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István Vas

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István Vas (1910 – 1991), poeta ungherese.

Citato in Poeti ungheresi del '900

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  • Affida il domani, affida l'amore ad altri cuori, | a nuovi cervelli. I tuoi reni | sono divenuti l'officina della morte, | e lo strepito degli attrezzi ti si ripercuote nel capo. || Non badare al domani, affidalo alle | leggi rotonde del mondo. Portano a tempo | il vento di quaresima, la primavera. | Inondazioni e pianto di rovesci || o muto disgelo e germogli di rami | annunziano la primavera. Non passeggerai più per la strada, | col tuo primo amore, la notte di maggio, | discutendo della rivoluzione || in due, sino all'alba, non toccherai più | i suoi capelli inanellati né vedrai | illuminarsi i suoi occhi neri fondi, non vedrai più | nella notte brillare le sue braccia nude. || Ormai ti avvolge in nebbie sempre più dense | ogni alba: mesci, dunque, non sei tu che bevi: | guarda, sorseggiano di tanto in tanto | dal tuo bicchiere di cognac, le ombre. (da Vides ut alta stet, pp. 229-230)
  • [...] me ne infischio dell'immutabile, dell'eterno, | in cui sprofonderò un giorno dissolvendomi in ioni, | dell'essere che non è, dell'idolo tenebroso ancestrale. | Per me miracolo è ciò che mi ha spinto qui, nella luce fuggitiva, | per me miracolo è ciò che scompare, che perdura qui un attimo, | ciò che non era, non sarà, e mentre è muta di continuo, | la febbre quotidiana, sotto i trentasette, che garantisce la sopravvivenza, | la diversità, l'individualità, l'ultima realitas | ciò che appare, scompare, e se è stato, non tornerà più, | ciò che dopo gli ioni neanche il Signore dei mondi potrà ricreare. (da Ultima realitas, p. 232)
  • Un ingenuo? Solo perché ha preso sul serio | qualche partita per noi da un pezzo cancellata | dalla colonna Debito? Ma a che serve la vita | se non si arrischia almeno di quando in quando | questa improbabile eventualità? | Lui ha percorso sino alla fine, a occhi aperti, | questa splendida via senza uscita. | Con occhi aperti andando incontro alla iena prezzolata. (da Allende, p. 263)

Bibliografia

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  • Poeti ungheresi del 900, a cura di Umberto Albini, ERI, Torino, 1976

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