Olivier Messiaen
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Olivier Eugène Prosper Charles Messiaen (1908 – 1992), compositore, pianista, organista e ornitologo francese.
- Anch'io ho composto opere combinatorie. Ho fatto della ricerca [musicale], ma cerco sempre che questa non nuoccia alla qualità sonora. [...] un'opera musicale deve essere interessante, deve essere gradevole da ascoltare e deve essere toccante. Sono queste tre qualità differenti.[1]
- Ho la fortuna di essere cattolico; sono nato credente ed è successo che i testi sacri mi hanno colpito fin dalla prima infanzia. Un certo numero delle mie opere è dunque destinato a mettere in luce le verità teologiche della fede cattolica.[1]
- La fede è la più grande emozione della mia vita. Sono credente, quindi canto parole del Signore... dono canti di uccelli a chi è sepolto in città... e dipingo colori per chi non ne vede.[2]
- [Su Couleurs de la cité céleste] La forma di questa opera dipende integralmente dai colori. I temi melodici o ritmici, il complesso dei suoni e dei timbri, evolvono tutti secondo i colori. Nelle loro variazioni perpetuamente rinnovate si possono trovare (per analogia) dei colori caldi e freddi, dei colori complementari che influenzano quelli vicini, dei colori degradanti verso il bianco o tendenti al nero. Si possono anche paragonare queste trasformazioni a dei personaggi che agiscono su più scene sovrapposte e recitano contemporaneamente più storie differenti.[3]
- La prima idea che ho voluto esprimere, quella che è la più importante poiché è posta al di sopra di ogni cosa, è l'esistenza delle verità della fede cattolica. [...] Questo è il primo aspetto della mia opera, il più nobile, senza dubbio il più utile, il più solido, il solo forse di cui non mi pentirò al momento della mia morte. Ma io sono un essere umano e come tutti gli esseri umani sono sensibile all'amore umano che ho voluto esprimere in tre mie opere per mezzo del più grande mito amoroso, quello di Tristano e Isotta. Infine, ammiro profondamente la natura. Penso che essa sia infinitamente superiore a noi e le ho sempre chiesto lezioni: personalmente amo gli uccelli, e così ho interrogato in particolar modo il loro canto: ho fatto dell'ornitologia. C'è nella mia musica questa sovrapposizione della fede cattolica, del mito di Tristano e Isotta, e l'utilizzo quasi esagerato del canto degli uccelli.[1]
- L'uccello, essendo molto più piccolo di noi, con un cuore che batte più rapidamente e delle reazioni nervose assai più rapide, canta a tempi estremamente veloci che sono assolutamente impossibili per i nostri strumenti; dunque sono obbligato a trascriverlo ad un tempo più lento. Per di più, questa rapidità è associata ad una estrema acutezza, essendo un uccello in grado di cantare in registri così alti da essere inaccessibili ai nostri strumenti; perciò trascrivo il canto una, due o anche tre ottave sotto. E non è tutto: per la medesima ragione sono obbligato a sopprimerne quegli intervalli troppo piccoli che i nostri strumenti non potrebbero suonare. Allora rimpiazzo questi intervalli dell'ordine di uno o due commi con dei semitoni, ma rispettando la scala dei valori tra i diversi intervalli, ovvero, se qualche comma corrisponde ad un semitono, allora ad un vero semitono corrisponderà un tono intero o un intervallo di terza; tutto è ingrandito, ma i rapporti restano inalterati, ciò nonostante quello che restituisco è esatto.[1]
- Ma [nella mia opera] c'è anche l'impiego della metrica greca, dei ritmi indiani antichi o "deçî-tâlas", altri procedimenti ritmici personali quali i personaggi ritmici, i ritmi non retrogradabili, le permutazioni simmetriche. Infine, c'è la mia ricerca tra suono e colore, che è la più importante caratteristica del mio linguaggio.[1]
- Mentre ascolto dei suoni, io vedo intellettualmente dei colori. L'ho spiegato anche ai miei allievi, ma nessuno mi crede. Posso anche sforzarmi a mettere dei colori nella mia musica, nelle mie armonie [...], gli ascoltatori sentono i suoni, ma non vedono nulla.[1]
Note
[modifica]- ↑ a b c d e f In Claude Samuel, Permanences d'Olivier Messiaen: dialogues et commentaires, Arles, Actes Sud, 1999, ISBN 2742723765
- ↑ Citato in AA.VV., Il libro della musica classica, traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 282. ISBN 9788858022894
- ↑ Prefazione a Couleurs de la cité céleste, partitura, Leduc.
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