Richard Bachman

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Voce principale: Stephen King.

Stephen King, l'alter ego di Richard Bachman

Richard Bachman, pseudonimo di Stephen King, (1947 – vivente), scrittore statunitense.

Incipit di alcune opere[modifica]

Blaze[modifica]

George era nascosto dal buio. Blaze non lo vedeva ma la sua voce gli giungeva forte e chiara, burbera e un po' ruvida. La voce di George sembrava sempre quella di una persona raffreddata. Aveva avuto un incidente da bambino. Non aveva mai spiegato quale, ma aveva un fior di cicatrice sul pomo d'Adamo.
«Non quella, scemo, è tutta piena di adesivi. Prendi una Chevy o una Ford. Colore scuro, verde o blu. Due anni. Non uno di più, non uno di meno. Nessuno se le ricorda. E senza adesivi.»

L'occhio del male[modifica]

«Dimagra,» sussurra il vecchio zingaro dal naso marcio, mentre William Halleck esce dalla Corte di Giustizia con la moglie Heidi. Un'unica parola sospinta da un fiato nauseabondo tant'è dolciastro. «Dimagra.» Prima che Halleck possa defilarsi, lo zingaro si avvicina e gli carezza una guancia con l'indice nodoso. Le sue labbra si aprono come una ferita, mettendo in mostra rade lapidi piantate nelle gengive. Color verde scuro. La lingua scivola saettando a umettare le labbra tese in un ghigno amaro.

L'uomo in fuga[modifica]

La donna scrutò il termometro alla luce della finestra. Die­tro di lei, nella pioggerellina, le case popolari di Co-Op City si alzavano come grigie torrette di un penitenziario. Sotto, nel pozzo d'aerazione, il bucato steso sbatteva nel vento. Topi e grossi gatti randagi si aggiravano fra la spaz­zatura.
La donna guardò il marito. L'uomo era seduto al tavolo e fissava la tri-vu con vuota concentrazione. Erano settimane che la guardava. Non era normale. Lui odiava la tri-vu, l'a­veva sempre odiata. Naturalmente ogni nuovo apparta­mento ne aveva una: era la legge, ma era ancora legal­mente permesso spegnerla. La legge sui Benefici Obbligatori del 2021 non aveva raggiunto per sei voti la maggio­ranza necessaria dei due terzi. Di solito non la guardavano mai. Ma da quando Cathy si era ammalata, lui non smette­va di guardare le trasmissioni a premi. La cosa le faceva paura.

La lunga marcia[modifica]

Una vecchia Ford azzurra entrò quella mattina nel parcheg­gio sorvegliato: pareva un cagnetto stanco dopo una lunga corsa. Una guardia, un giovane inespressivo in uniforme ca­chi e cinturone, chiese il documento d'identità in plastica azzurra.
Dal sedile posteriore della macchina, il ragazzo lo passò alla madre. La madre lo passò alla guardia. La guardia lo portò a un terminale di computer che sembrava strano e fuo­ri posto nel silenzio della campagna. Il terminale ingoiò il documento e proiettò sullo schermo:

GARRATY RAYMOND DAVIS
RD 1 POWNAL MAINE
ANDROSGOGGIN COUNTY
ID NUMBER 49-801-89
OK-OK-OK

Ossessione[modifica]

Quello della svolta era un bel giorno, una bella mattina di maggio. A renderla bella c'era che avevo tenuto giù la colazione. E anche lo scoiattolo che avevo visto di sfuggita durante Algebra II.
Sedevo nella fila più lontana dalla porta, che è accanto alle finestre, e ho visto lo scoiattolo sul prato. Il prato del Liceo di Placerville è uno di quelli sani, senza tante palle. Viene su fino addosso all'edificio a salutarti dalle finestre. Nessuno, almeno nei quattro anni che ci ho passato io, ha mai cercato di allontanarlo dai muri con aiole fiorite o pini nani o qualche altra amena stronzata. Viene su fino ai muri di cemento e lì se la cresce della bella, che ti piaccia o no.

Uscita per l'inferno[modifica]

Io non so perché. Lei non sa perché. Probabile che nemmeno Dio sappia perché. Solo il governo ci capisce, è roba sua.
(Intervista sul Vietnam all'uomo della strada, 1967 circa.)

Ma il Vietnam era acqua passata e la nazione andava avanti.
Nel pomeriggio di quella calda giornata dell'agosto 1972, l'unità mobile della WHLM era ferma vicino a Westgate in fondo alla superstrada 784. Un capannello di persone si era raccolto intorno a un palco allestito frettolosamente e ornato di pavesi, festoni come pelle sottile su uno scheletro di assi grezze. Dietro, in cima al pendio erboso della massicciata, c'erano i caselli. Davanti, il terreno paludoso si estendeva desolato fino alla periferia della città.

Bibliografia[modifica]

  • Richard Bachman, Blaze, traduzione di Tullio Dobner, Sperling & Kupfer, 2009. ISBN 9788860614766
  • Richard Bachman, L'occhio del male, traduzione di Franco Brera, Sperling & Kupfer, 1999. ISBN 8882744302
  • Richard Bachman, L'uomo in fuga, traduzione di Delio Zinoni, Mondadori, 1989. ISBN 8804319925
  • Richard Bachman, La lunga marcia, traduzione di Beata della Frattina, Mondadori, 1989. ISBN 8804326743
  • Richard Bachman, Ossessione, traduzione di Tullio Dobner, Sonzogno, 1978.
  • Richard Bachman, Uscita per l'inferno, traduzione di Tullio Dobner, Bompiani, 1993. ISBN 8845214540

Altri progetti[modifica]

Opere[modifica]