Ballate liriche

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Seconda edizione di Ballate liriche

Ballate liriche (Lyrical Ballads, 1798), raccolta di poesie di William Wordsworth (1770 – 1850) e Samuel Taylor Coleridge (1772 – 1834).

Incipit[modifica]

Originale[modifica]

The Rime of the Ancyent Marinere,
in seven parts
Argument: How a Ship having passed the Line was driven by Storms to the cold Country towards the South Pole; and how from thence she made her course to the tropical Latitude of the Great Pacific Ocean; and of the strange things that befell; and in what manner the Ancyent Marinere come back to his own Country.
I
It is an ancyent Marinere, | And he stoppeth one of three: | "By thy long grey beard and thy glittering eye | Now wherefore stoppest me? | "The Bridegroom's doors are open'd wide | "And I am next of kin; | "The Guests are met, the Feast is set, – | May'st hear the merry din. – || But still he holds the wedding-guest – | There was a Ship, quoth he – | "Nay, if thou'st got a laughsome tale, | "Marinere! come with me"

Traduzione[modifica]

La ballata del vecchio marinaio
in sette parti
Sommario: Come una nave, oltrepassato l'Equatore, venne spinta dai fortunali ai freddi paesi antartici, e come di là fece vela verso le latitudini tropicali del grande Oceano Pacifico; e delle strane cose che accaddero; e in qual modo il vecchio marinaio fece ritorno al proprio paese.
I
È un vecchio marinaio, | Ed egli ferma uno dei tre: | "Per la tua barba grigia e gli occhi scintillanti, | Di', perché fermi proprio me?" || "Il portone dello sposo è spalancato, | Ed io gli sono parente stretto; | La tavola è imbandita, gli ospiti son giunti – | Puoi sentirne lo strepito gioioso". || Ma quello non lascia il convitato – | C'era una nave, egli diceva... | "Beh, se c'è da far quattro risate, | O marinaio vieni con me!"

Citazioni[modifica]

  • L'uomo il cui occhio | è sempre volto a se stesso, ha fisso lo sguardo | sulla minore dell'opere della natura, | tale da indurre il saggio a quel disprezzo | che la saggezza a sé sempre proibisce. Sii tu più saggio || memore che la vera conoscenza guida all'amore, | e la vera nobiltà alberga in chi soltanto, | nell'ore mute dell'intimo pensiero, | può tenere in sospetto, ma sempre venerare, se stesso, | in umiltà di cuore. (da Versi abbandonati su un sedile scavato in un tasso..., p. 97 e 99)
The man, whose eye | Is ever on himself, doth look on one, | The least of nature's works, one who might move | The wise man to that scorn which wisdom holds | Unlawful, ever. O, be wiser thou! | Instructed that true knowledge leads to love, | True dignity abides with him alone | Who, in the silent hour of inward thougt, | Can still suspect, and still revere himself, | In lowliness of heart. (da Lines left upon a Seat in a Yew-tree, p. 96 e 98)

Bibliografia[modifica]

  • Wordsworth e Coleridge, Ballate liriche (Lyrical Ballads), traduzione di Franco Marucci, Oscar Mondadori, Milano, 2005.

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