Mátyás Rákosi

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Rákosi nel 1947

Mátyás Rákosi (1892 – 1971), politico ungherese.

Citazioni su Mátyás Rákosi[modifica]

  • Per noi giovani comunisti, egli era allora un grande esempio. Ha trascorso quindici anni in prigione ed è stato processato due volte. (János Kádár)
  • Quando un uomo legge ogni giorno, sui giornali e nei libri, di essere geniali e senza errori, per forza di cose finisce col crederci. Per tutti questi motivi noi pensiamo che Rakosi ed i suoi collaboratori non erano nemici del popolo, ma la loro attività, in conseguenza di quegli errori, si è risolta in un danno per il popolo. (János Kádár)

Enver Hoxha[modifica]

  • Avvedutosi del pericolo che minacciava il partito e il paese, aveva preso misure contro Imre Nagy, cacciandolo dal partito verso la fine del 1955. Ma era troppo tardi. Il ragno della controrivoluzione aveva impigliato nella sua rete l’Ungheria e questa era in procinto di perdere la partita.
  • Rakosi aveva un difetto, era espansivo e gonfiava i risultati del lavoro. Ma nonostante questo difetto, Matias, a mio avviso, aveva un buon cuore di comunista e la sua visione della linea di sviluppo del socialismo non era errata. Bisogna riconoscere che, a mio giudizio, l’Ungheria e la direzione di Rakosi erano divenute bersaglio della reazione internazionale appoggiata dal clero e dal potente ceto dei kulak e dei fascisti horthiani camuffati, del titismo jugoslavo con i suoi agenti capeggiati da Rajk, Kadar (mascherato) ed altri, e infine di Krusciov e dei kruscioviani, che non solo non gradivano Rakosi e quelli che lo sostenevano, ma lo odiavano perché era fedele a Stalin e al marxismo-leninismo e, all’occorrenza, con il peso della sua personalità, si opponeva a loro nelle riunioni congiunte.
  • Rakosi era una persona onesta, un vecchio comunista, un dirigente del Comintern. Aveva buone intenzioni, ma il suo lavoro veniva sabotato dall’interno e dall’esterno. Finché visse Stalin, tutto sembrava procedere bene, ma dopo la sua morte incominciarono ad apparire le debolezze in Ungheria.

Imre Nagy[modifica]

  • I fatti dimostrano che la direzione tipo Rákosi in passato ha commesso una serie di gravi errori, sbagliando senza remissione anche su questioni teorico-politiche ed economiche fondamentali. Adesso cercano di far credere, dimenticando i gravi errori e gli sbagli precedenti, che hanno sempre ragione.
  • La cricca di Rákosi era staliniana e tale è rimasta: l'abito non fa il monaco.
  • Preferisce sacrificare gli interessi del partito e del paese, piuttosto che riconoscere i propri errori.
  • Rákosi si è sempre definito, fino in tempi recentissimi, intelligente, previdente e saggio e non ingannabile, uno che non sbaglia e non commette errori. Quando invece dovrebbe rispondere di gravi errori e colpe, da un momento all'altro fa finta di essere il più sempliciotto, il più ingenuo degli uomini, che chiunque può menare per il naso. Bisogna farla finita con queste scuse così balorde e infantili di un dirigente. Se è vero quello che afferma, e cioè che è stato ingannato e fuorviato, allora è una stupida testa di rapa, che non può stare nella direzione del paese e del partito. Se invece, con menzogne come queste, vuole soltanto salvare la pelle, come effettivamente è, allora è lui che considera stupide teste di rapa il popolo ungherese e il proprio partito, illudendosi che chiunque creda ai suoi insulsi tentativi di giustificazione. In un modo o nell'altro, Rákosi deve scomparire totalmente dalla vita pubblica ungherese. Questo è il presupposto per eliminare il dominio del terrore di Rákosi, in tutte le sue forme e con la sua atmosfera putrida.

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