Lea Ypi

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Lea Ypi

Lea Ypi (1979 – vivente), filosofa e scrittrice albanese.

Citazioni di Lea Ypi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Di solito quando si insegna la filosofia politica si dice che il principio cardine del socialismo è l'uguaglianza e quello del liberalismo la libertà, ma per me è problematico perché ho sempre visto nella tradizione di pensiero di sinistra una radicalizzazione dell'idea di libertà che si trova nel pensiero liberale: una forma di critica della società per cui nel capitalismo non ci può essere vera libertà perché una forma istituzionale che si basa sulla competizione tra individui sopprime la libertà di alcuni per il profitto di altri, e dunque è in realtà una libertà promessa a livello istituzionale che però nella società non viene mai realizzata.[1]
  • Nei paesi dell'Europa dell'est, che sono il risultato di grandi tragedie storiche, c'è un senso di scetticismo e nichilismo che viene alleggerito dal senso dell'umorismo: si scherza e ci si burla della morte e di altre cose molto serie, è un modo di riappropriarsi tramite l'ironia di un punto di vista diverso da quello della vittima e così ci si fa beffe della Storia.[1]

L'idea gramsciana di Lea Ypi: «Essere di parte serve al bene pubblico ma non dev'essere fazionalismo»

Intervista di Alessandro Martini e Maurizio Francesconi, torino.corriere.it, 8 ottobre 2021.

  • [«Da che cosa deriva questa crescente sfiducia nei confronti dalla politica?»] Da una crisi di rappresentanza dovuta allo scollamento tra decisioni sempre più importanti, assunte in sedi sempre più distaccate dai meccanismi di legittimazione nazionale. Molte delle crisi che affrontiamo ai nostri giorni sono crisi di natura globale che richiedono l'intervento coordinato di vari paesi (si pensi all'Unione Europea) e che sempre più spesso ottengono soluzioni di natura tecnica senza sufficiente scrutinio democratico. Le elezioni sono ridotte a un esercizio astratto, né preceduto né seguito da un dibattito sostanziale. I partiti politici hanno perso la loro natura "politica" e sono ridotti a semplici gruppi di interesse. I cittadini, privi di sedi in cui partecipare e interagire, sentono che l'unica voce possibile è un voto di protesta che glorifica il passato o demonizza chi è diverso, anziché impegnarsi in comune guardando al futuro.
  • [«Può esistere una leadership "imparziale"?»] In campo politico, credo che l'imparzialità non esista, è una specie di occultamento ideologico, volto ad attribuire le cause di particolari decisioni politiche, anche problematiche, a forze indipendenti alla volontà umana. Negli ultimi anni, i governi hanno invocato spesso la politica di emergenza per attuare decisioni senza il giusto livello di dibattito democratico e politico. È una forma di imparzialità falsa, che nasconde l'imposizione delle ragioni del più forte.
  • [«Perché è importante dichiararsi "di parte"?»] È importante come espressione di un impegno politico che non si ferma all'individuo ma permette di identificarsi con altri, di riconoscersi in una storia comune e imparare dagli errori del passato e lavorare per il futuro. Ma l'essere di parte non significa affatto essere parziali. Il vero parteggiare è quello che promuove visioni politiche diverse che sono giustificate da un'idea imparziale di quello che può contribuire al bene pubblico.
  • Il mondo globalizzato è un mondo caratterizzato da dinamiche politiche ed economiche in cui lo scambio delle merci è più importante della dignità degli esseri umani e in cui le istituzioni politiche vengono manipolate da quelle economiche e degenerano in fazioni o gruppi di interesse. Soltanto una volta che si siano eliminate queste asimmetrie di potere sarà possibile uno scambio politico genuine e una democrazia degna del suo nome. Soltanto allora i disaccordi tra le parti, anziché una fonte di corruzione della sfera pubblica, possono diventare una risorsa che contribuisca a promuovere un ideale di scambio democratico, purtroppo molto lontano dalle attuali pratiche.

Lea Ypi, la libertà vera è la dignità della persona

Intervista di Mauretta Capuano, ansa.it, 23 maggio 2022.

  • [...] la libertà vera è la dignità della persona. E questa forma di libertà morale, che è il centro della persona nessun sistema, per quanto sia oppressivo, può riuscire completamente a toglierla. Siamo tutti vittime delle circostanze però abbiamo una forma di libertà interiore, morale, che ci permette di alzarci al di sopra dell'oppressione delle istituzioni in cui viviamo e anche di criticarle.
  • Da accademico si ha sempre la tendenza a dare lezioni e invece a me quello che piace della letteratura è che è una forma più democratica di comunicazione con il pubblico. Più che dare risposte ti poni interrogativi e apri un processo di ricerca insieme al lettore. È un passaggio che ti libera molto.
  • Ma qual è la vera libertà? Cosa significa vivere in una società libera? Di che tipo di libertà abbiamo bisogno? [...] Per me la forma più importante di libertà è quella che chiamo libertà morale che poi è un po' il fondamento della critica delle società in cui viviamo. Non dobbiamo essere paternalisti nel mondo di pensare. La dinamica aiutante-vittima parte da buone intenzioni, ma quando si tratta di capire la complessità delle situazioni fa sfuggire molte cose.

Note[modifica]

  1. a b Dall'intervista di Ludovica Lugli, La libertà secondo Lea Ypi, che da bambina abbracciò Stalin, ilpost.it, 31 maggio 2022.

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