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Jurij Skuratov

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Skuratov nel 1997

Jurij Il'ič Skuratov (1952 – vivente), politico e giurista russo.

Citazioni di Jurij Skuratov

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  • Dobbiamo approfondire l'inchiesta [...] ed accertare se il Presidente sapeva dell'origine di quei soldi, se Tatjana Borisovna sapeva quale denaro stesse spendendo per fare acquisti e chi stesse pagando i suoi conti. Non capisco perché il Presidente nasconda la testa nella sabbia.[1]

Intervista di Rossella Ripert, l'Unità, 14 dicembre 1999, p. 12.

  • La Famiglia si è sentita realmente in pericolo con quelle inchieste. Ha reagito mettendo sotto controllo il potere giudiziario. C'è stata una vera e propria purga. Funzionari onesti sono stati cacciati via, defenestrati. È successo al ministero degli Interni. È saltato il capo della commissione inchieste, Kozhevnikov. Sono stati rimossi bravi funzionari ai servizi segreti. L'epurazione non ha risparmiato gli uffici della Procura generale: dopo la mia sospensione è stato imposto Ustinov, legato a Voloshin, capo dell'amministrazione di Eltsin, e creatura di Berezovski. Il mio vice Katushev, è stato allontanato dall'inchiesta. Il capo del Dipartimento degli affari speciali, Kazakov, ha perso il posto. È stato sostituito il giudice Ciuglazov che seguiva il caso Mabetex e gli appalti d'oro del Cremlino. Al suo posto c'è un uomo telecomandato. È saltato persino il capo della polizia di Mosca, Kulikov e rischia la poltrona il procuratore della capitale, Gherassimov. Ecco perché non sono sorpreso. Mi fa sorridere Primakov quando denuncia tentativi di corruzione dei suoi candidati e chiede un'inchiesta della magistratura. Il mio consiglio è di mandare le prove all'Onu piuttosto che alla Procura.
  • Io credo che la sola prospettiva percorribile sia quella di portare a termine l'inchiesta svizzera e di inviare tutto il materiale per un eventuale processo in Russia. Ma mi rendo conto che è quasi impossibile dal momento che sotto accusa ci sono personaggi potenti che tengono sotto controllo il sistema giudiziario e penale russo. La tragedia della Russia sta nel fatto che attualmente non abbiamo un potere giudiziario indipendente. È totalmente sotto il controllo del Cremlino.
  • Il mio dramma personale è stata la conferma dell'assenza di libertà. Ho cercato di fare il mio lavoro senza guardare al Cremlino, attenendomi alla legge russa che stabilisce l'indipendenza del procuratore generale. Non è prevista nessuna ubbidienza al presidente. Anzi ogni ingerenza nell'attività del procuratore viene considerata illegittima.
  • Per ilmomento il Cremlino trionfa. Però è una vittoria di Pirro. Lamia preoccupazione, ripeto, è di non lasciare sparire i dossier. Sono convinto che il popolo russo prima o poi chiederà giustizia. E i corrotti saranno puniti.
  • Eltsin non lascerà mai che io torni nel mio ufficio. Per me la porta è chiusa. E lo sarà fin quando lui sarà presidente. Violerà la legge, come ha già fatto, ma mi terrà fuori. Non potrebbe consentire di vedermi tornare al lavoro nel pieno della campagna presidenziale. Non mi faccio illusioni.
  • La Russia ha bisogno della solidarietà dell'Occidente, che per ora è stato troppo prudente. Serve una stretta collaborazione giudiziaria, di polizia. Servono controlli comuni. Abbiamo già perso molto tempo e molte ricchezze preziose per il paese. La Duma russa deve imparare dal Congresso americano a esercitare un potere maggiore sull'esecutivo, sulle sue spese.
  • Le elezioni sono un'importante istituzione democratica. Molto importante. Però non basta per poter dire di vivere in un paese democratico. Sulla mia pelle so che sono stato diffamato, che hanno fabbricato un processo contro di me. Ho sofferto per la mia attività professionale, per aver osservato la legge. Como posso parlare di democrazia in Russia dal momento che il Cremlino non rispetta la legge? Como posso parlare di democrazia quando mi hanno ritirato il passaporto impedendomi di andare all'estero ad incontrare i miei colleghi? Che democrazia è questa?

Intervista di Giulietto Chiesa, La Stampa, 24 dicembre 1999, p. 11.

  • Il voto è il risultato di un lavaggio di cervelli. Putin ha mostrato di sapere come si usa il potere. Prevedo che le inchieste saranno congelate. Che l'Amministrazione presidenziale è corrotta lo sanno tutti.
  • Putin è l'erede della Famiglia.
  • Ormai la Corte Costituzionale non prende decisioni contro Eltsin. È lui che propone i giudici e ovviamente sceglie i fedeli.
  • [«Ha temuto per la sua vita?»] Certo. Con l'inchiesta sulla Mabetex in Svizzera sono stati congelati conti russi per milioni di dollari. Anche quello di Berezovskij, per 70 milioni. E in Russia per ammazzare qualcuno bastano 2-3 mila dollari. [«Anche lei?»] 5 mila al massimo. Temo per la famiglia, ma la rabbia e l'odio hanno sostituito la paura.
  • [Su Carla Del Ponte] È onesta, con enorme dedizione al lavoro. È raro qualcuno che lavora per dovere. Ho una profonda ammirazione per il suo coraggio, tutt'altro che femminile. Lei non ha creduto al fango che è stato versato su di me.

La Stampa, 24 dicembre 1999, p. 11.

  • Quando entrai nell'ufficio di Bordiuzha, chiese: «Come va con Berezovskij?». Risposi che stavamo indagando. Ma mi fece una seconda domanda, che non mi aspettavo: «Cosa è successo con la Mabetex?». Come faceva a saperlo? «Una cosa seria - dissi - e fastidiosa. Stiamo indagando su documenti ricevuti dagli svizzeri». Bordiuzha fece una faccia come se il colletto gli stesse stringendo il collo. «Mi hanno portato un video - disse con palese difficoltà - guardiamolo insieme». Prese il telecomando e sullo schermo apparve un uomo che mi assomigliava e due ragazze nude. Rimasi di stucco: come era possibile essere così brutali? Il tizio del filmato mi assomigliava davvero. Fatto proprio bene, con un doppiaggio che ripeteva le mie intonazioni.
    A chi serviva questa porcheria? A Berezovskij innanzitutto. Successo garantito. Puoi dire che non sei tu, che la proiezione di questa cassetta è un reato. Ma quando anche esperti e giudici diranno che non sono io l'uomo del filmato, rimarrà la calunna. Ma Bordiuzha si era tradito. Nessuno, tranne me e 2-3 uomini alla Procura, sapeva cosa fosse la Mabetex e a quanti funzionari dell'entourage di Eltsin aveva dato tangenti per ottenere lucrosi contratti per restaurare il Cremlino. È chiaro che gliene aveva parlato Pavel Borodin, che l'aveva saputo dall'albanese-kosovaro Behjet Pacolli. E Berezovskij: Bordiuzha aveva preso a parlare con la sua voce.
  • «Scusi, dove ha preso la cassetta?» «L'ho trovata in una busta sulla mia scrivania, non so chi l'abbia messa», rispose Bordiuzha.
    Un'altra bugia. Chi può entrare nell'ufficio del capo dell'Amministrazione presidenziale, lasciare una busta e andarsene? Chiesi di poter presiedere il colleggio della Procura, tra due giorni. Bordiuzha rifletté un attimo: «Quelli che vogliono toglierla di mezzo non vorranno aspettaree passeranno la cassetta alle tv». Ma come? Aveva appena detto di aver trovato la cassetta per caso!
  • Mi ricordai che Carla Del Ponte mi aveva telefonato a gennaio per raccontarmi della perquisizione della Mabetex, svolta su mia richiesta. Aveva trovato documenti molto interessanti, tra cui carte di credito a nome di Tatiana Diacenko, Elena Okulova e dello stesso Eltsin. Due di queste carte erano state usate: quelle delle figlie del Presidente. La signora Del Ponte aveva chiamato da un comune telefono urbano. Dunque il mio telefono veniva controllato già all'epoca.

Intervista di Alberto Stabile, la Repubblica, 21 aprile 2000.

  • Non è che ho perso io [...]. In realtà ha perso il paese perché la mia vicenda ha dimostrato che la legge in Russia non è un criterio per valutare il comportamento dei pubblici funzionari, i quali possono abusarne. E ha perso la società che non ha sottovalutato il pericolo della corruzione, un pericolo con il quale temo dovremo fare i conti ancora a lungo.
  • Eltsin ci ha lasciato il peggior retaggio possibile. Putin sta elaborando le sue strategie. Si intravedono nuovi approcci e probabilmente molte cose non verranno risolte in maniera irresponsabile come prima. Ma tutto sommato, per ciò che riguarda questa storia, il nuovo potere è risultato molto simile al precedente.
  • In sostanza, non è cambiato niente. Il provvedimento numero uno di Putin è stato il decreto sull'immunità a Eltsin che ha portato l'ex presidente fuori dal raggio della legge. E poi la campagna in Cecenia. Si stanno facendo gli stessi errori e c'è da supporre che ci aspetti lo stesso fallimento di prima.

Note

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  1. Citato in «Ho le prove contro Eltsin e le figlie», La Stampa, 4 settembre 1999, p. 11.

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