Rūta Meilutytė

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Rūta Meilutytė (2012)

Rūta Meilutytė (1997 – vivente), nuotatrice lituana.

Ruta Meilutyte e il diritto di fermarsi

Intervista di Francesco Caligaris, rivistaundici.com, 15 agosto 2022.

  • Prima io avevo sempre e solo conosciuto la vita della nuotatrice. Invece ho scoperto che ci sono altri tipi di vite che qualcuno vive, non solo nello sport. E anche se la vita dell'atleta sembra migliore, o più interessante, ho capito che alcune cose sembrano glamour da fuori, ma quando ci sei dentro in realtà sono molto banali, a volte per nulla glamour.
  • [«Cosa ti è piaciuto del nuoto quando hai iniziato a praticarlo?»] Ero una bambina iperattiva e il nuoto mi ha dato un posto in cui concentrare tutta la mia energia. Era perfetto. Adoravo il colore blu della vasca e quello della luce che illuminava l'acqua mentre nuotavo. C'era il classico ingrediente segreto da cui non sai perché sei attratto, ma lo sei. Non saprei come razionalizzarlo, ma era così, mi piaceva tantissimo.
  • [«Ti è mancata l'adolescenza?»] Non saprei. Non so cosa mi sono persa perché ho vissuto una vita diversa. Posso immaginare tutte quelle cose tipo gli amici, l'amore, la scuola, i primi appuntamenti, le prime volte... Ma io ho avuto la mia, di adolescenza. Non potevo scappare. Quindi mi verrebbe da dire di sì, ma chi lo sa.
  • [Sulla depressione] A un certo punto non ho più capito che piega stesse prendendo la mia vita. C'era come un non detto tra la gente secondo cui dovevo vincere per sempre, perché non c'erano motivi per sostenere il contrario. È stato un processo molto graduale e penso, poco alla volta, di aver smarrito il senso del perché facevo nuoto, anche a causa delle aspettative delle persone intorno a me. Mi sono davvero sentita persa. Ho avuto dei disturbi alimentari, altre cose hanno cominciato a venire a galla, e stavo spingendo il mio fisico a un livello tale che a un certo punto non ce l'ha più fatta. Il mio corpo ha provato ad adattarsi ai cambiamenti della mia vita, alla mia crescita, alla mia pubertà, ma io non ho mai avuto il tempo di sedermi e domandarmi: ma io cosa provo? cosa sento? cosa voglio? Pensavo solo ad andare avanti, ero sempre impegnata ad allenarmi, viaggiare e gareggiare. È stato un periodo molto intenso. Tutto questo mi ha provocato un forte burnout e ho iniziato ad andare in terapia.
  • [«Cosa rispondi a chi pensa che gli sportivi e le sportive non dovrebbero parlare di politica?»] Stronzate. Gli sportivi rappresentano una parte importante della società e dovrebbero parlare delle cose che sono importanti per la società. Sarebbe strano il contrario, perché molte persone seguono gli sportivi come degli esempi, e se c'è la possibilità di migliorare la società il loro impegno può contare molto, senza dubbio.
  • [«Secondo te perché così tanti nuotatori soffrono o hanno sofferto di problemi di salute mentale?»] Il nuoto è uno sport molto faticoso, richiede molto a livello fisico, i nuotatori si allenano duramente e penso che qualche volta gli allenatori non si accorgono che il riposo è fondamentale. In più il nuoto è uno sport individuale, quindi sei sempre da solo con i tuoi pensieri, e qualche volta penso che questo non ci aiuti, perché avremmo bisogno di condividere con qualcun altro le nostre sensazioni, dovremmo fare comunità. Questo nel nuoto si fa ancora poco. Si parla poco di salute mentale. [...] Forse perché mostrarsi vulnerabili e non sentirsi ok con la propria mente è ancora considerato un tabù, e qualche volta per gli allenatori e anche per i nuotatori stessi gareggiare e vincere una medaglia diventa prioritario. E si dimentica tutto il resto.

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