Oratorio di San Lorenzo (Palermo)
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Citazioni sull'Oratorio di San Lorenzo di Palermo.
- Eran nicchie con scene della vita dei santi Lorenzo e Francesco, e angeli gioiosi, infanti ignudi e tondi, che caracollavan su per nuvole, cortine e cascate, a volute, a torciglioni. Ma più grandi e più evidenti eran statue di donne che venivano innanti sopra mensolette, dame vaghissime, nobili signore, in positure di grazia o imperiose. Ero abbagliato, anche per un raggio di sole che, da una finestra, colpendo la gran ninfa di cristallo, venia ad investirmi sulla faccia.
- Girai per vichi, per strade, per piazze, del Borgo, della Kalsa. Ricorsi infine alla locanda, a sfogarmi col buono don Fabrizio, che già sapeva la storia mia, la passione ardente per quella Rosalia. Non c'era. Mi dissero i valletti ch'era andato in San Lorenzo. Corsi a quell'oratorio in via Immacolatella, proprio dietro la chiesa del convento mio. Entrai: mi parve d'entrare in paradiso. Torno torno alle pareti, in cielo, sull'altare, eran stucchi finemente modellati, fasce, riquadri, statue, cornici, d'un color bianchissimo di latte, e qua e là incastri d'oro zecchino stralucente, festoni, cartigli, fiori e fogliame, cornucopie, fiamme, conchiglie, croci, raggiere, pennacchi, nappe, cordoncini...
- Mi diede poi convegno il Serpotta, per il domani, all'oratorio della Compagnia di san Lorenzo, in via Immacolatella, per ammirare le sue scolture in stucco, un Presepio coi santi Francesco e Lorenzo, un angiolo a mezz'aria e una cruda luce spiovente che squarcia il bujo, posto sull'altare, fra due lesene a stucco, sotto un fastigio d'angioli, e un san Francesco in gloria, del forte artista de la Lombardia, di Caravaggio, da la vita raminga, scellerata, finito in malo modo presso Roma, Michel'Angelo Merisi.
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