Jacopo Riccati
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Jacopo Francesco Riccati (1676 – 1754), matematico italiano.
Opere
[modifica]Nella mia senile età, mentre la fantasia è meno torbida, e più lucido l'intelletto, mi sono dato di proposito a contemplar l'Universo, e a coltivare la Fisica: scienza oltre ogni credere difficilissima, di cui diceva Galileo Galilei, che solo Dio la sa tutta e gli Uomini a stento ne intendono una piccolissima parte.
Citazioni
[modifica]- È una maraviglia, quali stravaganze siano uscite di bocca ai Fisici volgari, ed anco a qualche più timoroso Geometra. Sogliono comunemente pensare, che l'intelletto umano non abbia ale per sollevarsi all'infinito, obbietto trascendente, che coll'ignorarlo solamente alquanto si può comprendere: che la mente se lo finge in un continuo flusso, e con una metafisica astrazione toglie di mezzo qualunque limite. (vol. 1, p. 28)
- Certe idee semplici rappresentanti gli obbietti, che sono fuori di noi, assai meglio s'imprimono nelle menti altrui coi comunali vocaboli, che colle studiate diffinizioni. Ognuno sa cosa è forza; e quasi che fosse un misterio, è stata messa dai Matematici, e dai Fisici sotto tanti differenti aspetti, e tal volta contrarj, che non se ne cava costrutto; e sono nate moltissime equivocazioni, per cui sulle verità capitali tutt'ora ostinatamente si disputa. Per anco non van d'accordo, se diasi forza viva in Natura, e molto meno qualmente abbia a misurarsi; non essendo ai giorni nostri sopita intieramente la lite fra i seguaci del Cartesio, e del Leibnizio. (vol. 1, p. 41)
- Egli è certissimo, che la materia inerte a varie mutazioni di stato perpetuamente soggiace. O ciò facciasi, passando un corpo dalla quiete al moto, o al rovescio, ovvero accelerandosi, e ritardandosi, o pure perchè, secondo le circostanze, cangi figura, e si ammacchi, e si costipi, e si rarefaccia, e talvolta si scheggi, e si spezzi: tutti questi effetti fisici, ed analoghi da cause fisiche simili infallibilmente traggono la loro origine. (vol. 1, p. 41)
- Dopo aver diligentemente esposti gli usi, e gli abusi, coi quali è stato maneggiato il celebre antichissimo assioma,
Che nulla mai si può crear dal nulla,
E nulla mai puote ridursi in nulla,
mi rivolgo a proporne alcuni più chiari della luce del mezzo giorno, e tanto evidenti, quanto l'evidenza medesima. (vol. 2, p. 52)
Bibliografia
[modifica]- Jacopo Riccati, Opere, vol. 1, Iacopo Giusti, Lucca, 1761.
- Jacopo Riccati, Opere, vol. 2, Iacopo Giusti, Lucca, 1762.
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