Orazio Bacci
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Orazio Bacci (1864 – 1917), letterato e politico italiano.
Citazioni di Orazio Bacci
[modifica]- Il Marradi è soprattutto un poeta; ma d'esser poeta mèro, come altri potrebbe chiamarlo, non si può far colpa a lui che così belle poesie sa fare. [...] Del resto, quand'abbiamo da fare con un artista fino e sincero come Giovanni Marradi, non s'ha diritto di fargli troppe domande oltre a quella che ci dia spesso poesie, e sempre belle poesie.[1]
Giosuè Carducci e gli "amici pedanti"
[modifica]- Avevo e ho sempre conservato un culto per i grandi poeti stranieri moderni: e allora le mie letture favorite erano Goethe e Byron, Schiller e Victor Hugo. Gli amici pedanti[2] mi volevano bene, ma mi compativano come uno sviato. Per il povero Torquato Gargani ero un barbaro addirittura. (p. 247)
- Il Gargani era il prototipo degli amici pedanti; il più radicale. [...] Era il Marat degli amici pedanti. (p. 247)
- Il Carducci, ventenne Danton, precedeva per le strade di Firenze la sacra falange [degli amici pedanti], alzando la voce, scotendo la sua testa leonina, e guardandosi attorno in aria di sfida, come cercando qualche romantico da stritolare, lì in Via Larga o in Lungarno... (p. 247)
Note
[modifica]- ↑ Da Saggi letterari, G. Barbera Editore, Firenze, 1898, p. 137.
- ↑ Sodalizio letterario, nato a Firenze nel 1856, polemico con i romantici.
Bibliografia
[modifica]- Orazio Bacci, Giosuè Carducci e gli "amici pedanti", in AA.VV., La Toscana alla fine del Granducato, G. Barbèra editore, Firenze, 1909, pp. 235-274.
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