Iain Pears
Iain Pears (1955 – vivente), storico dell'arte e scrittore britannico.
Il busto di Bernini
[modifica]Jonathan Argyll, beatamente sdraiato su una grande lastra di marmo di Carrara, si crogiolava al sole di mezza mattina, fumando una sigaretta e meditando su quanto fosse varia e composita l'esistenza. Non era un adoratore del sole, anzi: era molto orgoglioso della propria carnagione, che ignorava cosa fossero gli ultravioletti, ma in certi casi non poteva fare a meno di esporsi ai raggi solari, anche a costo di veder spuntare qualche ruga; i colleghi con cui doveva momentaneamente convivere fissavano infatti il suo pacchetto di sigarette con l'entusiasmo di un vampiro che si fosse visto sbandierare davanti una treccia d'aglio, e ogni volta che i suoi nervi avevano bisogno di rassicurazione e sostegno loro, per costringerlo a trasferirsi all'aperto, erano pronti a citare le innumerevoli leggi contro il fumo promulgate dalla contea di Los Angeles.
Il caso Raffaello
[modifica]Poco prima che le campane di Sant'Ignazio suonassero le sette del mattino, il generale Taddeo Bottardi si accinse a salire le solite scale costellate di opere d'arte, tutta refurtiva recuperata. Era arrivato nella piazza già da una decina di minuti, ma, rispettando una vecchia consuetudine, si era fermato nel bar di fronte all'ufficio a bere due espressi e mangiare un panino al prosciutto. Gli abituali frequentatori del locale l'avevano salutato come si conveniva a un regolare cliente dalle abitudini mattiniere: un amichevole «buongiorno», un cenno con il capo, ma nessun tentativo di scambiare quattro chiacchiere. Il primo contatto con il nuovo giorno è, a Roma come in qualsiasi altra metropoli, una faccenda privata che si sbriga meglio in un solitario silenzio.
Il Comitato Tiziano
[modifica]La scoperta venne fatta dal giardiniere dei Giardinetti Reali, un vecchio un po' gobbo il cui lavoro è ignorato dai milioni di turisti che ogni anno convergono su Venezia, perfino da coloro che si fermano tra le sue creazioni floreali a mangiare un panino e a riprendere fiato dopo aver fatto indigestione delle bellezze architettoniche.
Il quadro che uccide
[modifica]Jonathan Argyll sgranò gli occhi, fissando esterrefatto la drammatica scena che gli si era parata improvvisamente davanti. Riverso su una sedia c'era un uomo che stava per morire, anche se sopportava stoicamente gli spasmi dell'agonia. Sul pavimento accanto a lui giaceva una fiala, che doveva essergli scivolata di mano; non ci voleva una grande intelligenza per capire che aveva contenuto un veleno. Il volto del morente era terreo e la mano, stretta a pugno, penzolava inerte. Nel gruppo di persone sulla sinistra, composto da amici e seguaci, alcuni piangevano, altri avevano un'espressione rabbiosa, altri ancora parevano sconvolti.
Il ritratto
[modifica]Oh, bene, bene. Entra, mio caro. Fatti guardare. Ma, prima di tutto, lascia che ti abbracci, perché non capita spesso di incontrare un vecchio amico che non vedi da quasi quattro anni. Non sei assolutamente cambiato. Be', ovviamente questo non corrisponde al vero. Gli occhi sono un po' più infossati, la pelle ha perso in parte elasticità, i capelli hanno qualche filo bianco in più. Ci siamo entrambi lasciati alle spalle i nostri anni migliori. Ma, se non altro, hai un fisico asciutto; quasi emaciato, oserei dire. Come tu possa mangiare tanto senza ingrassare è qualcosa che non finirà mai di stupirmi. Le differenze fra noi crescono di anno in anno, come avrai certamente notato al primo colpo d'occhio.
Il sogno di Scipione
[modifica]Julien Barneuve spirò alle 3.28 di pomeriggio del 18 agosto 1943. Per morire ci mise ventitré minuti esatti, il tempo che passò tra l'inizio dell'incendio e l'ultima boccata d'aria immessa nei polmoni riarsi. Non si aspettava che la sua vita si concludesse proprio quel giorno, pur avendo il sospetto che ciò potesse accadere.
Il tocco di Giotto
[modifica]La campagna intrapresa dal generale Taddeo Bottardi per scoprire l'identità del più straordinario ladro di opere d'arte, almeno della sua generazione, e conclusasi con un trionfo perché portò a smascherare un misterioso mercante inglese, Geoffrey Forster, ebbe inizio quando, in una giornata di fine luglio particolarmente radiosa, una lettera con il timbro postale di Roma arrivò sulla scrivania al terzo piano della sede del Nucleo investigativo per la tutela del patrimonio artistico.
La quarta verità
[modifica]Marco da Cola, gentiluomo di Venezia, presenta i suoi rispettosi ossequi. È mio desiderio narrare del viaggio che feci in Inghilterra nell'anno 1663, degli avvenimenti di cui fui testimone e delle persone che conobbi; argomenti, spero, non indegni dell'attenzione di quanti osservano con interesse le bizzarrie del mondo. Al tempo stesso, intendo con questo mio resoconto smascherare le menzogne propalate da coloro che annoveravo un tempo, erroneamente, fra i miei amici. Non ho certo l'intenzione di scrivere una verbosa giustificazione del mio comportamento né di raccontare in dettaglio gli inganni e i raggiri con cui mi è stata sottratta la fama che mi sarebbe spettata di diritto. Il mio resoconto, credo, parlerà da sé.
Bibliografia
[modifica]- Iain Pears, Il busto di Bernini, traduzione di Donatella Cerutti Pini, TEA, 2006. ISBN 9788850211111
- Iain Pears, Il caso Raffaello, traduzione di Donatella Cerutti Pini, TEA, 2002. ISBN ISBN 885020132X
- Iain Pears, Il Comitato Tiziano, traduzione di Eileen Romano, TEA, 2003. ISBN 9788850203635
- Iain Pears. Il quadro che uccide, traduzione di Donatella Cerutti Pini, TEA, 2007. ISBN 9788850213276
- Iain Pears, Il ritratto, traduzione di Donatella Cerutti Pini. Longanesi, 2007. ISBN 9788830423015
- Iain Pears, Il sogno di Scipione, traduzione di Donatella Cerutti Pini, TEA, 2005. ISBN 9788850207367
- Iain Pears, Il tocco di Giotto, traduzione di Donatella Cerutti Pini, Longanesi, 2008. ISBN 9788830418554
- Iain Pears, La quarta verità, traduzione di R. Ambrosini e A. Tutino, TEA, 2008. ISBN 9788850213146
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