Mariacarla Boscono
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Mariacarla Boscono (1980 – vivente), supermodella e attrice teatrale italiana.
Intervista di Marta Saladino, elle.com, 21 febbraio 2019.
- Avevo 14 anni quando ho cominciato. Portavo un caschetto nero e decisi di rasarmi la parte inferiore della nuca perché non volevo che mi facessero delle acconciature in passerella. Detestavo l’idea di snaturami.
- [Ha vissuto l’infanzia in Kenya. Quanto l’ha influenzata?] Profondamente. Grazie alla mia tata locale ho scoperto una delle forme d’arte più nobili: la body art tribale, con cicatrici decoro, tattoo e anelli al collo. Oltre a una filosofia, oggi purtroppo inflazionata, basata sul Pole pole, hakuna matata, che significa "con calma, non c’è fretta" che ancora porto dentro.
- [Il rientro alla vita romana l’ha segnata?] Ho perso in un istante l’innocenza. Mi sono presentata a scuola con il mio sari, sopra un paio di jeans e con le inseparabili Birkenstock. Avevo le treccine afro e il corpo coperto di tattoo all’henné. I miei compagni mi hanno così bullizzata che ho passato la notte a disfarmi le trecce e a grattarmi via i tatuaggi. Risultato: rasata a zero e per oltre dieci anni vestita solo di nero, passando quasi per naziskin. In realtà ero solo molto punk.
- [Una sua musa? ] Mia madre. Ha un concetto di femminilità eccentrico, bohémien e molto flirty. È sempre impeccabile col suo smalto rosso, i capelli phonati, i vestiti indiani di Fiorucci ogni giorno dell’anno, le calze a righe e i sandali, la pelliccia e un'infinità di occhiali gioiello vintage. Wow.
- Io sono spontanea, tanto da sembrare raw: posso mettere un vestito di pizzo vittoriano e una biker jacket, ma non sono "costruita", mi va così. Adoro vestirmi con abiti Burberry e scovare pezzi vintage al Marché aux puces di Parigi. E i miei gioielli hanno mille latitudini, soprattutto quelle dell’India.
- Ho fatto la Transiberiana e tutta la Mongolia tra autostop e treno, l’unico problema è la comunicazione visiva: alcuni gesti hanno un significato contrario, il nostro "ho fame", per esempio, per loro significa "ho mal di pancia". E poi tutto il Sudamerica, con il mio migliore amico, partendo da San Antonio Aguas Caliente in Guatemala, un posto incantevole circondato da vulcani.
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