Silvia Truzzi

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Silvia Truzzi (1974 – vivente), scrittrice e giornalista italiana.

Il cielo sbagliato[modifica]

Incipit[modifica]

Nella baracca di vicolo Barche il freddo della notte è feroce, si arrampica sui muri scrostati, odora di chiuso e di umido: è il profumo della povertà, a cui gli inverni del Nord portano in dono, oltre alla fame, un gelo assassino. La stanza è spoglia: al centro un tavolo con tre sedie, su un lato il giaciglio, su un altro una credenza priva di un’anta. L’unica luce è una finestra alta, con la serratura malferma che trema e fischia ogni volta che il vento la attraversa per entrare senza invito. In fondo c’è un camino, ma è solo un buco vuoto. Né legna né carbone. Nemmeno cenere: l’ultima volta che è stato acceso era ancora il 1917.

Citazioni[modifica]

  • Il bilancio delle Giornate rosse di Mantova è terribile. Non tanto per i morti, che sono solo sette, compresa la povera Rosa morta di crepacuore. I milionari sono settantadue, gli iscritti alla lista dei poveri diciassettemila. E i mendicanti che fanno concorrenza a Regina sono una moltitudine. Qualche mese dopo, questi numeri, rimescolati nelle urne delle elezioni provinciali, renderanno Mantova la provincia più rossa d’Italia, con cinquantanove Comuni guidati dai socialisti. La sera in cui escono i risultati del voto, passando per piazza delle Erbe, Regina vede la gente festeggiare. «Illusi, cosa vi credete che cambia?» dice a denti stretti mentre zoppica verso la mensa dei poveri. (3 dicembre 1919)

Explicit[modifica]

Flaminia appoggia la mano rugosa su quella della giovane donna. È il momento in cui le cicale vanno a dormire e i grilli non si sono ancora svegliati: un silenzio perfetto che Dora non vuole rompere.

«Sei preoccupata per i soldi?» domanda Flaminia. Nei convulsi giorni di fine aprile la gioielleria Avanzini è stata presa d’assalto. Hanno portato via tutto, anche la bilancia per pesare l’oro. Dora sbircia furtiva l’olmo sotto cui ha nascosto i diamanti e le lettere. Prende la mano di Flaminia, la porta alle labbra e la bacia: «In qualche modo ce la caveremo».

«Eugenio è un dottore e guadagna bene: si occuperà di te e di Alessandro», la rassicura la vecchia.

Dora le sorride, si alza, percorre i pochi passi che la separano da casa. All’improvviso comincia il concerto dei grilli. Un pensiero si mischia al loro canto: per tutta la vita sono stata una figlia di nessuno: non sarò mai più solo la moglie di qualcuno.

Bibliografia[modifica]

  • Silvia Truzzi, Il cielo sbagliato, Longanesi & C., Milano, 2022.