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Filippo Artico

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Filippo Artico

Filippo Artico (1798 – 1859), vescovo cattolico italiano.

Incipit di alcune opere

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Esultate, o dilettissimi!

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Esultate, o Dilettissimi! Vengo in nome di Dio ad annunziarvi il Quaresimale Digiuno. Come? Alcuni di voi nello udirne solo il nome già si rattristano e turbano, mentre Gesù Cristo non vuole che ciò si faccia nemmen digiunando? Ma posso io recare più lieto annunzio agli infermi che quello di un rimedio, che risana da tutte infermità di corpo e di spirito? E questo è appunto il Digiuno quaresimale; perché è la mano medesima di Dio invisibilmente stesa, che per mezzo della sua Chiesa vi porge con esso la medicina, anzi il balsamo. Esultate dunque, e lasciatevi da così pietosa mano guarire.

Invitato da una circolare

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Venerabili fratelli,
Invitato da una Circolare del Ministero dell'Agricoltura e del Commercio, che ho testé ricevuta, ad eccitarvi, o V. F. affinché prestiate l'opera vostra per la diffusione in ogni classe del popolo della conoscenza del sistema metrico decimale, ben volentieri io mi rivolgo a Voi, o dilettissimi, perché già per ripetute prove conosco con quanta alacrità vi adopriate in tutto che valga a promovere il pubblico bene della Chiesa e dello Stato. Comincierò dal ripetervi le parole che a Voi io dirigea sei anni addietro, quando vi celebrava i vantaggi della Cassa di Risparmio che fu stabilita felicemente in Asti, e che va sempre più prosperando; giacché fin d'allora si fe' palese quanto operoso sia il vostro zelo nel secondare i miei inviti per giovare ai bisogni del popolo e al decoro di questa Provincia

L'avventuratissimo Matrimonio

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L'avventuratissimo Matrimonio, che si celebrerà nel R. Castello di Stupinigi il dì 12 del prossimo Aprile fra S. A. R. il Duca di Savoja figlio primogenito del nostro Augusto Sovrano, e S. A. I. e R. l'Arciduchessa Maria Adelaide Ranieri d'Austria (come S. M. si degnò parteciparci con suo veneratissimo R. Biglietto) fa giubilare a ragione tutto lo Stato, e lo conferma nelle speranze di una prosperità sempre maggiore. Sia dunque comune anche a noi, o Venerabili Fratelli e Figli dilettissimi, il gaudio dell'Augusta Casa Regnante: sia publico l'omaggio di grazie, che dobbiamo a Dio, dal quale ogni bene discende, per così fausto avvenimento.

Pensieri di uomini classici sulla lingua latina

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Molte e discordi sono le opinioni degli eruditi intorno all'origine della Lingua Latina. Di tutte formandone sola una si potrebbe pensare così: che da prima somigliante all'origine di Roma fosse anche quella della sua lingua, cioè che da varj dialetti di que' popoli di patria, di costumi, di lingua diversi, che abitarono la nascente Città, si formasse di necessità un linguaggio comune, il quale dai Latini che più degli altri ebbero parte nella fondazione di Roma, latino pigliasse il nome: e poi che a misura del numero, della estensione, della civiltà de' suoi cittadini il patrimonio pure si accrescesse della lingua, da tutte le soggette nazioni, colle quali facea mestieri di usare, e spezialmente dalla Greca, il più bel fiore cogliendo.

Protegga Iddio l'era novella

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Protegga Iddio l'era novella che si apre pei nostri popoli! Ecco il voto che porgeva al Re immortale de' secoli il piissimo nostro Re Carlo Alberto nel Proclama che promulgò il dì otto del corrente mese: Proclama memorando con cui adottando le basi di uno Statuto fondamentale per istabilire ne' suoi Stati un compiuto sistema di Governo rappresentativo, affinché, come fu sempre suo intendimento, Principe e Nazione fossero coi più stretti vincoli uniti pel bene della Patria, non dubitava di dare ai sudditi suoi la prova la più solenne che per lui si potesse della fede che conserva nella loro devozione e nel loro senno.

Quando il re parla

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Quando il Re parla a suoi Popoli, e annunzia loro i pericoli, che minacciano il Regno, e chiede il concorso della Nazione per tutelare il pubblico bene; io mi credo in dovere di far ripetere ai diletti miei Diocesani le parole del Sovrano, che in nome di Dio ci governa; molto più che a ciò fare m'invita anche una riverita Circolare del Ministro Segretario di Stato per gli Affari Ecclesiastici, di Grazia e Giustizia diretta agli Arcivescovi e Vescovi in data 24 corrente, e che ho testé ricevuta. Perciò mi affretto di accompagnarvi con questa mia lettera, o V. F., ristampato il Proclama di S. M. il Re nostro Vittorio Emanuele, perché lo leggiate al vostro Popolo spiegandolo con opportuni riflessi.

Udite, o Venerabili Fratelli

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Udite, o Venerabili Fratelli e Figli dilettissimi in Gesù Cristo, udite le magnanime commoventi parole del nostro adorato Sovrano S. M. Carlo Alberto, che giunsero stamane per via offiziale, e che Noi ci facciamo solleciti di promulgare subito per questa Città e Diocesi ristampandole insieme con questa Nostra lettera. — L'immortale Re nostro, che come scrisse il sommo Gioberti, il Cielo trascelse fra i Principi Italiani all'alto onore di tutelare l'Italia, collocandolo sulle soglie di essa come vigile scolta per annunziare il nemico, e come formidabile antiguardo contro l'impeto dei primi assalitori, Carlo Alberto dal senno e dal braccio del quale dipende ora il destino della Patria Italiana, l'Eroe grande ed intrepido in cui sono riposte le più care speranze non solo di questo Regno, ma della Nazionale indipendenza e del risorgimento della nostra classica e sacra Penisola sede e centro del Cattolicismo, il nostro Re e Signore lasciava la Reggia ed il Trono per assumere il comando de' suoi prodi eserciti e marciare alla testa delle sue gloriose e formidabili armate.

Bibliografia

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  • Filippo Artico, Esultate, o dilettissimi!, Asti, Alessandro Garbiglia tipografo vescovile, 1842.
  • Filippo Artico, Invitato da una circolare, Asti, 1849.
  • Filippo Artico, L'avventuratissimo Matrimonio, Asti, Tipografia vescovile, 1842.
  • Filippo Artico, Pensieri di uomini classici sulla lingua latina, Asti, Tipografia vescovile, 1842.
  • Filippo Artico, Protegga Iddio l'era novella, Asti, 1848.
  • Filippo Artico, Quando il re parla, Asti, 1849.
  • Filippo Artico, Udite, o Venerabili Fratelli, Asti, 1848.

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