Maria Majocchi

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Maria Majocchi nel 1908

Maria Majocchi Plattis, detta anche Jolanda o più raramente Viola d'Alba e Margheritina di Cento (1864 – 1917), scrittrice e giornalista italiana.

Citazioni di Maria Majocchi[modifica]

  • Chi è Memini? Io non so. Ma credo di poter affermare che abbiamo a fare con una vera signora. Finalmente! si respira, in questo andirivieni di donne-scrittrici, non tutte gentili, che scambiano la sgarbataggine con la forza e fumano la sigaretta anche in letteratura! Memini, l'ho detto, è soavemente donna e signora; non perché la sua arte ce lo confermi cincischiandosi in analisi da sarta e da tappezziere, o perché ci fa vivere in un ambiente leggittimamente aristocratico; ma per una specie di delicata riservatezza, per la grazia semplice e tranquilla di cui si vela il suo stile, sempre, anche nei momenti del più alto lirismo, anche nei momenti della più intensa passione, raggiungendo, in tal maniera, una semplicità suggestiva e un'efficace sobrietà. Le scene più drammatiche del suo romanzo, qualche punto scabroso, sono tratteggiati con bravura a luce e ad ombre sapienti, e l'immagine nella sua rapidità ci è resa viva e completa così che non ci par riflessa ma veduta. Lo stesso nell'analisi delle sensazioni, degli stati d'animo dei personaggi: la preparazione è tanto graduata, li conosciamo già tanto bene per quello che dicono, per quello che fanno, per quello che l'autrice, accortamente in una pennellata, ce li presenta, che si prevede già ciò che sentiranno, ciò che penseranno, ciò che decideranno in quella data occasione. Poiché tutti sono veri e vivi, ed hanno un'individualità propria, tutti, perfino i più insignificanti; e si muovono così bene nel loro ambiente in cui s'intravede dietro a loro altra gente ed altri caratteri e altre passioni, come nel mondo. Trovo qui che Memini ha superato vittoriosamente un gran scoglio: quello della prospettiva, del fondo; direi volentieri della messa in scena; scoglio da cui non si guardano sempre nemmeno i nostri valenti, e che guasta qualche volta l'idea e la forma migliore. L'azione sia pur di due od anche di un individuo solo, ma non agiscano nel vuoto, ma intorno ad essi ci sia la folla — indifferente, poco importa; ma è necessario indovinarla, è necessario intravederla, bisogna saperla là, e non col mezzo di qualche personaggio secondario messo per riempitivo, ma complessivamente; dei nomi, delle abitudini, dei tratti caratteristici, dei saluti, dei legami, degli obblighi; ciò insomma che penetra dal di fuori anche nella vita più appartata. (da L'ultima_primavera, in Dal mio verziere, Licinio Cappelli editore, Rocca San Casciano, 1910)

Incipit di alcune opere[modifica]

Alle soglie d'eternità[modifica]

Questa volta non s'ingannava. Lo udì parlare al domestico nella stanza vicina. Gettò il giornale di mode e balzò, dando una strappata al vestito per liberarne il lembo su cui il suo piccolo terrier stava accovacciato.

Il libro dei miraggi[modifica]

Clotilde entrò un poco sbadatamente, cantando, nel salotto terreno della villetta dove accanto alla nonna che raccomodava il bucato, suo fratello declamava con molto fervore, leggendo. C'era anche il loro vicino, l'avvocato Dardanelli.

Prato fiorito[modifica]

– Signorine, avvertì la maestra che sorvegliava la ricreazione delle alunne – viene la signora direttrice!
Le fanciulle, sparse a gruppi sulla spianata dinanzi al fabbricato dell'antica abbazia che serviva da residenza estiva del collegio, si raccolsero premurose alla porta principale d'ingresso sulla quale era già apparsa l'alta figura femminile vestita di nero dal volto austero e dolce che così grande potere spirituale esercitava sulle convittrici.

Superba e bella[modifica]

Erano passati dodici anni da quella sera, eppure la ricordava coi più minuti particolari. La mamma non finiva di ribaciarla e di stringersela al cuore con passione, mentre gli occhi le si riempivano di lagrime.

Bibliografia[modifica]

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