Taddeo Zuccari
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Taddeo Zuccari, o Zucchero o Zuccheri (1529 – 1566) – pittore italiano.
Citazioni su Taddeo Zuccari
[modifica]- L'opera maggiore di Taddeo, coadiuvato dal fratello Federigo, dal Tempesta, e da altri, ma direttore della decorazione, di cui, secondo il contratto, doveva fornire tutti i disegni, è l'ornamento pittorico del Palazzo Farnese di Caprarola: ineguale di valore, secondo l'importanza delle varie stanze e la maggiore o minore fretta dell'esecuzione. Come nella Villa di Papa Giulio, l'arte della grottesca ha qui uno dei migliori esempi dell'età postraffaellesca, sebbene spesso lo studio superficiale di ricchezza, la sovrabbondanza dei motivi, l'abuso degli stucchi, distruggano l'eleganza antica; e invano si cerchi lo stile preciso e sottile di un Giovanni da Udine in queste stampe già logore. Così, nella volta della cappella, ove Taddeo introduce il delizioso motivo dei putti-cifra, sguscianti con grazia correggesca, capelli al vento, da mensole e cartelle, la grossolana ghirlanda di frutta intorno al tondo centrale menoma la nobiltà della grottesca rinata nel Cinquecento romano.
- La vernice dell'erudizione, che aderisce così interamente alla figura di Federico Zuccari e ne fa un rappresentante più del fratello tipico della moda pittorica propria al tardo Cinquecento, si screpola, si spezza, in Taddeo, appena libero dai suggerimenti dei dotti distributori di temi per i palazzi romani; e allora prende il sopravvento, come in questa opera [la Battaglia di Tunisi, nella Sala Regia del Vaticano], lo spirito popolaresco, vivace e spesso volgare, che lo distingue da Federico. Rappresentante di un periodo di decadenza, di cui rispecchia tutti i difetti, tutte le debolezze e le pretese, egli ha, come i più dei manieristi, qualche momento felice, che mostra sotto le ceneri dell'arte una scintilla viva: così alcuni quadri mitologici di Valle Giulia, cosi l'Aurora nelle sale della Villa Farnese a Caprarola.
- Negli affreschi della Vita di San Paolo in San Marcello al Corso, e specialmente nella Punizione di Elima, Taddeo s'ispira agli esempi del tardo Raffaello, studiandosi di disporre con maestà statuaria le figure entro lo spazio architettonico. I movimenti sgangherati, la mimica stereotipata e teatrale, i ripetuti motivi di rozzo stampo manieristico, quale il giovane che abbraccia la colonna, ci danno quasi la parodia delle composizioni raffaellesche per arazzi, sommergendo nell'enfasi più stucchevole la maestà degli esemplari.
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