Due bottiglie nere

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Tra i pochi abitanti rimasti a Daalbergen, un desolato paesino situato tra i monti Ramano, non tutti sono convinti che mio zio, il vecchio reverendo Vanderhoof, sia veramente morto. Qualcuno crede, infatti, che aleggi in qualche posto, tra inferno e paradiso, per via della maledizione del vecchio sagrestano.

Il modello di Pickman

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Pazzo? No, Eliot, non sono pazzo: ma credimi, c'è molta gente che ha delle prevenzioni molto più strane della mia.
Non ti fa ridere, forse, il nonno di Oliver, che non vuole assolutamente salire in macchina?

La strana casa nella nebbia

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Ogni mattina, dietro le scogliere di Kingsport, dal mare si alza la nebbia. Candida e spumeggiante, raggiunge in cielo le nuvole sue sorelle, portando segni di teneri pascoli ed antri di leviatani.

L'ultimo esperimento di Clarendon

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Sono assai pochi coloro che conoscono la verità sul «Caso Clarendon», o addirittura che sanno dell'esistenza di una verità alla quale i giornali non seppero giungere. Fece grande sensazione, a San Francisco, nei giorni precedenti l'incendio sia per la tensione e il panico che l'accompagnarono, sia perché vi era uno stretto legame con il governatore dello Stato.

Il boia elettrico

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Per essere un individuo che non ha mai affrontato la prospettiva di una condanna a morte, provo uno strano orrore per la sedia elettrica, al solo sentirne parlare. Penso che mi faccia tremare addirittura più di un uomo realmente processato e condannato per un delitto capitale.

La morte alata

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L'Hotel Orange si trova in High Street, vicino alla stazione ferroviaria di Blomfontein, Sud Africa. Sabato 24 gennaio 1932, in una stanza al terzo piano, sedevano quattro uomini che tremavano di paura.

Sfida dall'infinito

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George Campbell aprì nel buio gli occhi annebbiati dal sonno, e rimase per diversi minuti a fissare la pallida notte di agosto dall'apertura della sua tenda prima di rendersi conto che qualcosa lo aveva svegliato[1].

L'albero sulla collina

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A sud-est di Hampdon, incuneato nella ripida gola del Salmon River, si erge un insieme di cime e promontori rocciosi che hanno sempre vanificato ogni tentativo di coltivarli da parte dei contadini. I profondi burroni e i pendii ripidissimi, permettono solo di tanto in tanto il pascolo stagionale, sicché il luogo offre un aspetto di perenne desolazione.

L'orrore nel cimitero

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Quando la strada statale per Ruthland è chiusa, i viaggiatori sono obbligati a prendere quella per Stillwater, che passa per Swamp Hollow. La vista in alcuni punti è molto bella, ma questa strada è poco battuta da anni; incute depressione, soprattutto nelle vicinanze di Stillwater.

Finché tutti i mari...

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L'uomo riposava su una roccia erosa dal vento, scrutando giù per la vallata. Sdraiato in quella posizione poteva vedere molto lontano, ma per tutto lo spazio non c'era il minimo movimento.

L'esumazione

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Mi risvegliai bruscamente da un sogno terribile, e mi guardai intorno disperatamente angosciato. Nel vedere in alto il soffitto ad arco, e le finestre invasate e policrome della stanza del mio amico, fui pervaso da una inquietante sensazione, e capii che le speranze di Andrews dovevano essersi realizzate.

L'oceano della notte

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Mi recai ad Ellston Beach non solo per il piacere del mare e del sole, ma anche per dare riposo al mio cervello affaticato. Poiché non conoscevo nessuno nel paese, che d'estate pullula di turisti e per il resto dell'anno mostra soltanto finestre scure, sembrava impossibile che qualcosa potesse disturbarmi.

Note

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  1. Si tratta in effetti di un racconto a più mani (C.L. Moore, A. Merritt. H.P. Lovecraft, R.E. Howard e F. Belknap Long), del quale Lovecraft scrisse solo il pezzo centrale.

Bibliografia

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  • Howard Phillips Lovecraft, Tutti i romanzi e i racconti. L'incubo. Tutte le storie dell'orrore puro, a cura di Gianni Pilo e Sebastiano Fusco, Newton, 1993. ISBN 8879832220