Lucia Tilde Ingrosso
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Lucia Tilde Ingrosso (1968 – vivente), giornalista e scrittrice italiana.
Shanmey, liberidiscrivere.com, 17 settembre 2010.
- Mi ricordo il primo giornalino: Il Corriere dei Piccoli, ma di annate molto antecedenti alla mia nascita. Mio padre, infatti, aveva cominciato a comprarlo ben prima che io nascessi. Tanto che una volta in edicola gli chiesero "Ma quanti anni ha sua figlia, sarà grande ormai?" lui li stupì rispondendo: "Sei mesi!".
- Quando ero ragazzina, mio padre lavorava in Mondadori. Tutte le volte, tornava da Milano con un nuovo romanzo di Agatha Christie per me. Cominciai ad adorarla. Apprezzavo le sue trame geniali, i personaggi sfaccettati, le ambientazioni evocative. Non faceva mancare mai nulla ai suoi lettori: intrigo, passione, amore, delitti, ironia. Romanzi belli e divertenti. Da allora cominciai a pensare che mi sarebbe piaciuto intrattenere e divertire i lettori come faceva lei. Beh, quasi.
- L'idea per un libro nasce da una scintilla: uno sguardo, una notizia sul giornale, un'immagine in tv. Da lì, do libero sfogo alla fantasia. Costruisco un plot. Di solito, ci penso mentre cammino (ho la fortuna di andare in ufficio a piedi). Poi comincio a scrivere. La scaletta la compilo via via. Non voglio sapere fin dall'inizio dove andrò a parare, sennò mi annoio. Preferisco lasciarmi trasportare dalla storia e dai personaggi. Se questa magia accade a me, penso che sia più facile che tocchi anche i miei lettori. Ovviamente, nel caso di un giallo, il nome dell'assassino devo averlo chiaro fin dall'inizio. Le revisioni più importanti si fanno con gli editor della casa editrice, per smussare gli angoli, tagliare se necessario, sanare le incongurenze».
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