Manuela Falorni
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Manuela Falorni, spesso menzionata con l'appellativo La Venere Bianca (1959 – vivente), ex attrice pornografica italiana.
Intervista di Simona Griggio, ilfattoquotidiano.it, 18 ottobre 2022.
- [«[...] com'era il mondo del porno negli anni '90?»] Ho avuto la fortuna di lavorare all'epoca di colleghe come Eva Henger, Eva Orlowsky, Moana Pozzi, artiste del porno. Eravamo star. Il film erano basati su storie accattivanti, le location avevano vere e proprie scenografie. A volte si girava anche per un mese, soprattutto nell'Europa dell'Est, e nei cast c'erano persino attori non porno. Poi c'erano gli spettacoli nei teatri, un mondo complementare a quello cinematografico. Per noi artiste era l'apoteosi. Si faceva lo show, erotico, burlesque, intrigante, e poi si scendeva in platea per giochi di corteggiamento e ironia. Nulla di più. Ma con stile. [«E oggi invece?»] Oggi la pornografia mette in scena soprattutto la violenza. Le fantasie malate. Nei film ci sono due o tre dialoghi in croce, per giunta stupidi. Nessuna storia credibile. Sono scene buttate a caso senza un filo conduttore. Sono il regno delle gang bang, dove si realizzano situazioni in cui l'attrice appare costretta a fare sesso orale o a subire prevaricazioni. Il ruolo femminile, nel porno, è stato relegato a puro oggetto di consumo maschile.
- Ho avuto problemi per il fatto di essere madre. Per assurdo le accuse non arrivavano dalla comunità in cui vivevo. Ma da mia madre. Non accettava il fatto che fossi pornostar e riteneva che l'ambiente di crescita per il suo nipotino fosse dannoso. Sono finita in tribunale. Allontanata dalla casa [...] in cui vivevo con Franco e mio figlio, affidato alla nonna [...]. Ho sempre respinto tutte le accuse di mia madre perché sapevo di essere un genitore attento e pieno di cure. Alla fine i giudici mi hanno dato ragione [...]. [«Ha perdonato sua madre?»] Certamente. Ritengo normale che una madre si preoccupi nel caso di una professione come la mia. È nell'ordine delle cose. Il suo è stato un atto dettato dalla paura di un mondo che le era estraneo. L'ho capito nel tempo. Persino il prete della mia prima Comunione, durante una confessione, mi ha consigliato di comprenderla.
- Oggi gli uomini hanno paura delle donne, oppure le considerano oggetti da denigrare. Inoltre molti hanno fantasie malate. È vero che manager, operai, politici, ristoratori e camionisti sono uguali di fronte al sesso. Ma oggi lo sono nel senso che mi fanno tristezza. Hanno perso sicurezza in se stessi, vogliono essere corteggiati, sono molto complicati. Se esco a cena con un uomo non vedo l'ora di tornare a casa dai mei gatti e cani.
- [«Cosa pensa delle piattaforme web erotiche?»] È un ambiente molto diverso dal cinema porno. Se faccio un film con professionisti come me sono un'attrice. Sulle piattaforme web erotiche, invece, i clienti pagano l'interazione con la protagonista del momento. Anche se non c'è fisicità c'è scambio diretto virtuale. Ho ricevuto richieste [...] ma le ho rifiutate. Far eccitare segaioli anonimi in diretta è secondo me al limite della prostituzione.
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