Mario Ferrara (1892)
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Mario Ferrara (1892 – 1956), avvocato, giornalista e politico italiano.
Citazioni di Mario Ferrara
[modifica]- La svalutazione della resistenza non può essere compresa, a mio avviso, in termini di fascismo e antifascismo, ma in termini di democrazia e di totalitarismo.Dicendo le cose alla grossa, chi ama il regime totalitario, con la sua giustizia sociale corporativa e collettivista, con i suoi dogmi nazionalisti, con le sue pretese ecumeniche e le sue attese messianiche è fascista. Chi per paura di sacrificare un palmo di terra, cento lire di risparmio, una finta autorità ed una ancor più falsa dignità, è disposto ad accettare il dispotismo che un giorno gli farà perdere tutta la terra, tutto il risparmio, e lo priverà di ogni autorità e nonché della dignità finirà anche di perdere iil rispetto di se stesso, costui è fascista. Chi dice di amare la propria terra solo perchè vorrebbe predare la terra altrui costui è fascista. Tutti gli altri sono democratici, liberali, radicali, conservatori, liberisti, protezionisti, autoritari o libertari; ma non sono fascisti. E con ciò si dimostra che ad esser fascista non occorre essere stati inscritti al P.N.F.[1]
- Fu un fatto morale prima di essere un fatto politico; la protesta irriducibile dello spirito umano, contro ogni forma di compressione, ogni imposizione dall'alto, ogni pretesa di giudicare gli uomini secondo un metro di convenienza politica, e di imporre loro pensieri e religioni di partito; e soprattutto di pretendere che le fortune di un partito e le sorti della patria siano tutta una cosa. Questa fu la resistenza e mise capo alla rivolta armata contro i fascisti e contro i nazisti; e questo fu il partigianesimo.[1]
- La resistenza non e finita; essa sta per mutarsi da fatto morale in fatto politico; e sta per diventare il partito degli uomini liberi. Un partito senza tessere, senza congressi e senza ordini del giorno; il partito degli italiani liberi e dissidenti, non disposti per dispetto o amore verso la Democrazia Cristiana o per amore o dispetto a Togliatti, a rinunciare agli ideali per i quali hanno sofferto e sperato; ma disposti piuttosto a combattere, senza paura nè tregua, contro la nuova banda di retori gozzovigliatori che, per la seconda volta, si va installando nella nostra casa.[1]