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Nadeesha Uyangoda

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Nadeesha Uyangoda (1993 – vivente), scrittrice srilankese naturalizzata italiana.

  • Il punto di non ritorno fu quando mia madre smise di essere amma e iniziai a chiamarla mamma. Da quel momento in poi fu una corsa a essere «come tutti gli altri bambini»: penso che mia madre spendesse una gran parte del suo stipendio perché potessi credere all’esistenza di Babbo Natale, avere sempre libri nuovi da leggere e perché i miei vestiti fossero uguali a quelli di tutti gli altri compagni; arrivarono poi i corsi di nuoto, pallavolo e danza, a cui si sostituirono le lezioni private di inglese e a cui seguirono quelle di greco. Il prodotto finito di quegli sforzi era una ragazza di cui mai avresti detto che c’era stato un tempo in cui si arrampicava scalza sui tetti.[1]
  • I confini identitari basati sulla razza e sulla nazionalità non sono leggi di natura, non sono immutabili: la contaminazione linguistica, culturale ed etnica è, da sempre, inevitabile.[2]
  • La retorica dell'estrema destra sul controllo dei confini geografici sottende anche un tentativo di evitare una contaminazione razziale, sorvegliando i corpi di uomini e, soprattutto, donne: certo, vanno bene per alzare gli indici demografici, per l'utilità della manodopera a basso costo e generalmente con pochi diritti, persino che vadano "a scuola con i nostri figli" (come urlava un manifesto non certo di estrema destra), ma non sia mai che si mischino a noi, che minaccino il nostro potere.[2]

Note

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  1. Da L' unica persona nera nella stanza, 66thand2nd, 2021, p. 11.
  2. a b Da L'identità non ha confini: perché la sostituzione etnica è una paranoia, repubblica.it, 20 aprile 2023.