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Paul Demeny

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Paul Demeny (Budapest, 2017)

Paul Demeny (1932 – 2024), demografo ed economista ungherese.

Le popolazioni dei paesi in via di sviluppo

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  • Durante i cento anni antecedenti la prima guerra mondiale circa 30 milioni di europei hanno attraversato l'Atlantico per stabilirsi nel Nord America. Nel corso degli ultimi 5 mesi del 1974 lo stesso numero di persone si è aggiunto alla popolazione delle tre grandi zone definite in via di sviluppo: America latina, Africa e Asia, escludendo Giappone e Unione Sovietica. Il confronto di questi dati mette in rilievo l'ampiezza straordinaria dell'espansione demografica a sud della netta linea di separazione fra i paesi relativamente ricchi e quelli relativamente poveri. L'espansione, dovuta contemporaneamente all'elevato tasso di incremento ed alla numerosità della popolazione in accrescimento, non trova alcun riscontro storico significativo. (p. 107)
  • La popolazione mondiale, dopo essersi raddoppiata nei 100 anni precedenti, ha raggiunto i due miliardi e mezzo nel 1950. Supererà i quattro miliardi nel 1975. L'aumento verificatosi fra il 1950 e il 1975 equivarrà ad almeno il doppio dell'intera popolazione mondiale esistente nel 1750. (p. 107)
  • Durante l'ultimo quarto di secolo la popolazione dei paesi in via di sviluppo è aumentata ogni anno di una quantità di individui corrispondente alla popolazione della Francia. E l'aumento annuo assoluto è stato cinque volte superiore a quello dei paesi progrediti. In questo momento l'incremento annuo della popolazione dei paesi in via di sviluppo supera i 60 milioni di persone. (p. 107)
  • Il fatto più appariscente che emerge dall'analisi quantitativa delle varie popolazioni è la predominanza numerica dei popoli asiatici [...]. L'Asia, con una superficie inferiore a quella dell'Africa, possiede almeno il 55 per cento della popolazione mondiale. Dei poco meno di 2,9 miliardi di abitanti dei paesi in via di sviluppo i tre quarti vivono in Asia: il 28 per cento in Cina, il 33 per cento nell'Asia sud-occidentale e il 14 per cento nell'Asia sud-orientale. L'America latina contribuisce con 1'11 per cento e l'Africa con il 14. (p. 107)
  • L'inizio della diminuzione della fertilità tende a seguire con un certo ritardo il declino della mortalità. In effetti l'impressionante accelerazione subita dalla crescita della popolazione mondiale è in gran parte dovuta a questo ritardo. I frequenti accenni all'aumento dei tassi di natalità[1] nelle interpretazioni semplicistiche dei paesi in via di sviluppo hanno scarso fondamento e in certi casi sono del tutto infondati. Il rapido accrescimento della popolazione è dovuto soprattutto alla diminuzione dei tassi di mortalità[2] non seguita da un aggiustamento dei tassi di natalità. (p. 108)

Note

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  1. Tasso di natalità. Cfr. voce su Wikipedia
  2. Tasso di mortalità. Cfr. voce su Wikipedia

Bibliografia

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  • Paul Demeny, Le popolazioni dei paesi in via di sviluppo, in Le Scienze, numero 79, 1975.

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