Robert Creeley
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Robert Creeley (1926 – 2005), poeta statunitense.
Multiplazioni Non solo poesia
[modifica]Quieti come è proprio di quei luoghi;
La strada, soffocata, mezza neve, mezza pioggia,
Non ha fine, ma finisce alle porte scurite.
Dentro, quelli che saranno sempre là,
Quieti come è proprio di quella gente...
Basta per ora essere qui, e
sapere che la mia porta è una di queste.
Citazioni
[modifica]- Tra le mani capitano | tante cose. In tempi di sventura || un esultare selvaggio. (da Per W.C.W., p. 57)
- Colloca io | ti amo da qualche | parte nei || denti e | occhi, mordi- | lo ma || attenzione a non | fare male, tu | vuoi così || tanto così | poco. Le parole | dicono tutto. || Io | ti amo | ancora, | allora a che | serve il vuoto. A || riempire, riempire. | Ho sentito parole | e parole piene || di buchi | doloranti. Il discorso | è una bocca. (La lingua, p. 85)
- Mi ha colpito il commento che una volta ha fatto Franz Kline: «se dipingo ciò che conosco, mi annoio. Se dipingo ciò che conosci tu, annoio te. Allora dipingo ciò che non conosco...» Io scrivo ciò che non conosco. (da Note a proposito del verso libero, p. 95)
- Voglio parlare di creativo nella situazione complessa semplicemente di: ciò che creativo significa per me. Ezra Pound ha scritto dell'ingannevole semplicità sintattica della domanda: «Comprami il tipo di Rembrandt che mi piace»; tanto complessa nella sua attualità come il numero di persone che la potrebbero fare. Parlando ora, dev'essere che questa persona effettiva, me, sia familiare, talmente uguale a tanti, infatti, i capelli, i denti, i calzoni, ecc. Ma l'io, come dice Wittgenstein, è ciò che è «profondamente misterioso». In un mondo di oggetti, di veri me, questa è una delle manifestazioni dell'esistenza che non riesce così a vedere se stessa come una cosa letterale. Secondo la mia esperienza ciò che percepisco come creativo è situato in questo luogo dell'identità personale. (da Il creativo, pp. 100-101)
- Il dire di qualcuno che ha un aspetto piacevole, o brutto: sono entrambi atti creativi. In ciascun caso viene in mente un «mondo» in cui quella persona si situa, con il suo consenso o meno. «Dai un brutto nome a un cane...» non è un'omelia speciosa ma il riconoscimento, seppure casuale, del potere del nominare. «Una rosa con un qualsiasi altro nome...» potrebbe avere un profumo altrettanto buono, ma la rosa no, quella non esisterebbe più, e sarebbe solo una questione di odore. (da Il creativo, p. 105)
- Il grosso cane, Broderick, e | il sorriso degli occhi vivi | di Allen illuminano un mondo buono. || I loro sentimenti, a qualche distanza | remota sotto pelle, si devono incontrare, | chiedendosi a che punto l'impazienza || li blocchi. Così poco amore | da dividere in così tanti, così tanti | peli giallo arancio, sull'uno, || e sull'altro, un tale nero | di capelli lunghi ora sciolti, tale | esiguità di corpo, e una voce che || s'alza al suono del sentimento. | Eiaii! Solleva il mondo, s'alza | cade, come un improvviso raggio di sole, come || il ciglio della notte nera spazza | le basse distese dei campi, di erbe tenere, | corpi, li riempie di quieto desiderio. (da I messaggeri, per Allen Ginsberg, p. 123)
- Chi ero io che | pensavo fosse | un altro uno | diviso o moltiplicato per se stesso | a produrre l'uno. (da Uno, p. 137)
- Questo numero per me | è conforto, un fatto | sicuro di cose. La || tavola si regge su | quattro gambe. Il cane | cammina agevolmente, || e due per due | non è un esercito | ma degli amici che || si vogliono bene. Quattro | è un quadrato, | o un cerchio pacifico, || che celebra il ritorno, | la riunione, | il trionfo dell'amore. (da Quattro, pp. 143 e 145)
- Da ciascuno | dei quattro | angoli si tracci | una retta | ai punti | opposti. Dove | questi s'intersecano | si avrà | il cinque. (da Cinque, p. 147)
- [...] il primo numero pari | (2), e il primo numero || dispari (3), l'uno che rappresenta | il membro maschile, e l'altro | la muliebris pudenda... (da Sei, p. 149)
- Siamo in sette, mi rimbomba | in testa come un incubo di | responsabilità: sette | giorni della settimana, sette | anni di impegno non ambiguo | prima della crisi. (da Sette, p. 149)
- Dì «otto»: | abbi pazienza. || Due quattro | mostrano come. (da Otto, p. 153)
- Niente ritorno: | anche se metà è | quattro e | metà ancora | è due. (da Otto, p. 155)
- mi aiutavano a ricordare: nove per due fa uno-otto | nove per nove fa otto-uno... (da Nove, p. 159)
- Dove sei tu: che | senza essere qui | sei qui, ma qui | senza essere qui? || Non c'è trucco per la realtà: | una mente | la crea, una mente | qualsiasi. Vai || per anni nel | nulla, un non | luogo che conosco quanto | l'ultimo respiro | tirato, a soffiare il fumo | fuori dalla bocca | neanche finirà in qualche parte, | avendo trovato la propria strada. (da Zero, p. 161)
- Le cose | vanno e vengono. | Allora | lasciale. (Un passo, p. 183)
- I tempi d'oro quando le parole | combaciavano con l'espressione umana, || e con l'immaginazione di piccole, locali | riservatezze, e anche i coperchi combaciavano. || Che cosa ci ha soffiato dentro il vento, | un vero e proprio falò come dicono... || e dissero con voci sottili, ostili: | «È cambiato, non è più lo stesso!» (Stile, p. 187)
- Che cosa potrebbero | dirmi loro che io | non abbia già | scoperto: || Il mondo, – quello | c'ero caduto sopra | nella distrazione | d'una sbornia –, || O che le regole | erano sbagliate, una | osservazione che loro | come me | sapevano adesso... (da Loro, p. 191)
- Ecco qui è | là dove | c'è. (Qui, p. 193)
Ma (da Thirty Things)
per il compleanno di Stan
se torniamo là dove
non siamo mai stai noi
staremo là. [RIPETERE] Ma
Bibliografia
[modifica]- Robert Creeley, Multiplazioni Non solo poesia, a cura di Giovanna Covi, Supernova Edizioni, Venezia, 1988.
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