Micol Di Segni

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Micol Di Segni (1987 – vivente), artista marziale mista e modella italiana.

Citazioni di Micol Di Segni[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [«Istinto, concentrazione, costanza, carattere, determinazione... Quali qualità deve possedere, a tuo avviso, una fighter?»] Onestà, lealtà, disciplina ma soprattutto autocritica. E deve avere la coscienza a posto. Non si va a combattere con l'anima nera. Perché quell'oscurità ti acceca e finisce per prendere il sopravvento.[1]
  • [«Cosa risponde a chi classifica le MMA come "sport da maschi"?»] Il problema è che pensano che le donne si debbano sostituire agli uomini e combattere come loro. Non è così, negli anni mi sono resa conto di come sia possibile lottare mantenendo la propria femminilità, vivendola a pieno. Le arti marziali mi hanno dato sicurezza e mi hanno resa più donna, in gabbia c'è la possibilità di mettere in pratica gli sforzi di mesi, puoi dimostrare chi sei. È pazzesco, ma la paura non manca. Un incontro può finire in qualsiasi momento e in ogni modo, ma è l'imprevedibilità a rendere questo sport unico.[2]
  • Anni fa mi presentai a uno shooting con le gambe piene di lividi dopo una seduta di allenamento mirato sui low kick. Ero con un'altra modella e la buttai sulle risate, dicendo che con Photoshop sarebbe stato facile fare correzioni. Sia lei che la fotografa però non la presero bene, ritenevano il mio atteggiamento poco professionale. In quel momento ho capito tutto, quello era un semplice hobby. Ho fatto una scelta di campo e ho preferito un occhio nero al trucco da posing.[3]

Eden Von Hell: quando la bellezza picchia durissimo

Intervista di Cecilia Marotta, gqitalia.it, 27 gennaio 2017.

  • Eden [il nome d'arte da modella] e Micol sono anime complementari, e il dualismo è il mio modo di esprimermi come artista, marziale o visiva che sia. [...] fare la modella mi ha aiutato a sviluppare quell'autostima e quel desiderio di affermazione che sono poi sfociati in un bisogno quasi viscerale di combattere. Da brava figlia degli anni '90, sono cresciuta idolatrando 5 ragazze inglesi venute dal nulla che urlavano al mondo quanto era bello essere sè stesse e sentirsi diverse (le Spice Girls, ndr), ed il concetto che ha ispirato le Suicide Girls è simile. La scelta di percorrere percorsi poco convenzionali – la Suicide e la Combattente, appunto – è il mio modo di portare avanti un pensiero: nessuno può dirti cosa devi o non devi essere, fai quello che ti piace e godi di ogni momento fregandotene dell'opinione di chi non ti conosce.
  • Non credo di aver perso in femminilità da quando ho intrapreso il percorso da lottatrice, anzi... mi sento più donna che mai da quando combatto! Penso che tante persone abbiano una concezione un po' piatta di cosa significhi essere femminile, come se fosse solo un sinonimo di essere provocante. Più donne che praticano arti marziali conosco, più mi convinco che forza e bellezza vadano di pari passo. Un bel viso senza personalità ha vita breve, tanto quanto la forza fisica se non viene allenata e curata. [...] le più belle donne che ho incontrato sono donne forti, che hanno combattuto e stanno combattendo le loro battaglie anche senza esser mai salite sul ring.
  • Ho un carattere abbastanza incendiabile e sono molto passionale, ma la lotta mi sta insegnando a mantenere il controllo e a gestire i miei frequenti attacchi di impulsività anche nella vita di tutti i giorni. È una disciplina che ti porta continuamente a confrontarti con i tuoi limiti e ti insegna a gestire le tue paure, è energia allo stato puro; vincere o perdere diventa solo una questione di quanto ci credi. La collisione tra corpi plasmati dalla dedizione è qualcosa di magnifico, trovo che il puro scontro fisico sia la più alta forma di realizzazione della vitalità umana, mi piace da morire la fisicità di questo sport.

Le due anime di Micol Di Segni

Intervista di Tommaso Clerici, ultimouomo.com, 28 ottobre 2021.

  • Sono nata alla Balduina, un bel quartiere a Nord di Roma, dove ho frequentato scuole private sia alle elementari che alle medie. Ero una bambolina, una bimba vivace con una chioma di ricci biondi e gli occhioni verdi, vestita sempre da principessa, perché mi piaceva il mondo delle fiabe. Quando avevo 12 anni i miei genitori hanno deciso di separarsi, ed è stato un momento difficile per me, perché ho dovuto cambiare casa e abitudini. Per di più stavo entrando nell'adolescenza, che non è mai facile, e infatti lì ho cominciato a scoprire il mio lato da ribelle.
  • Sai, sono alta 1.60 e peso 52 chili, sicuramente non rientro nei canoni della moda classica. Quando ho scoperto che anche una come me avrebbe potuto fare la modella, sono rimasta sospesa tra stupore e felicità.
  • Contestualmente all'attività da modella in quel periodo ho cominciato a lavorare come body piercer in diversi studi di tatuaggi di Roma, guadagnavo bene. E ho iniziato a tatuarmi anche io, e pure tanto. È stato un periodo folle, divertente. Insomma tra tatuaggi, piercing e servizi fotografici da modella alternativa, mia madre pensava che il passo successivo fosse la tossicodipendenza [ride, nda].
  • [Sul desiderio di combattere] [...] ricordo il momento in cui ne ho sentito il bisogno. Avevo 25 anni ed ero persa, non sapevo cosa fare da grande. Mi ero resa conto che non avrei potuto fare la piercer per tutta la vita, perché era un lavoro di moda e le mode passano. [...] Insomma, ero parecchio confusa. Mi sono fermata a pensare, e ho realizzato che innanzitutto avevo un gran bisogno di sfogarmi. Così tramite conoscenti sono entrata in palestra per la prima volta. Quando mi sono accorta che era un ambiente quasi esclusivamente maschile sono rimasta incuriosita, ho realizzato che potesse essere un'altra occasione di percorrere una strada poco battuta da altri.
  • Non mi è mai importato più di tanto del giudizio altrui, quello che conta è che io sia felice. Il denominatore comune di tutte le esperienze della mia vita è stata la capacità di lasciarmi trasportare dal flusso degli eventi, e il coraggio di assecondare le mie inclinazioni e passioni, a prescindere da qualsiasi condizionamento esterno. Ho sempre programmato poco e ho vissuto appieno le mie scelte, fino in fondo. Tanti tasselli si sono incastrati da soli, le cose giuste capitano sempre al momento giusto, ne sono convinta.
  • Mi piace molto il contrasto tra la figura di una fighter e invece la dimensione da barbie, che mi riporta alla mia infanzia. È il modo in cui esprimo me stessa, il risultato del mio percorso. Mi piace truccarmi, mettermi i tacchi e vestirmi bene, ma anche uscire in tuta e sudare in palestra. Sono due mondi che convivono dentro di me, a cui do sfogo posando da modella e combattendo in gabbia.

Note[modifica]

  1. Dall'intervista di Fosco Taccini, Micol Di Segni: 'Il combattimento è il mezzo per affrontare e sconfiggere le mie paure', news.superscommesse.it, 25 gennaio 2021.
  2. Dall'intervista di Michele Antonelli, Micol Di Segni, fighter in posa: "Mma sport da maschi? Macché...", gazzetta.it, 18 marzo 2021.
  3. Dall'intervista di Michele Antonelli, Micol Di Segni, la modella che sposò le Mma: "Andai a uno shooting piena di lividi e...", gazzetta.it, 10 giugno 2021.

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