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Oleg Kašin

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Kašin nel 2014

Oleg Vladimirovič Kašin (1980 – vivente), giornalista e scrittore russo.

Da "Non c'è stampa russa senza Occidente". Parla Oleg Kashin

Intervista di Micol Flammini, Ilfoglio.it, 26 novembre 2017

  • Potremmo chiamarla una mediumcrazia. Ecco cos’è la Russia.
  • Il Cremlino controlla tutta l’industria dell’informazione direttamente o indirettamente, [...] gli editori sono spesso uomini molto ricchi che gravitano intorno al Cremlino, quindi è chiaro che la stampa non produce notizie contro il governo.
  • Le nostre testate sono nate dalle ceneri del giornalismo sovietico che era costantemente sottoposto al controllo del partito. Poi sono finite nelle mani degli oligarchi. In Russia non abbiamo un modello di giornalismo autoctono, tutta la nostra cultura sui media è di importazione. Leggiamo il New York Times, guardiamo la Cnn. Ora farlo sarà più difficile e questo danneggerà soprattutto i pochi media indipendenti come l’emittente Dozhd o il quotidiano Novaya gazeta.
  • [Su Russiagate] [...] per i russi il fatto di aver interferito nelle presidenziali americane è un motivo di ammirazione per il proprio governo, li rende orgogliosi come è successo con l’annessione della Crimea.
  • La stampa può modellare la mentalità delle persone, è sempre stato così. Il fatto che da noi i media indipendenti siano pochi fa sì che ci sia un forte pensiero dominante.
  • La stabilità del potere in Russia si fonda sulla sua popolarità di Putin [...]. Se viene a mancare, crolla il sistema.

Da Putinstan. Come la Russia è diventata uno stato canaglia

Intervista di Giorgio Fornoni, Garzanti S. r. l., Milano, 2024, ISBN 978-88-3296-622-0

  • Collego l'aggressione contro di me con il fatto che ormai più di dieci anni fa sono stato il primo a iniziare a scrivere sui movimenti giovanili filo-Cremlino. In tutto questo tempo mi sono fatto un gran numero di nemici nelle loro file. Questi movimenti – e io l'avevo scritto – sono una specie di setta criminale che gode di impunità, perché dietro c'è il Cremlino e personalmente, all'epoca, Vladislav Surkov, un'eminenza grigia. Ora non si sa più chi c'è, ma, probabilmente, qualche influente personaggio del Cremlino. E, più influenti sono i personaggi che si celano dietro un crimine, più è difficile risolverlo.
  • La stampa cartacea di opposizione ha un'influenza misera, insignificante, rispetto a quella dei canali televisivi federali, tanto che questa influenza si può anche non prendere in alcuna considerazione. I canali televisivi federali sono di proprietà dello Stato o degli uomini d'affari vicini al potere. Prendiamo il Primo Canale: metà del suo capitale appartiene allo Stato, l'altra metà all'uomo d'affari Jurij Koval'čuk, il quale è diventato miliardario quando il suo amico e vicino di dacia, Vladimir Putin, è diventato presidente della Russia. Dunque, in sostanza, questo canale televisivo è un canale familiare del presidente.
  • [Su Novaja Gazeta] È senz'altro un giornale molto rispettato, ma sono certo che goda di più rispetto in Occidente che in Russia, perché da noi la «Novaja Gazeta» ha la reputazione di un tabloid, che scrive su qualsiasi argomento arrivando alla conclusione che è tutta colpa di Putin.
  • [«Si può affermare che c'è libertà di stampa in Russia?»] No. Per meglio dire, non si può affermare che c'è libertà di espressione. In Russia c'è una potentissima autocensura: quando un redattore si rende conto che su certi argomenti non si può scrivere, perché dopo sorgeranno problemi e perché perderebbe gli introiti pubblicitari che spesso rappresentano una forma di bustarella per giornali e canali televisivi, si arriva alla conclusione che la libertà di epressione non c'è.
  • Penso che la radice di tutti i problemi che noi definiamo come nazionalismo e nazismo russo si trovi al Cremlino.
  • [Su Anna Stepanovna Politkovskaja] Lei era esperta del Caucaso del Nord. Lo scontro principale tra lei e la dittatura del clan di Kadyrov ha portato con ogni evidenza alla sua morte: deve essere avvenuto in quel punto in cui si è rivelata la non coincidenza dei valori del mondo dal quale lei proveniva con quello che si è vendicato su di lei per questo. Mettiamola così.

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