Nina Jablonski
Aspetto
Nina Grace Jablonski (1953 – vivente), antropologa e paleobiologa statunitense.
La nuda verità
[modifica]- Gli esseri umani sono gli unici primati ad avere la pelle quasi del tutto spoglia. Come la maggior parte dei mammiferi, tutti gli altri membri della nostra famiglia allargata hanno una densa copertura di pelliccia, dal pelo nero e corto della scimmia urlatrice al fluente manto ramato dell'orango. Noi abbiamo peli sulla testa e in altre parti del corpo, ma a confronto con i nostri parenti anche il più peloso di noi è sostanzialmente nudo. (p. 68)
- Il pelo è un tipo di copertura corporea esclusivo dei mammiferi. Anzi, è uno dei caratteri che definiscono questa classe: tutti i mammiferi hanno almeno qualche pelo, e gran parte di essi ne ha in abbondanza. Il pelo offre isolamento e protezione contro le abrasioni, l'umidità, i raggi del sole, oltre che contro microrganismi e parassiti potenzialmente nocivi. Funziona anche come travestimento per confondere i predatori, mentre i disegni particolari del manto permettono ai membri della stessa specie di riconoscersi tra loro. Inoltre i mammiferi possono usare la loro pelliccia per esibizioni sociali, per indicare aggressività o agitazione: quando un cane «rizza il pelo» alzando involontariamente i peli sul collo e la schiena, sta chiaramente invitando i suoi sfidanti a stare alla larga. (p. 68)
- Intorno a quell'epoca [circa tre milioni di anni fa, per l'inaridimento dell'Africa centro-orientale e la riduzione degli ambienti boscosi, dove vivevano i nostri progenitori, sostituiti da praterie e savane], gli ominidi iniziarono a introdurre la carne nella dieta, come ci rivelano gli utensili di pietra e le ossa di animali macellati nei ritrovamenti archeologici di circa 2,6 milioni di anni fa. I cibi animali sono molto più ricchi di calorie rispetto ai vegetali, ma sono molto più rari. Gli animali carnivori devono quindi coprire un'area più ampia rispetto agli erbivori per procurarsi una quantità sufficiente di cibo. Inoltre le prede sono bersagli mobili, eccetto le occasionali carcasse, quindi i predatori devono consumare energia in più per ottenere il pasto. Nel caso degli esseri umani, la selezione naturale ha trasformato le proporzioni scimmiesche degli australopitechi, che ancora passavano parte del tempo sugli alberi, in un corpo dalle gambe lunghe, costruito per camminare e correre a lungo. Questa nuova conformazione ha senza dubbio aiutato i nostri antenati a evitare di diventare preda a loro volta quando si trovavano in luoghi aperti.
I maggiori livelli di attività avevano però un costo: un rischio più alto di surriscaldamento. A partire dai primi anni ottanta Peter Wheeler, della John Moores University di Liverpool, ha pubblicato una serie di lavori in cui simulava il calore incontrato dai progenitori degli esseri umani nella savana aperta. Gli studi di Wheeler, insieme alle ricerche che ho pubblicato con i miei colleghi nel 1994, hanno evidenziato che l'aumento delle distanze percorse correndo e camminando, quando l'attività muscolare produce calore interno, ha richiesto il miglioramento della capacità sudorifera eccrina e la scomparsa dei peli corporei per evitare il surriscaldamento. (p. 72)
- Qualunque sia stato il modo in cui siamo diventati scimmie nude, l'evoluzione ha però lasciato al coperto alcune parti del corpo. Una spiegazione della perdita della pelliccia deve quindi spiegare anche perché ce l'abbiamo ancora in alcuni punti. I peli sotto le ascelle e sull'inguine servono probabilmente sia per propagare i feromoni (molecole chimiche che servono a suscitare una risposta comportamentale di altri individui) sia per mantenere lubrificate queste aree durante la locomozione.
I capelli sono stati conservati, probabilmente, per proteggersi contro il surriscaldamento della testa. Per quanto sembri paradossale, avere una densa copertura di peli sulla testa crea uno strato protettivo d'aria tra la pelle che suda e la superficie calda dei capelli. Quindi in una giornata torrida i capelli assorbono il calore, mentre lo strato d'aria rimane più fresco, permettendo al sudore sul cuoio capelluto di evaporare in quello strato d'aria. I capelli molto ricci forniscono la copertura ottimale della testa, perché aumentano lo spessore dello spazio tra la superficie dei capelli e la pelle, così che possa passarci dell'aria. (p. 74)
Note
[modifica]- Nina G. Jablonski, La nuda verità, in Le Scienze, n. 500, aprile 2010.
Altri progetti
[modifica]- (EN) Wikipedia contiene una voce riguardante Nina Jablonski
- Commons contiene immagini o altri file su Nina Jablonski