Settimio Severo: differenze tra le versioni
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:''Omnia fui et nihil expedit.''<ref>''Historia Augusta'', 18,4.</ref> |
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*{{NDR|[[Ultime parole]] ai figli}} Procurate di accordarvi tra di voi; arricchite i soldati, gli altri tutti sprezzate.<ref>[[Cassio Dione Cocceiano|Cassio Dione]], ''Storia romana'', LXXVI, 15.</ref> |
*{{NDR|[[Ultime parole]] ai figli}} Procurate di accordarvi tra di voi; arricchite i soldati, gli altri tutti sprezzate.<ref>[[Cassio Dione Cocceiano|Cassio Dione]], ''Storia romana'', LXXVI, 15.</ref> |
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Versione delle 19:01, 7 apr 2019
Lucio Settimio Severo Augusto (146 – 211), imperatore romano.
Citazioni
- [Ultime parole ai figli] Procurate di accordarvi tra di voi; arricchite i soldati, gli altri tutti sprezzate.[1]
Citazioni su Settimio Severo
- In Severo fu tanta virtù, che, mantenendosi soldati amici, ancora che populi fussino da lui gravati, possé sempre regnare felicemente; perché quelle sua virtù lo facevano nel conspetto de’ soldati e de’ populi sí mirabile, che questi rimanevano quodammodo attoniti e stupidi, e quelli altri reverenti e satisfatti. (Niccolò Machiavelli)
Edward Gibbon
- I contemporanei di Severo alla tranquillità ed alla gloria del suo Regno perdonarono le crudeltà, che lo condussero al trono. Ma i posteri, che provarono gli effetti funesti delle massime, e dell'esempio di lui, giustamente lo considerano come il principale autore della decadenza dell'Impero romano.
- Il vecchio Imperatore avea spesso criticata la malaccorta indulgenza di Marco Aurelio, che con un solo atto di giustizia avrebbe salvati i Romani dalla tirannide dell'indegno suo figlio. Posto nelle circostanze medesime, provò quanto facilmente l'affetto di padre addolcisca il rigore di giudice. Egli deliberava, minacciava, ma non sapeva punire; e questo suo ultimo e solo esempio di clemenza fu di più danno all'Impero, che non la lunga serie delle sue crudeltà.
- Le vie che menano alla grandezza, quantunque ripide e perigliose, possono però tener desto un animo attivo, mediante la coscienza e l'esercizio delle proprie sue forze; ma il possesso di un trono non può mai soddisfar pienamente una mente ambiziosa. Provò Severo, e riconobbe questa trista verità.
- Severo, come la maggior parte dogli Affricani, era appassionato per li vani studj della magia e della divinazione, profondamente versato nell'interpretazione dei sogni e degli augurj, e dottissimo nella strologia giudiciaria, scienza che quasi in ogni secolo, fuori che nel nostro, si è sostenuta in dominio sopra lo spirito umano.
Note
- ↑ Cassio Dione, Storia romana, LXXVI, 15.
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