Paolo Bellezza

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Paolo Bellezza (1867 – 1950), scrittore e docente italiano.

Genio e follia di Alessandro Manzoni[modifica]

  • Il Manzoni possedeva in alto grado quella ch'egli chiama «la virtù dei vecchi» cioè la prudenza. Qualche atto anzi della sua carriera – p. es. l'aver aspettato a pubblicare l'ode Marzo 1821 fino al 1848 farebbe pensare, secondo qualche critico, al seguito della citazione:
    Ella cresce con gli anni, e tanto cresce
    Che alfin diventa... paura
    e parrebbe illustrare quel suo sonetto giovanile (1801), in cui si chiama «non audace.» (cap. III, p. 29)
  • Aveva paura del dentista; epperò, quando aveva bisogno dell'opera sua, si faceva mettere a posto la chiave da lui, e si cavava il dente da sé. (cap. III, p. 30)
  • Fanciullo «impressionabile,» ancora negli ultimi suoi anni conservava vivo nella fantasia il lugubre quadro dei Francesi che aveva veduto battere in ritirata davanti agli Austriaci. Nel collegio di Merate alcuni de' suoi compagni congiurarono contro di lui; altri in suo favore. Di ciò gli rimase per tutta la vita un sentimento d'antipatia per le combriccole, le congreghe, le consorterie, le società segrete. (cap. V, p. 63)
  • Vecchio cadente, ben sentendo come il corpo e l'intelletto fossero esauriti, andava ripetendo agli amici: «Rido di me, piangendo». (cap. VIII, p. 86)
  • Dimostrossi il Manzoni precocemente avverso al matrimonio. A nove anni, trovandosi a un pranzo di gala, gli accadde di versare il bicchiere sulla tavola. «Sarete il primo maritato» — gridarono i commensali; e il fanciullo, alzando le manine in atto d'orrore: «me lo sono meritato!». (cap. X, p. 133)

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