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Stonewall

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Stonewall

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Titolo originale

Stonewall

Lingua originale inglese
Paese Gran Bretagna
Anno 1995
Genere Drammatico, Storico
Regia Nigel Finch
Sceneggiatura Rikki Beadle Blair, Martin Duberman
Produttore Christine Vachon
Interpreti e personaggi

Stonewall, film britannico del 1995 di Nigel Finch.

Frasi

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  • [Di fronte alla carica delle forze speciali, coi manifestanti in rotta] Le ragazze dello Stonewall siam: | la permanente ci facciam; | le mutande non portiam; | i peli pubici mostriam! | Le regine del villaggio siam: | sempre ci specchiam | la permanente ci facciam, | perché ragazze siam! (Una fila di travestiti)
  • Ognuno ha la sua leggenda su Stonewall, questa è la mia. Forse non ho raccontato esattamente tutto nei dettagli, ma questa è la storia della mia vita, tesoro. Be', in fondo io sono un travestito, e noi non viviamo sempre nella realtà: viviamo in qualcosa di ancora più vero della realtà; i sogni sono il nostro mondo. Siamo più americane della torta di mele. (Voce narrante, conclusione)
  • Mi dispiace, non si può cambiare il mondo tutto in una volta. Lo vedi? Non ci guardiamo negli occhi nemmeno in privato. Stanno vincendo. Noi potremmo amarci veramente, Matt? [Mattie tenta di baciarlo, ma lui si gira per controllare che nessuno guardi.] Non ci riesco, mi dispiace: la forza dell'abitudine. (Ethan)

Dialoghi

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  • Ernestine: Oh, bambina... La Miranda, no! Perché vai sempre in cerca di guai?
    La Miranda: Vuoi sapere perché, Ernestine? Solo per il sottile, irresistibile fascino che esercita su di me il farlo.[1]
  • La Miranda: Ah, sono dei bastardi. Che bisogno c'era di confiscarmi l'astuccio del trucco? Questa è vera brutalità.
    Mattie: Ma come cavolo possono farlo? Come se non avessimo una costituzione e dei diritti.
    La Miranda: Noi non li abbiamo. Ce li hanno solo loro.
    Mattie: Chi sarebbero loro?
    La Miranda: L'America, la libera e grande America, l'altra America.
    Mattie: 'Fanculo la libera America. Siamo noi la vera America. Almeno noi crediamo ancora nella libertà, giusto? [...] Come facevo a pensare che a New York sarebbe stato diverso?
    La Miranda: La statua della libertà è bugiarda.
  • Arruolatore: Hector, non vuoi combattere per il tuo paese?
    La Miranda: Oh, sì che voglio combattere. Io voglio combattere per l'amore, libertà, e una costituzione attuale. Io voglio combattere i vietcong, i russi, lei, sua madre, suo padre, e lo stramaledetto ufficio delle attività antiamericane: voglio metterlo nel culo al mondo intero, e non c'è bisogno che lei mi dia il suo permesso, e nemmeno che mi obblighi!
  • Ethan: La realtà è che la tesi della malattia è un concetto che gli americani possono accettare. Ed essere visti con simpatia sarebbe già un grosso passo avanti per noi.
    Mattie: Con pietà, vuoi dire!
    Ethan: La cosa più importante è che non sia odio, non ti sembra?
    Mattie: Non riesco ad accettarlo.
  • Mattie: È forse colpa mia se non sai essere uomo?
    La Miranda: Che cosa?
    Mattie: È forse colpa mia se sono venuto al mondo con una preponderanza di geni femminili? È colpa mia se ci sono uomini belli senza bisogno di mettersi chili di trucco? È forse colpa mia? No che non è colpa mia!
    La Miranda: E di chi è la colpa se sei un pezzo di merda?
  • Vito: Non mi serve un'amante, è chiaro? A me serve una moglie, voglio potermi sentire una persona normale. Che cosa ci trovi di male? [...] Lo sai che cos'hai tu? Hai paura di diventare normale!
    Bostonia: Io ho paura di perdere il mio piccolo affarino quaggiù, ecco che cos'ho. Perché continuiamo a parlarne? Io sono una pupa col pisellino, e non sono ancora pronta a perderlo. [...] No, certo, non ci lascerebbero mai in pace, e l'operazione non cambierebbe niente. Vieni qui. [Tenta di abbracciarlo.]
    Vito: Non possiamo! Ci sono troppe finestre.
  • Mattie: Se tutti i dimostranti fossero stati spazzati via da una bomba, almeno ne avrebbero parlato i giornali e la gente si sarebbe mobilitata: ci saranno pure più di trenta persone a cui importa qualcosa; dobbiamo trovare il modo di farle uscire dalle loro tane.
    Ethan: Molta gente non concepisce nemmeno la nostra esistenza, figurati se marcerebbe.
  • Ethan [sulla spiaggia]: Siamo morti e questo è il paradiso. Non manca davvero niente. E aspetta di vedere la festa! Un numero spropositato di uomini bellissimi tutti insieme. [Un poliziotto fischia.] Copriti coll'asciugamano.
    Mattie: Perché?
    Ethan: Un'ordinanza del medioevo: non si possono indossare costumi provocanti in spiaggia.
    Mattie: Non dirai sul serio!
    Ethan: Non diamo dei pretesti a queste carogne, va bene?
    Mattie: «Siamo morti e questo è il paradiso».
  • Bostonia [dopo la morte di Judy Garland]: È veramente uno schifo la vita. Io non ho più seguito la politica perché non avrei sopportato altri dolori. Kennedy, Malcolm X, Luther King... E che cos'ho fatto? Mi sono rifugiata nella sicurezza della superficialità. Solo per trovare ancora più tristezza di prima!
    Vito: Che cosa potrebbe tirarti su?
    Bostonia: Un gelato. In mezzo alla gente, insieme coll'uomo che amo. Non chiedo molto.
    Vito: D'accordo. [...] Sto solo cambiando, sto diventando coraggioso.
  • Poliziotto Dary: Povera checca. Non sa che cosa fare, se ammazzarmi o baciarmi.
    Bostonia [lo colpisce con i due pugni]: Ho preso la mia decisione.

Altri progetti

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  1. Nella versione originale in inglese: - La Miranda, girl, why do you always put yourself though this?
    - Why, Princess Ernestine? It's for the sheer, irresistible goddamn glamour of it all.