Proverbi fiorentini
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Raccolta di proverbi fiorentini.
A
[modifica]- A Marradi, seminan fagioli e nascon ladri.
- Avé' più corna di un cesto di lumache.
- Essere un gran cornuto.
- Avé' più culo che anima.
- Avere una fortuna sfacciata.
B
[modifica]- Bisognerebbe fa' di Prato campi e di Campi prato.
- Brozzi (o Sesto), Peretola e Campi, Dio li fece e buttò via gli stampi.
- Brozzi (o Sesto, o Poggio [a Caiano]), Peretola e Campi la peggio genìa che Cristo campi.
C
[modifica]- Chi 'unn ha cervello abbia gambe.
- Chi 'unn ha testa abbia gambe.
- Chi non si ricorda di prendere qualcosa deve avere gambe buone per tornare indietro a prenderla.
- Crescere qualcuno a mollichella.
- Coccolare qualcuno.
- Culo alto ci fo un salto.
- Culo basso ci fo un passo.
- Cazzo ritto 'un vò' pensieri.
- Chi ha paura 'un va' alla guerra.
- Ovvero: chi non rischia non vince.
D
[modifica]- Da Montelupo si vede Capraia, Dio fa le coppie e poi le appaia.
- Donne e oche, tienine poche.
- Duro te? Duro io!
E
[modifica]- È come da' le perle a' maiali.
- È come volé' mètte' la gravatta al maiale.
- «...e anche questa l'è fatta e fatta bene», disse quello che ammazzò la moglie.
- Detto pratese quando una cosa viene fatta male e in fretta. Riferimento a un fatto di cronaca dei primi del 1900.
F
[modifica]- Firenze la città dell'arte, va in culo a chi arriva e a chi parte.
- Si dice a chi minaccia insistentemente di andarsene, di dare le dimissioni, ecc.
G
[modifica]- Gli fa come i' cinci a una vecchia.
- Gli fa come i' nonno alla nonna.
- Si dice di qualcosa di nessuna efficacia.
- Guelfo non son, né Ghibellin m'appello: chi mi dà da mangiar, tengo per quello.
I
[modifica]- In corpo c'è buio.
- Invito a non essere schizzinosi sul colore del cibo.
- Invito a non essere schizzinosi in fatto di cibo.
- I' ggioho 'un vale la handela.
- Icché ci vah ci hole.
- Quel che ci va, ci vuole.
L
[modifica]- L'ha visto più soffitti lei d'un imbianchino.
- Detto di donna che ha giaciuto in innumerevoli letti.
- L'è come levassi la sete co' i' pprosciutto.
- Intraprendere una strada che sembra veloce ma in realtà lunghissima.
- La pesca di' Giunti, acqua fino alle palle e pesci punti.
M
[modifica]- Meglio avé' paura che toccanne.
- Meglio avé' paura che buscanne.
- Meglio aver paura che prenderle: come dire, la prudenza non è mai troppa.
- Meglio un morto in casa che un pisano all'uscio.
- Proverbio lucchese di origine medievale: la Repubblica di Pisa, era solita attaccare e saccheggiare la lucchesia, per questo era meglio avere un morto in casa che un guerriero pisano alla porta. A questo, i Pisani sono soliti rispondere con «Provare per credere!» oppure «Che Dio ti accontenti!».
- Meglio una cosa fatta che cento da fare.
- Meglio agire che perdere tempo tra mille dubbi e progetti ambiziosi.
- Mettere qualcuno davant'a' cani.
- Trattare qualcuno com'un pellaio.
- Fare una sfuriata, mettere in cattiva luce qualcuno.
- Mangiare il fumo alle schiacciate.
- Dicesi di persona particolarmente abile e scaltra.
N
[modifica]- Non m'è rimasto nemmen gl'occhi pe' piangere.
- Detto da qualcuno che ha perso tutto, in disgrazia economica.
- N'i' piatto pulito 'un ci si sputa.
- Non si sputa mai ni' piatto in do' si mangia.
O
[modifica]- «Organizziamoci», disse quello che facéa l'orge.
- L'aneddoto completo vorrebbe che il tizio in questione dicesse: «Si fa l'orge, si fa l'orge, ma poi n'i' cculo lo piglio sempre io – organizziamoci!». Si dice in situazioni di caos intollerabili.
- O più panico o meno uccelli.
P
[modifica]- Pane di Prato, vin di Pomino, potta lucchese e cinci fiorentino.
- Detto volgare che riassumerebbe «il meglio della Toscana».
- Porterebbero via i'ffumo alle candele.
- Peretola, Brozzi e Campi la peggio genia che Cristo stampi.
- Prato città dello sconforto; o piove, o tira vento o suona a morto.
Q
[modifica]- Quando Monte Morello c'ha il cappello e Fiesole la cappa, fiorentini arriva l'acqua.
- Quando Monte Morello c'ha il cappello, fiorentino piglia l'ombrello.
- Detto di sapore meteorologico. Di solito le nuvole sui monti a nord di Firenze preannunciano pioggia in città e nella piana.
- Quando Monte Morello c'ha il cappello e la Calvana la sottana, domani l'è buriana.
- Variante sestese dei suddetti proverbi.
- Quando la bocca prende e i'culo rende, si va in culo alle medicine e a chi le vende.
R
[modifica]- Reggi Reggello ché Cascia la pende.
S
[modifica]- San Gimignano dalle belle torri e dalle belle campane, gli uomini brutti e le donne befane.
- Senza lilleri 'un si làllera.
- Senza i soldi non si fa niente.
- Senza soldi un'canta i'cieco e se canta canta male.
- variante del precedente.
- Siamo alle porte co' sassi.
- Siamo a ridosso di una scadenza, non c'è tempo da perdere.
- Si fa come quello che si tagliò i' cinci pe' fa' dispetto alla moglie.
- Vendicarsi in modo da danneggiare paradossalmente più se stessi della vittima.
- Si fa come i'Nardi che da presto fece tardi.
- Siena di tre P è piena: palio, panforte e puttane.
- Siena di tre cose tu sei piena: di torri, di campane e di figli di puttane.
- Signa maligna, né levaci nuora né metterci figlia; se proprio lo devi fare, metticela ma non ce la levare.
- 'Antico detto che suggeriva di non imparentarsi con donne di questa cittadina della periferia.
- Sogni e curregge rimangono n'i' lletto.
- Se tu fossi alto quanto tu sè bischero tu berresti alle grondaie.
T
[modifica]- Tira di più un pelo di fiha che un carro di bovi.
oppure
- Tira più i' filo di una sottana che un carro di buoi della Chiana.
- Si ironizza sulla potenza attrattiva del sesso femminile.
- Tre "C" sono i pericoli dei vecchi: catarro, cascate e cacarella.
- Tempo e culo 'un si comandano.
- T'ha' fatto i' guadagno d'i' Lica.
- Fare come il Lica, che lo metteva nel culo alla moglie per serbare la fica!
V
[modifica]- Vicchio Mugello, Scarperia un coltello, Borgo uno scrittoio, Dicomano un cacatoio.
- Antico blasone mugellano.