Ramsey Campbell
Ramsey Campbell (1946 – vivente), scrittore britannico.
Citazioni di Ramsey Campbell
[modifica]- Clive Barker è lo scrittore più originale che sia apparso sulla scena del racconto dell'orrore in questi ultimi anni e, nel senso più positivo del termine, lo scrittore contemporaneo più scioccante in questo genere letterario.[1]
- Si ritiene spesso che il racconto dell'orrore sia di ispirazione reazionaria. Senza dubbio alcuni dei migliori rappresentanti del genere sono stati di questa tendenza, ma questo pregiudizio ha anche dato origine a non poche affermazioni gratuite e non c'è motivo di presumere che tutto questo settore sia popolato di nostalgici. Quando si parla di fantasia, le uniche regole da rispettare devono essere quelle dell'istinto e da questo punto di vista Clive Barker non ci delude mai. Sostenere (come fanno alcuni autori dell'orrore, secondo me per autodifesa) che il racconto dell'orrore ha lo scopo fondamentale di ricordarci che cosa è normale, proprio in quanto ci rivela l'anormalità del soprannaturale e del diverso, non è molto lontano dall'affermare (come mi sembra che pensino alcuni ambienti editoriali) che il racconto dell'orrore deve avere per argomento la quotidianità della gente comune messa a confronto con un elemento di straordinarietà. E meno male che nessuno convinse Poe a far sua questa premessa... e ringraziamo Clive Barker per il suo radicalismo letterario.[2]
Attento all'uccellino
[modifica]Spero di non essere biasimato perché questa storia non ha un finale vero e proprio.
Permettete che cominci con lo spiegare che mi sto dando da fare per far sparire Merseyside. No, non faccio l'urbanista: creo orrori nella mia qualità di scrittore. Molte delle mie storie hanno come scenario Merseyside, e un numero sconcertante di loro ambienti non esiste più, un po' come la modella della storia di Poe che morì non appena il pittore terminò di raffigurarla sulla tela.
L'intrattenimento
[modifica]Quando Shone si ritrovò nuovamente a Westingsea, ormai non riusciva a distinguere che brevi tratti di strada, mentre i tergicristalli cercavano in qualche modo di schivare i violenti scrosci di pioggia. La passeggiata... lungo la quale aveva visto gli ospiti delle case di riposo in carrozzella che di buon mattino venivano accompagnati a prendere la quotidiana dose di sole e i giovani con lo zaino sulle spalle che si ammassavano sulle corriere dirette verso l'interno, nella zona dei laghi... ora agitava alberi, apparentemente troppo giovani per uscire da soli, verso un mare grigio che mostrava innumerevoli orli di schiuma.
Mackintosh Willy
[modifica]Tanto per cominciare, egli non si chiamava Mackintosh Willy. Non ho saputo chi gli diede quel nome. Che fosse uno di quei soprannomi scaturiti dal subconscio di un gruppo, nomi riconosciuti da ogni membro del gruppo stesso e che però, almeno apparentemente, nessuno aveva inventato? Bisogna pur dare un nome alle proprie paure non foss'altro che per potersi illudere di controllarle. Eppure, talvolta mi chiedo in che misura noi stessi avessimo contribuito a creare la sua mostruosità. Interrogarmi mi aiuta a non pensare alla responsabilità che ebbi nel determinare il corso degli eventi.
Note
[modifica]Bibliografia
[modifica]- Clive Barker, Infernalia, introduzione di Ramsey Campbell, traduzione di Tullio Dobner, Sonzogno Best Seller, 2000. pp. 222 ISBN 8845418898
- Ramsey Campbell, Attento all'uccellino, traduzione di Gianni Pilo, in "L'orrore del buio", a cura di Karl Edward Wagner, Newton & Compton, 1996. ISBN 8881831988
- Ramsey Campbell, L'intrattenimento, in "999", a cura di Al Sarrantonio, traduzione di Tullio Dobner, Annabella Caminiti, Francesco Di Foggia, Sperling & Kupfer, 1999.
- Ramsey Campbell, Mackintosh Willy, traduzione di Adria Tissoni, in "Il colore del male. I capolavori dei maestri dell'horror", a cura di David G. Hartwell, Armenia Editore, 1989. ISBN 8834404068
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