Ludovico di Breme
Ludovico di Breme, nome completo Ludovico Arborio Gattinara dei Marchesi di Breme (1780 – 1820), scrittore e saggista italiano.
Mio Padre[1]
Lo scritto, che si adorna in fronte dell'onorando e caro Nome Vostro, liberamente ragiona contro quella specie di volgare e pernicioso entusiasmo delle patrie lettere, che in luogo di rendersi, con luminose opere contemporanee, esemplare alle vicine nazioni, e memorabile alla futura nostra, usa sfogarsi in ciance biliose, e fa pompa di antichi fasti, e di tutto si soccorre, e perfino di calunniose imputazioni, onde sfregiare, se possibil fosse, nella nostra terra i nomi più illustri di tutta Europa. Inutile invidia! sconsigliato avvedimento! che a null'altro giovando fuorché a blandire l'Italia nell'attuale suo sonno colle vane immagini delle andate glorie, le faranno intanto perdere fin quella di ospitale e di gentile.
Note
[modifica]- ↑ È il march. Ludovico Gius. Arborio Gattinara di Breme, nato nel 1754 a Parigi, ove suo padre era ambasciatore del Re di Sardegna. Appartenne a sua volta alla diplomazia piemontese e sostenne importanti uffici a Napoli, a Vienna, a Pilnitz, a Francoforte. Quando i Francesi invasero gli Stati Sardi, fu ostaggio in Francia. Venuto nel 1804 a Milano, fu nel 1805 nominato da Napoleone Consigliere di Stato e Commissario generale delle sussistenze per l'esercito d'Italia. Fu poi Ministre de l'Intérieur du Royaume d'Italie dal 1806 al 24 ottobre 1809 e in appresso Presidente del Senato. Caduto l'impero napoleonico riprese stanza nella Lomellina e a Torino, rivolgendo la mente e l'azione al pubblico bene. Per le notizie inesatte date su di lui nella Biographie des Vivans (Paris, Michaud) pubblicò anch'egli un opuscolo di replica: Lettre | du | marquis | Arborio Gattinare de Brême | à ses fils à Milan | Genève | J.-J. Paschoud | 1817 | pp. 14, che fu pure stampato col medesimo titolo a Brescia dal Bettoni il medesimo anno. La lettera ha la data di Sartirana, 24 aprile 1817. Parlando dell'opera da lui svolta durante il regno italico come ministro degli interni, egli dice tra l'altro: «Je ne ménageai au besoin ni les hiérophantes de la révolution, ni leurs protecteurs; je fus assidu au travail, ami de l'ordre et des moeurs; l'un des pilotes enfin actif et vigilant d'un vaisseau monté par plus d'un corsaire» (p. 10). Per difendere la sua opera di Ministro del Regno d'Italia, pubblicò inoltre: Observations | du | Marquis | Arborio Gattinare de Brême | sur quelques articles peu exacts de l'histoire de | l'administration du Royaume d'Italie pendant la | domination des Français, attribuée à un nommé | M. Frédéric Coraccini, | et traduite de l'italien | Turin | De l'imprimerie de Joseph Favalle | mdcccxxiii | in 8°, pp. 96, con documenti. Notevoli sono anche i suoi memoriali sulla Lomellina e sul Dipartimento dell'Agogna (1802 e 1803) e in particolar modo i suoi lavori di argomento agricolo ed educativo, i quali hanno serbato il suo nome nella storia della nostra pedagogia e della nostra agricoltura. Come il figlio Ludovico, fu un ammiratore entusiastico dell'Istituto agricolo di Hofwyl e fu in relazione con il conte Luigi di Villevieille, che era ivi «braccio destro del Fellenberg». Morì nel 1828 a Sartirana. Un accenno alla sua azione culturale, la quale negli ultimi anni fu viva e intensa, è nel vol. G. Capponi, Sull'educazione e scritti minori, con prefaz. di E. Codignola, Firenze, Vallecchi, 1921, p. 111, e a p. 253 del vol. II del cit. Breve corso di storia dell'educazione di P. Monroe ed E. Codignola. Nel saggio di G. Vidari, Scuole mutue e asili d'infanzia agli albori del Risorgimento, in «Rivista Pedagogica», A. XX, 1927, egli è designato come «il capo piemontese del movimento lancasteriano». È figura che meriterebbe d'essere studiata. Cfr. intanto Domenico Carutti, Storia della Corte di Savoia durante la Rivoluzione e l'Impero Francese, Torino, Roux, 1892, vol. II, p. 366; Giovanni De Castro, Milano durante la dominazione napoleonica giusta le poesie, le caricature ed altre testimonianze dei tempi, Milano, Dumolald, 1880, pp. 278-280 e p. 396, dove è anche un accenno al figlio Ludovico; André Janin, Napoléon et l'Italie, Paris, Janin, 1947, per l'inquadramento; Melchiorre Roberti, Milano capitale napoleonica, La formazione di uno Stato Moderno, 1796-1814, tre voll., Milano, «Studi e testi di storia milanese», 1946-1947; Angiolo Gambaro, Movimento pedagogico piemontese nella prima metà dei secolo XIX, in «Salesianum» XII, 1950.
Bibliografia
[modifica]- Ludovico di Breme, Intorno all'ingiustizia di alcuni giudizi letterari italiani, in "I manifesti romantici del 1816 e gli scritti principali del «Conciliatore» sul Romanticismo", a cura di Carlo Calcaterra, Unione Tipografica Editrice Torinese, Torino, 1951.
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