Irene di Spilimbergo
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Irene di Spilimbergo (1538 – 1559), pittrice e poetessa italiana.
Citazioni su Irene di Spilimbergo
[modifica]- Questa cultissima giovane d'ingegno, quanto si possa mai dire, vivo ed elevato, fu discepola del sommo Tiziano Vecellio. Si rese celebre nella Pittura, conobbe la Musica, e quantunque tolta dal mondo agli ammiratori suoi nella sola età di anni 18, meritò che la fama di lei restasse ai posteri onorevolissima. (Ginevra Canonici Fachini)
- Donna di elevato spirito, perita in musica e di molta lettura. Fu allevata parte ove nacque[1] e parte in Venezia. D'ingegno vivace, non stette contenta ai lavori d'ago e di ricami, ove assai valse, ma attese con profitto alle lettere.
Leggeva attentamente, notando ne' margini, od estraendo quello che a lei pareva degno d'osservazione.
- Era bella di corpo, e tanto amabile e graziosa nel volto e in tutti i movimenti della persona, che era quasi impossibile che uomo l'incontrasse per istrada e non si fermasse a contemplarla. Era di statura mediocre ma formatissima di tutto il corpo. Aveva il volto ben misurato, pieno d'una certa venustà, e d'un sangue così dolce e benigno, che era soavissimo a contemplare.
- Era nemica mortale dell'ozio. Aveva preso il costume di levarsi il verno due o tre ore innanzi al giorno, e con poca sollecitudine della sua salute, che soffriva dal troppo vegliare e dal freddo. Quando le era detto di aversi cura, ella rispondeva: «A che aver tanto riguardo a questo corpicciuolo, ch'altro non è che vil fango e poca polvere?»
Citazioni in ordine temporale.
- D'Irene da Spilimbergo molto dissero i suoi coetanei, né mancarono anche recenti scrittori di onorarla. [...]. E invero che può esservi di più compassionevole che vedere una giovane bella, aggraziata, con occhi tanto vivaci, che il popolo veneziano solea chiamarli maghi, virtuosissima, dotata da natura delle più rare attitudini, già cólta in molte scienze, già maestra nell'arte, in quel punto che dava di sé le più grandi speranze, perire improvvisamente a venti anni? Che se il suo nome si rannoda a un'antica e onorata famiglia, se ha parentela ed amicizia fra i più chiari e più qualificati uomini di un grande Stato com'era allora Venezia, il dolore della sua immatura fine si fa sentire ancora più vivamente.
- Fin da bambina mostrò un ingegno singolarissimo, e prima si dedicò alle lettere e alla musica. Nelle lettere fece grandissimo profitto, sicché fu tosto in grado di conoscere e di gustare gli scrittori classici, nella musica apprese in breve spazio le cose più difficili, suonò il liuto, l'arpicordo[2] e la viola, e pervenne a tanto, che ella cantava sicuramente a libro ogni cosa, accompagnando la prontezza del cantare con accenti sì dolci e con sì mesta, graziosa e soave maniera, con quanta altra donzella cantasse giammai.
- Anche nel disegno era peritissima, ma quando le fu mostrato un ritratto di Sofonisba Anguissola fatto di sua mano, sentendo maravigliose lodi di lei nell'arte della pittura, mossa da generosa emulazione s'accese tutta nel desiderio di agguagliarla. E le fu cosi benigna la fortuna, che il Tiziano, il quale allora teneva il primato fra i pittori, non esitò a farsele maestro, vincendo quella ritrosia ch'egli ebbe generalmente ad accogliere scolari. Sotto guida cosi valente Irene fece in poco men di due anni tali progressi, che il maestro medesimo ne stupiva.
- Tale era l'ardore di lei nel dipingere, e tale il desiderio di non abbandonare ad un tempo gli altri studii, che sebbene delicatissima non perdonava a fatiche, vegliava le notti, né curava i rigori di un inverno che fu gelido oltremodo. E a chi la pregava di prendere riposo e le poneva innanzi agli occhi i pericoli di una vita troppo sollecita e sprezzata, ella rispondeva col motto che da se medesima aveva scritto nella porta del suo studio:Quel che destina il ciel non può fallire.E il cielo avea destinato che ella perisse, perché presa da morbo inopinato e crudele perdé la vita in pochi giorni nel 1560; di che in Venezia fu in tutte le classi grandissimo il cordoglio, e suonarono alto le lodi di questa singolare fanciulla.
Note
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