Cassandra Clare: differenze tra le versioni

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*«Non è stata colpa tua» disse. «Non si può decidere come nascere.» ('''Alec''')
*«Non è stata colpa tua» disse. «Non si può decidere come nascere.» ('''Alec''')
*[...] ho capito che non avevo smesso di credere in Dio. Avevo solo smesso di credere che gliene importasse qualcosa di noi. Dio forse esiste, Clary, o forse no, ma non credo che abbia importanza. In ogni caso ce la dobbiamo cavare da soli. ('''Jace''')
*[...] ho capito che non avevo smesso di credere in Dio. Avevo solo smesso di credere che gliene importasse qualcosa di noi. Dio forse esiste, Clary, o forse no, ma non credo che abbia importanza. In ogni caso ce la dobbiamo cavare da soli. ('''Jace''')
*«Lo è davvero?» chiese Clary. Isabelle non la guardò neppure. «Chi è davvero cosa?» </br>«Jace. È davvero un pessimo bugiardo?» </br>Isabelle si voltò verso Clary e la guardò coi suoi grandi occhi scuri e inaspettatamente seri. «Non è affatto un bugiardo. Non sulle cose che contano. Preferisce dirti una verità orribile che mentirti.» Fece una pausa, e poi aggiunse sottovoce. «È per questo che di solito è meglio non chiedergli niente se non sei sicura di non poter sopportare la risposta.»
*«Jace?» </br> «Sì?» </br>«Come facevi a sapere che ho del sangue di Shadowhunters? C'era un modo per esserne sicuro?» </br> L'ascensore arrivò con un ultimo brontolio. Jace aprì la grata. L'interno, tutto metallo nero e decorazioni dorate, ricordò a Clary una gabbia per uccelli. «Ci ho provato» ammise lui chiudendosi la porta alle spalle. «Mi sembrava la spiegazione più plausibile.» </br> «Ci hai provato? Dovevi esserne abbastanza sicuro, considerato che avresti potuto uccidermi.» </br> Lui premette un pulsante sulla parete e l'ascensore si mise in azione con un sobbalzo e un grugnito vibrante che Clary si sentì nelle ossa dei piedi. «Ero sicuro al novanta per cento.» </br>«Capisco» disse Clary. C'era qualcosa di strano nella sua voce, perché Jace si voltò a guardarla. La mano di Clary lo colpì al volto con uno schiaffo che lo fece sobbalzare. Lui si portò una mano alla guancia, più per la sorpresa che per il dolore. «Perché diavolo l'hai fatto?» </br>«Per l'altro dieci per cento» disse lei, dopodiché trascorsero il resto della discesa fino al piano terra senza dire una parola.
*Clary, rimasta dietro a Jace, notò la sua stanchezza e il suo stress dalla postura delle spalle. Si chiese se quella tensione lo abbandonasse mai. «Jace.» Lui la guardò. «Cosa?»</br>«Scusa se sono scattata.»Lui ridacchiò. «Quale delle tante volte?»</br>«Anche tu però scatti con me, sai?»</br>«Lo so» ammise lui sorprendendola. «In te c'è qualcosa di così...» </br>«Irritante?»Lui rise ancora. «Spiazzante.»Clary avrebbe voluto chiedergli se era un complimento o un insulto, ma non lo fece. Aveva troppa paura che la prendesse in giro.
*Simon aveva l'aria del bravo ragazzo che ti viene a prendere a casa ed è educato coi tuoi genitori e fa le coccole al tuo cane. Jace, invece, sembrava il tipo di ragazzo che viene a casa tua e le dà fuoco. ('''Clary''')
*«Buon compleanno, Clarissa Fray.[...]Ti illuminerà in tutti i luoghi oscuri di questo e di altri mondi.» ('''Jace''')
*Jace allungò una mano per sorreggerla proprio mentre lei si voltava per scusarsi e in qualche modo Clary si ritrovò nel cerchio delle sue braccia e lui la baciò. All'inizio fu quasi come se non avesse voluto farlo: la sua bocca era rigida contro quella di lei. Poi le mise tutte e due le braccia attorno e la tirò contro di sé. Le sue labbra si ammorbidirono. Clary sentì il battito rapido del suo cuore, assaggiò la dolcezza delle mele ancora nella sua bocca. Infilò le mani nei capelli di Jace come aveva desiderato fare dalla prima volta che lo aveva visto. Li arricciò attorno alle dita, serici e sottili. Il suo cuore martellava e si sentiva un rombo nelle orecchie, come un battito d'ali...Jace si staccò da lei con un'esclamazione soffocata, anche se non smise di tenerla abbracciata.
*Gli occhi del ragazzo brillavano nel buio. «Non capisco perché i mondani si scusino sempre per cose delle quali non hanno colpa.» «Non mi sto scusando. È solo un modo per... per esserti vicina. Per dire che mi dispiace che tu sia infelice.» «Non sono infelice» disse lui. «Solo le persone che non hanno uno scopo sono infelici. Io ce l'ho.» ('''Jace e Clary''')
*«E quello è il motto dei Nephilim... dei Cacciatori.» </br>«Cosa vuol dire?» Il sorriso di Jace fu un lampo bianco nell'oscurità. «Significa "Cacciatori: strafighi in nero dal 1234".»('''Jace e Clary''')
*Si dice che i Nephilim siano i figli degli uomini e degli angeli. Tutto ciò che ci ha lasciato questa discendenza dagli angeli è una maggiore altezza da cui precipitare quando cadiamo. ('''Hodge''')
*Si dice che i Nephilim siano i figli degli uomini e degli angeli. Tutto ciò che ci ha lasciato questa discendenza dagli angeli è una maggiore altezza da cui precipitare quando cadiamo. ('''Hodge''')
*Odorava di sale e sangue, e solo quando la sua bocca si avvicinò all'orecchio di lei, Clary capì cosa stesse dicendo, cosa aveva sussurrato prima, ed era la litania più semplice di tutte: il suo nome, solamente il suo nome. ('''Clary''')
*Odorava di sale e sangue, e solo quando la sua bocca si avvicinò all'orecchio di lei, Clary capì cosa stesse dicendo, cosa aveva sussurrato prima, ed era la litania più semplice di tutte: il suo nome, solamente il suo nome. ('''Clary''')
*«Per un Cacciatore Idris è sempre "casa".» ('''Jace''')
*«Non ti avevo letto le foglie del tè, Cacciatore? Ti sei già innamorato della persona sbagliata?» Jace disse: «Purtroppo, Signora del Rifugio, il mio unico vero amore resto io stesso.» Dorothea scoppiò in una risata: «Almeno non ti devi preoccupare di essere respinto, Jace Wayland.» «Non necessariamente. A volte mi dico di no, tanto per non farmi perdere interesse.» ('''Madame Dorothea e Jace''')
*«Dove c'è un sentimento non ricambiato c'è uno squilibrio di potere. È uno squilibrio facile da sfruttare, ma non è saggio farlo. Dove c'è amore, spesso c'è anche odio. Possono esistere fianco a fianco.»('''Hodge''')
*«Forse non credo nel peccato» disse. «Ma mi sento in colpa lo stesso. Noi Shadowhunters viviamo in base a un codice e quel codice non è flessibile. Onore, colpa, pena, sono tutte cose reali per noi, e non hanno nulla a che vedere con la religione, ma solo con chi siamo. Questo è quello che sono, Clary» disse disperatamente. «Sono un membro del Conclave. È nel mio sangue e nelle mie ossa. E allora dimmi, se sei così sicura che non è stata colpa mia, perché il primo pensiero che ho avuto quando ho visto Abbadon non è stato per i miei compagni ma per te?» Sollevò l'altra mano e si nascose il volto tra i palmi. «Sapevo... sapevo... Alec si stava comportando in modo strano. Sapevo che c'era qualcosa che non andava. Ma riuscivo a pensare soltanto a te...» Chinò il capo in avanti e le loro fronti si toccarono. Clary sentì il suo alito incresparle le ciglia. Chiuse gli occhi e lasciò che la sua vicinanza la inondasse come una marea delirante. ('''Jace a Clary''')


=== ''Città di cenere'' ===
=== ''Città di cenere'' ===
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*Pensò per la prima volta che, tutto sommato, forse i morti non erano così sfortunati. ('''Clary''')
*Pensò per la prima volta che, tutto sommato, forse i morti non erano così sfortunati. ('''Clary''')
*Jace, lo sapeva, non aveva la stessa sensazione. Simon era stato a guardarlo con un senso di malessere allo stomaco, incapace di distogliere lo sguardo, quando aveva preso Clary tra le braccia e l'aveva baciata con un tale slancio che aveva temuto che uno dei due o entrambi potessero andare in frantumi. L'aveva stretta come se potesse annientarla in se stesso, come se potessero fondersi in un'unica persona. ('''Simon''')
*Jace, lo sapeva, non aveva la stessa sensazione. Simon era stato a guardarlo con un senso di malessere allo stomaco, incapace di distogliere lo sguardo, quando aveva preso Clary tra le braccia e l'aveva baciata con un tale slancio che aveva temuto che uno dei due o entrambi potessero andare in frantumi. L'aveva stretta come se potesse annientarla in se stesso, come se potessero fondersi in un'unica persona. ('''Simon''')
*Ho la sensazione che tu preferisca struggerti per qualcuno con cui non potrai mai stare piuttosto che provare a stare con qualcuno con cui potresti. ('''Simon''')
*Ho la sensazione che tu preferisca struggerti per qualcuno con cui non potrai mai stare piuttosto che provare a stare con qualcuno con cui potresti. (Simon)
*'''Jace''': A volte sparisci completamente nella tua testa. Mi piacerebbe poterti seguire.<br/>''Lo fai'', avrebbe voluto dire Clary. ''Sei continuamente nella mia testa''.
*'''Jace''': A volte sparisci completamente nella tua testa. Mi piacerebbe poterti seguire.<br/>''Lo fai'', avrebbe voluto dire Clary. ''Sei continuamente nella mia testa''.
*Ogni volta che tu stai per morire, sto per morire anch'io. ('''Jace''')
*Ogni volta che tu stai per morire, sto per morire anch'io. ('''Jace''')
*«Ho visto Jonathan dopo che aveva affrontato il demone della paura, sai. Gli è apparso sotto le tue sembianze. Questo mi ha svelato quanto avevo bisogno di sapere. La più grande paura nella vita di Jonathan è l'amore che prova per sua sorella.» ('''Valentine''')
*«Non voglio essere uomo. Voglio essere un adolescente angosciato che non riesce ad affrontare i suoi demoni interiori e preferisce rifarsi insultando il prossimo.» ('''Jace''')
*Ma il bacio che libererà la ragazza è quello che lei desidera di più. [...]Non sempre il desiderio è diminuito dal disgusto. E neppure può essere elargito a chi più lo merita. E siccome le mie parole vincolano la mia magia, siate certi che, se non desidera il suo bacio, non sarà libera.»('''Regina della corte Seelie''')
*Era Jace. Clary lo vide, ai margini sfocati del suo campo visivo, muoversi verso di lei, metterle una mano sulla spalla e girarle la faccia verso di lui. «È solo un bacio» disse, e malgrado il tono aspro, le sue mani erano inspiegabilmente delicate. Lasciò che la girasse e lo guardò. I suoi occhi erano scurissimi, forse perché laggiù nella Corte c'era così poca luce, forse per qualcos'altro. Vedeva il proprio riflesso in ognuna delle sue pupille dilatate, una minuscola immagine di sé nei suoi occhi. Jac disse: «Puoi chiudere gli occhi e pensare ai numeri primi, se vuoi.» «Non sono mai stata troppo brava in matematica» disse Clary, ma chiuse le palpebre. Sentiva i vestiti appesantiti dall'acqua freddi e pungenti sulla pelle e l'aria dolciastra e nauseante della caverna, ancora più fredda, e il peso delle mani di Jace - le uniche cose calde - sulle spalle. Poi lui la baciò. Sentì il tocco delle labbra di Jace, all'inizio leggero, e le sue che si aprivano automaticamente sotto la pressione. Quasi contro la sua volontà, si sentì diventare molle e flessuosa e allungarsi verso l'alto per intrecciargli le braccia intorno al collo come un girasole si volta verso la luce. Le braccia di Jace la circondarono, le sue mani si unirono tra i capelli di lei, e il bacio smise di essere delicato e divenne ardente, in un solo istante, come un'esca che divampa in una fiammata. Clary sentì un suono simile a un sospiro correre per la Corte, tutt'intorno a loro, un'ondata di rumore, ma non significava niente, si perdeva nel flusso del suo sangue nelle vene, nel vertiginoso senso di assenza di peso nel suo corpo. Le mani di Jace si allontanarono dai suoi capelli, le scivolarono lungo la schiena; sentì la pressione dei suoi palmi sulle scapole... poi il ragazzo si scostò, staccandosi delicatamente, ritraendo le mani dal suo collo e facendo un passo indietro. Per un istante Clary pensò di cadere; le sembrava che le fosse stato strappato qualcosa di fondamentale, un braccio o una gamba, e fissò Jace in preda a una vacua sorpresa...
*«Che cosa vuoi che ti dica? La verità? La verità è che voglio bene a Simon come dovrei voler bene a te e vorrei che fosse lui mio fratello, e non tu, ma non posso farci niente, e neanche tu! O hai un idea migliore, visto che sei così dannatamente in gamba?» ('''Clary''' a Jace)
*«Quando ami qualcuno, non hai scelta. L'amore ti nega ogni scelta.» ('''Clary''')
*«Vorrei poterti odiare» disse Jace. La sua voce era disinvolta, la bocca piegata in un sorrisetto noncurante, gli occhi erano devastati dall'infelicità. «Vorrei odiarti. Ci provo, a odiarti. Sarebbe tutto più facile, se ti odiassi. A volte penso di odiarti con tutto me stesso, poi ti vedo e...»Le mani di Clary si erano intorpidite, tanto forte era la stretta sulla coperta. «E cosa?» «Tu che dici?» Jace scosse la testa. «Perché dovrei dirti quello che provo, quando tu non mi dici mai niente? È come sbattere la testa contro il muro, solo che se sbattessi la testa contro il muro potrei sempre smettere.»
*«Certo che ho già sentito la parola "paura". Solo che preferisco credere che non abbia niente a che fare con me.» ('''Jace''')
*«Ma non è questo l'amore, Clarissa? Possesso? "Il mio diletto è per me e io per lui" recita il Cantico dei cantici.» ('''Valentine''')
*«Pensi che non abbia visto il modo in cui vi guardate? Il modo in cui pronuncia il tuo nome? Puoi anche credere che io non abbia sentimenti, ma ciò non significa che non sia capace di vederli negli altri.» ('''Valentine''' a Clary)


=== ''Città di vetro'' ===
=== ''Città di vetro'' ===
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==== Citazioni ====
==== Citazioni ====
*Sai, ci sono ferite che un cacciatore può rivivere, ferite causate dal veleno di un demone: non ti rendi neanche conto di cosa c'è che non va in te, ma dentro stai lentamente sanguinando a morte. Ecco, essere solo un fratello per te mi da la stessa sensazione. ('''Jace''')
*Sai, ci sono ferite che un cacciatore può rivivere, ferite causate dal veleno di un demone: non ti rendi neanche conto di cosa c'è che non va in te, ma dentro stai lentamente sanguindo a morte. Ecco, essere solo un fratello per te mi da la stessa sensazione. ('''Jace''')
*'''Clary''': Io non sono un angelo, Jace. Scarico illegalmente musica da internet, non restituisco i libri in biblioteca, racconto balle a mia madre. Sono assolutamente normale.<br/>'''Jace''': Non per me.
*'''Clary''': Io non sono un angelo, Jace. Scarico illegalmente musica da internet, non restituisco i libri in biblioteca, racconto balle a mia madre. Sono assolutamente normale.<br/>'''Jace''': Non per me.
* Io ti amo e ti amerò fino alla morte e, se c'è una vita dopo la morte, ti amerò anche allora. ('''Jace''' a Clary)
* Io ti amo e ti amerò fino alla morte e, se c'è una vita dopo la morte, ti amerò anche allora. ('''Jace''' a Clary)
*«So quello che credi di provare per me» disse Jace. «Tu invece non lo sai. Io ti piaccio, perché sono una sicurezza per te. Senza rischi. E tu non ti metterai mai in gioco in una vera relazione, perché puoi sempre usare me come una buona scusa.[...]Nonostante la mia sbalorditiva bellezza, in realtà io non ti piaccio in quel senso. E se stai sganciando Magnus, non è per colpa mia. È perché hai troppa paura di dire a qualcuno, a chiunque, che lo ami per davvero. L'amore ci rende bugiardi. L'ha detto la Regina del Popolo Fatato. Quindi non giudicarmi, se mento sui miei sentimenti. Lo fai anche tu.» ('''Jace''' ad Alec)
*Io penso che non ci sia molto che Jace non sarebbe disposto a fare per te, se glielo chiedi. ('''Magnus''' a Clary)
*«Tu sei mia sorella» disse Jace alla fine. «Mia sorella, il mio sangue, la mia famiglia. Dovrei sentire il desiderio di proteggerti.» Rise in silenzio e senza umorismo. «Proteggerti da tutti i ragazzi che vorrebbero fare con te esattamente quello che vorrei fare io.»
*«Dio sa che non voglio nessuna, tranne te. Non voglio nemmeno cercare di volere un'altra, oltre a te.» Allungò la mano, fece scorrere lievemente le dita fra i suoi capelli, le sfiorò la guancia. «Adesso, almeno, so il perché.»La voce di Clary era scesa a un sussurro. «Anch'io non voglio nessuno tranne te.» ('''Jace''' e '''Clary''')
*Lentamente, Jace si tirò su sui gomiti. Ora la guardava dall'alto e la sua espressione era cambiata: c'era qualcosa che Clary non aveva mai visto prima, una luce spenta, quasi mortale, nei suoi occhi. Jace fece scorrere le dita dalla guancia alle labbra di Clary e ne tracciò il profilo con la punta di un dito. «Forse» le disse «ora dovresti dirmi di non fare così.» Ma lei non disse niente. Non voleva dirgli di smettere. Era stanca di dire di no a Jace, di non permettersi mai di sentire ciò che tutto il suo cuore voleva che sentisse. A qualsiasi costo. Lui si chinò, posò le labbra sulla sua guancia, la sfiorò leggermente. E quel tocco, seppur leggero, le diede una scossa a tutte le terminazioni nervose; una scossa che la fece tremare in tutto il corpo. «Se vuoi che mi fermi, dimmelo adesso» sussurrò Jace. Ma Clary lei continuò a non dire nulla. Lui le sfiorò con le labbra la tempia. «O adesso.» Seguì la linea dello zigomo. «O adesso.» Ora le sue labbra erano su quelle di Clary. «O...» Ma lei l'aveva preso e l'aveva attratto a sé, e le sue parole si persero sulle sue labbra. Jace la baciò con delicatezza, con attenzione, anche se non era la delicatezza che Clary voleva, non ora, non dopo tutto questo tempo. Strinse i pugni sulla sua camicia tirandolo forte verso di sé. Jace gemette piano, in fondo alla gola, poi le sue braccia la avvolsero, la strinsero, e rotolarono insieme sull'erba, avvinghiati l'uno all'altra, protraendo ancora quel bacio. C'erano delle pietre che pungevano la schiena di Clary e la spalla le doleva dove aveva battuto cadendo dalla finestra, ma non le importava niente. Esisteva solo Jace: tutto ciò che Clary sentiva, sperava, respirava, voleva e vedeva, era Jace. Nient'altro contava.
*Almeno adesso so perché. So che cosa c'è di sbagliato in me. E forse... forse è per questo che ho tanto bisogno di te. Perché se Valentine ha fatto di me un mostro, allora immagino che abbia fatto di te una specie di angelo. E Lucifero amava Dio, no? Così almeno dice Milton nel Paradiso perduto. ('''Jace''' a Clary)
*«Tu mi ami?» </br>«Stupido Nephilim» ribatté Magnus paziente. «Perché mai sarei qui? Perché mai avrei passato queste ultime settimane a rimettere in sesto i tuoi stupidi amici ogni volta che si fanno male? E a tirare fuori te da ogni situazione assurda in cui ti cacciavi?» ('''Magnus''' a Alec)
*«La gente non nasce buona o cattiva. Forse nasce con delle inclinazioni verso l'una o l'altra parte, ma è il modo in cui ciascuno vive la propria vita che conta. E le persone che si incontrano.» ('''Simon''')
*«Ho capito allora che, per causa tua, Jocelyn non sarebbe mai tornata da me. Tu sei l'unica cosa al mondo che lei abbia mai amato più di me. Per colpa tua lei mi odia. E per questo io odio te. Non sopporto neppure di vederti.» ('''Valentine''')
*«E adesso ti sto guardando e tu mi chiedi se ti voglio ancora, come se io potessi smettere di amarti. Come se potessi essere disposto ad abbandonare la cosa che più di ogni altra mi rende forte. Non ho mai osato dare tanto di me a nessuno, prima d'ora. Poche briciole ai Lightwood, a Isabelle e ad Alec, e mi ci sono voluti anni... Ma, Clary, dalla prima volta che ti ho vista, io ti sono appartenuto completamente. Ed è ancora così. Se tu mi vuoi.» ('''Jace''')


=== ''Città degli angeli caduti'' ===
=== ''Città degli angeli caduti'' ===

Versione delle 09:29, 12 lug 2013

Cassandra Clare al WonderCon 2013

Cassandra Clare (1973 – vivente), scrittrice statunitense.

Shadowhunters

Città di ossa

Incipit

«Stai scherzando, vero?» disse il buttafuori incrociando le braccia davanti al petto massiccio. Guardò dall'alto in basso il ragazzo col giubbotto rosso e scosse la testa rasata. «Non puoi portare dentro quella roba.»
La cinquantina di ragazzi in coda fuori dal Pandemonium Club si sporsero in avanti per origliare. L'attesa per entrare in quel locale era lunga, soprattutto il sabato, e in coda non succedeva quasi mai niente di interessante. I buttafuori erano tosti e calavano subito in picchiata su chiunque aveva l'aria di voler fare casini. La quindicenne Clary Fray, in coda con Simon, il suo migliore amico, si chinò in avanti come tutti gli altri, sperando in una piccola distrazione.

Citazioni

  • Stavo ridendo perché le dichiarazioni d'amore mi divertono, soprattutto quando si tratta di amori non corrisposti. E perché il tuo amico Simon è uno dei mondani più mondani che abbia mai incontrato. (Jace a Clary)
  • Il bambino non pianse mai più e non dimenticò mai ciò che aveva imparato: che amare significava distruggere e essere amati significava essere distrutti. (Jace)
  • Forse un giorno gli ultimi saranno i primi, ma per ora sono i vanitosi a divertirsi di più. (Jace a Clary)
  • Jace, invece, sembrava il tipo di ragazzo che viene a casa tua e le dà fuoco. (Clary)
  • Scusa, mi stai dicendo che i tuoi amici ammazzademoni hanno bisogno che mia mamma li accompagni in macchina al loro prossimo appuntamento con le forze delle tenebre?» (Simon)
  • «[...] essere diversi non è una passeggiata. Vuoi sapere com'è quando i tuoi genitori sono delle brave persone che vanno in chiesa e tu nasci con addosso il marchio del Diavolo?» Si indicò gli occhi con le dita contratte. «Quando tuo padre rabbrividisce solo a vederti e tua madre si impicca nel fienile, impazzita alla vista di suo figlio?» (Magnus)
  • «Non è stata colpa tua» disse. «Non si può decidere come nascere.» (Alec)
  • [...] ho capito che non avevo smesso di credere in Dio. Avevo solo smesso di credere che gliene importasse qualcosa di noi. Dio forse esiste, Clary, o forse no, ma non credo che abbia importanza. In ogni caso ce la dobbiamo cavare da soli. (Jace)
  • Si dice che i Nephilim siano i figli degli uomini e degli angeli. Tutto ciò che ci ha lasciato questa discendenza dagli angeli è una maggiore altezza da cui precipitare quando cadiamo. (Hodge)
  • Odorava di sale e sangue, e solo quando la sua bocca si avvicinò all'orecchio di lei, Clary capì cosa stesse dicendo, cosa aveva sussurrato prima, ed era la litania più semplice di tutte: il suo nome, solamente il suo nome. (Clary)

Città di cenere

Incipit

La formidabile struttura di vetro e acciaio su Front Street si ergeva dalle fondamenta come un ago scintillante che trafigge il cielo. Il Metropole, la più costosa delle nuove torri di Downtown Manhattan, contava cinquantasette piani. L'ultimo ospitava l'appartamento più lussuoso: l'attico del Metropole, un autentico capolavoro di elegante design bianco e nero. Troppo nuovi per avere già raccolto polvere, i suoi nudi pavimenti di marmo, lucidissimi, riflettevano le stelle del cielo notturno attraverso le enormi finestre a parete. Le vetrate, perfettamente trasparenti, davano l'incredibile illusione che nulla si frapponesse tra l'osservatore e la vista, che faceva venire le vertigini anche a chi non aveva paura dell'altezza.

Citazioni

  • Non tutto quello che Jace faceva era folle e suicida, [...] Lo sembrava soltanto. (Clary)
  • Non possono mentire, ma adorano giocare a dire la verità in maniera creativa. Scopriranno ciò che vuoi più di ogni altra cosa al mondo e te lo offriranno... nascondendoci dentro un'insidia che ti farà rimpiangere di averlo mai desiderato. (Jace)
  • L'amore rende bugiardi. (Regina della corte Seelie)
  • Pensò per la prima volta che, tutto sommato, forse i morti non erano così sfortunati. (Clary)
  • Jace, lo sapeva, non aveva la stessa sensazione. Simon era stato a guardarlo con un senso di malessere allo stomaco, incapace di distogliere lo sguardo, quando aveva preso Clary tra le braccia e l'aveva baciata con un tale slancio che aveva temuto che uno dei due o entrambi potessero andare in frantumi. L'aveva stretta come se potesse annientarla in se stesso, come se potessero fondersi in un'unica persona. (Simon)
  • Ho la sensazione che tu preferisca struggerti per qualcuno con cui non potrai mai stare piuttosto che provare a stare con qualcuno con cui potresti. (Simon)
  • Jace: A volte sparisci completamente nella tua testa. Mi piacerebbe poterti seguire.
    Lo fai, avrebbe voluto dire Clary. Sei continuamente nella mia testa.
  • Ogni volta che tu stai per morire, sto per morire anch'io. (Jace)

Città di vetro

Incipit

L'ondata di freddo della settimana precedente era passata e il sole brillava allegramente mentre Clary attraversava in fretta il giardino polveroso davanti alla casa di Luke, col cappuccio del giubbotto tirato su per impedire al vento di soffiarle i capelli in faccia. Faceva caldo, ma il vento che veniva dall'East River sapeva essere ancora feroce: portava con sé un lieve odore chimico, mescolato a quello di Brooklyn di asfalto e benzina e a un sentore di zucchero bruciato che veniva da una fabbrica abbandonata, in fondo alla via.

Citazioni

  • Sai, ci sono ferite che un cacciatore può rivivere, ferite causate dal veleno di un demone: non ti rendi neanche conto di cosa c'è che non va in te, ma dentro stai lentamente sanguindo a morte. Ecco, essere solo un fratello per te mi da la stessa sensazione. (Jace)
  • Clary: Io non sono un angelo, Jace. Scarico illegalmente musica da internet, non restituisco i libri in biblioteca, racconto balle a mia madre. Sono assolutamente normale.
    Jace: Non per me.
  • Io ti amo e ti amerò fino alla morte e, se c'è una vita dopo la morte, ti amerò anche allora. (Jace a Clary)

Città degli angeli caduti

Incipit

-Solo un caffè, grazie. La cameriera sollevò le sopracciglia disegnate. -Niente da mangiare?- chiese con aria delusa e un marcato accento slavo. Simon Lewis non poteva darle torto: probabilmente la ragazza sperava in una mancia migliore di quella che avrebbe ricevuto per una semplice tazza di caffè. Ma non era colpa di Simon se i vampiri non mangiavano. A volte, al ristorante, ordinava comunque un po' di cibo, giusto per dare una parvenza di normalità, ma la sera tardi di un martedì, in un Veselka dove era quasi l'unico cliente, non valeva la pena di sforzarsi. -Caffè e basta.

Citazioni

  • Jace sapeva di non piacerle molto, ma non poteva biasimarla: anche lui, al suo posto, probabilmente non si sarebbe piaciuto.
  • Però, Magnus, non me l'hai mai detto. Non mi hai mai avvertito che sarebbe stato così, che un giorno mi sarei svegliato e mi sarei accorto di star andando in una direzione che tu non potevi seguire. Non mi hai mai ricordato che siamo essenzialmente diversi. Non c'è "finché morte non vi separi", per chi non muore mai. (Alec)
  • – Non si possono avere due padri- disse Jace.
    – Certo che sì- ribatté Simon -Chi dice il contrario? Posso comprarti uno di quei libri per bambini, "Timmy ha due papà". Ma non credo ne abbiano uno intitolato "Timmy ha due papà, di cui uno cattivo". A quello dovrai pensarci da solo.
  • Ora guardo i miei fratelli che spalancano le porte dei loro cuori e penso: -Ma siete pazzi?- I cuori si infrangono. E penso che, anche quando si ricompongono, non si torna più gli stessi di prima. (Isabelle)
  • – A dire il vero non mi piace quando la gente mi chiama vampiro.
    Ho un nome – rispose Simon. – E credo che farò bene a ricordarmelo. Dopotutto fra cento o duecento anni ci saremo solo io e te. – Magnus lo guardò con aria pensierosa: Saremo tutto ciò che resta.
  • – Ogni nascosto aveva sangue di un odore diverso: le fate sapevano di fiori morti, gli stregoni di fiammiferi bruciati, altri vampiri di metallo. Clary una volta gli aveva chiesto di cosa odorassero gli Shadowhunters. "Luce del sole", le aveva risposto. (Simon)
  • – Quanto vuoi bene ai tuoi amici Shadowhunters; come il falco che adora il padrone che lo lega e lo benda. (Camille)

Shadowhunters – Le origini

L'angelo

Incipit

Il demone esplose in una pioggia di fluido e viscere. William Herondele ritrasse il pugnale che stringeva in mano, ma era troppo tardi. L'acido viscoso del sangue demoniaco aveva già cominciato a corrodere la lama scintillante. Will imprecò e gettò via l'arma, che finì in una pozzanghera sudicia e bruciò senza fiamma, come un fiammifero appena spento. Quanto al demone, naturalmente, era svanito… rispedito in qualsiasi mondo infernale dal quale fosse venuto, non senza essersi lasciato alle spalle un gran scompiglio.

Citazioni

  • Se in tutto il mondo non c'è nessuno a cui importa di te, esisti davvero? (Tessa)
  • [...] signorina Gray, lasciate che vi dia un consiglio: il bel giovanotto che sta cercando di salvarvi da un destino spaventoso non sbaglia mai. Nemmeno se dice che il cielo è viola e fatto di porcospini. (Will)
  • Forse Londra è solo l'ingresso dell'Inferno, e noi siamo le anime dannate che rifiutano di varcarlo, temendo che quanto troveremo dall'altra parte sarà peggiore dell'orrore che già conosciamo. (Will)
  • – Ricordi quando hai provato a convincermi a dare da mangiare un pasticcio di volatili ai germani reali del parco per vedere se riuscivi ad allevare una razza di anatre cannibali?-

-E loro l'hanno mangiato- rammentò Will. -Piccole bestie assetate di sangue. Mai fidarsi di un'anatra.- (Jem e Will)

Bibliografia

  • Cassandra Clare, Shadowhunters – Città di cenere, traduzione di Raffaella Belletti, Mondadori.
  • Cassandra Clare, Shadowhunters – Città di ossa, traduzione di Fabio Paracchini, Mondadori.
  • Cassandra Clare, Shadowhunters – Città di vetro, traduzione di M.C. Leardini, Mondadori.
  • Cassandra Clare, Shadowhunters – Città degli angeli caduti, traduzione di Manuela Carozzi, Mondadori.
  • Cassandra Clare, Shadowhunters – Città delle anime perdute, Mondadori.
  • Cassandra Clare, Shadowhunters – Le origini. L'angelo, traduzione di Raffaella Belletti, Mondadori.
  • Cassandra Clare, Shadowhunters – Le origini. Il principe, Mondadori.

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