Elena Aganoor

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Elena Aganoor (1852 – 1912), istitutrice privata e poetessa italiana.

Incipit di alcune opere[modifica]

Melanconia[modifica]

Ombra mesta non sei che versa pianto,
E che passa fugace;
Sei scheletro: ti arresti a me d'accanto
Per togliermi la pace.
Fisa rimango; mi si oscura il volto
E amaramente penso;
Mi par che l'aria odori di sepolto:
Larve figura il senso.

Sola[modifica]

Sola, tu dici; a te pare un deserto
questa sala ov'io son con mille e mille;
tra quest'ombre agli inconsci occhi coperto,
un fuoco serba vivide scintille.
Forte accalora quanto più è segreto,
arde e s'addoppia quanto più è nascosto,
e a poco a poco ogni angolo fa lieto,
e a poco a poco illumina ogni posto.

Una lampada[modifica]

Amica di mie veglie, entro l'oscura
Stanza silenzïosa, il picciol foco
Guardo talor con amorosa cura,
Che solitario brilla.
5L'anima tua fra i bei vetri sicura
Mira diritta al cielo e raro oscilla,
Pur si andrà consumando a poco a poco
La sorte che ti danna è la mia sorte.

Bibliografia[modifica]

  • Elena Aganoor, Melanconia[1], in "Ad Elena e Vittoria Aganoor" di Giacomo Zanella, "Nuova Antologia", 1876.
  • Elena Aganoor, Sola, trascrizione pubblicata da Laura Parpinelli in "Lettere a Bianca", Rebellato Editore.
  • Elena Aganoor, Una lampada[1], in "Poesie di autori contemporanei", di G. L. Patuzzi, Verona, Drucker & Tedeschi, 1882.

Note[modifica]

  1. a b Elena scrisse alcune poesie che però non pubblicò mai (http://www.polesel.it/it/aganoor/elena/Elena%20Aganoor.htm). La sorella Vittoria pubblicò un saggio poetico che conteneva anche alcune liriche di Elena.

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