Kālidāsa
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Kālidāsa (IV – V sec.), poeta indiano (lingua sanscrita).
- Sceso tu a prender acqua, | ladro del color dell'arciere, | la corrente di quel fiume, | sottile per la distanza anche se ampia, | i celesti, volgendo in basso gli sguardi, | la vedranno lontano, | come un filo di perle della terra | con un grosso zaffiro nel mezzo. (46, da Nuvolo messaggero; 2009)
- Come la luce d'una fiaccola che si muove nella notte | a ciascuno passa avanti lei che sceglie lo sposo: | come una torre di guardia sulla strada del re, | sbiadendo impallidisce ciascun principe. (VI, 67, da La stirpe di Raghu; 2009)
- Troppo arsa da diversi fuochi | mobili in cielo o sorti dalla legna, | alla fine dell'estate inumidita dalle piogge nuove | insieme con la terra effondeva vapore verso l'alto. || Ferme un attimo fra le ciglia, toccate le labbra, | spolverizzate cadendo sui seni sublimi, | incerte lungo le tre pieghe giungono | lente al suo ombelico le prime gocce d'acqua. (V, 23-24, da L'origine di Kumāra; 2009)
Bibliografia
[modifica]- Poesia indiana classica, a cura di Siegfried Lienhard e Giuliano Boccali, traduzioni di Giuliano Boccali e altri, Marsilio, Venezia, 2009.