Saverio Bettinelli

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Saverio Bettinelli, Illustrazioni de Dieci lettere di Publio Virgilio Marone. Scritte dagli Elisj all'Arcadia di Roma sopra gli abusi introdutti nella poesia italiana, Venezia, Modesto Fenzo, 1758 (illustrazione copertina)

Saverio Bettinelli (1718 – 1808), gesuita e scrittore italiano.

Incipit di alcune opere[modifica]

Frontespizio del Serse)

Dieci Lettere di Publio Virgilio Marone scritte dagli Elisi all'Arcadia di Roma sopra gli abusi introdotti nella poesia italiana[modifica]

Tutto l'Elisio, o Arcadi, è posto in tumulto dagl'italiani poeti, che, d'ogni età, d'ogni stato, qua scendono in folla ogni giorno a perturbare la pace eterna de' nostri boschetti. Par che la febbre, per cui gli abderiti correvan le strade recitando poemi, sia venuta sotterra co' vostri cantori, verseggiatori e poeti importuni, a profanare con barbare cantilene ogni selva, ogni fonte, ogni grotta, sacra al silenzio e alla pace dei morti.

Lettere sopra vari argomenti di letteratura scritte da un Inglese ad un Veneziano[modifica]

Voi m'invitate ad esercitarmi per lettere nella lingua italiana. Ve n'ho dell'obbligo, perché amo lei e voi. Ricordatevi che io sono inglese, né voglio suggezione. L'indipendenza è la mia passione anche nelle parole, e qualche inglesismo mi si dee permettere, che sarebbe in Italia delitto di lesa Crusca e scandalo de' grammatici. La patria vuole il suo dritto, e sento con l'aria di Londra addensarsi il mio capo e il mio pensare, come accade ai romani tornando da Tivoli e da Frascati. Chi sa che non vi scriva ancora in veneziano?

Mia vita letteraria a risparmio di fatica per chi volesse scriverne giacché ancor de' mediocri autori si vuoi dar conto al publico[modifica]

Nacqui a' 18 luglio 1718 d'egregj genitori in Mantova, ove fui alle scuole de' Gesuiti fanciullo per mia fortuna sino al 1731 ché passai al lor Collegio di S. Luigi in Bologna l'ottobre; e rimasi cinque anni sotto la disciplina d'ottimi maestri sino a compir la filosofia. Recitai nel teatro in due tragedie del P. Poggi, onde presi coraggio a far versi, e molto più al vedere il plauso di quelle del P. Granelli ivi pur recitate. Ivi imparai la lingua francese. L'ottobre del 1736 andai al Noviziato de' Gesuiti in Novellara dopo un giro fatto per divertimento a Venezia, Padova etc., onde l'epoca del Lazarini in Arquà pel Petrarca ricordata nell'Elogio.

Bibliografia[modifica]

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